CARDINALE PETROCCHI VISITA REBIBBIA PER INCONTRO CON DETENUTI SCRITTORI

17 Gennaio 2019 14:55

L'Aquila - Cronaca

L'AQUILA – Il cardinale Giuseppe Petrocchi, Arcivescovo dell'Aquila sarà domani a Roma, alle 10 per una visita ai detenuti scrittori del carcere di Rebibbia.

Come riporta il quotidiano Il Centro, la visita coincide con la presentazione del libro Paura della libertà, scritto a più mani dai detenuti, coordinati da suor Emma Zordan, volontaria nel carcere e curatrice e responsabile del progetto editoriale.





Il volume è nato a seguito di una serie di contatti epistolari che nei mesi scorsi alcuni detenuti hanno avuto con il cardinale Petrocchi, che ha curato la prefazione al libro.

“Le pagine, che si aprono al nostro sguardo – scrive Petrocchi – consentono di venire a contatto con storie ferite, a volte in modo drammatico. Ma l'accoglienza delle esperienze raccontate è anche occasione di scoperte belle e confortanti, perché il cielo, a volte oscuro, che avvolge il carcere può offrire luminosi squarci di verità e di amore. E sulla strada della speranza dobbiamo farci tutti compagni di viaggio. L'importante è non rimanere esterni a questo percorso meditativo, ma attivare la disponibilità di lasciarsi coinvolgere in queste narrazioni, dettate da un amore che si consegna senza difese”.

“E, come è noto, solo con l'amore si può comprendere e ricambiare l'amore. Mi sembra giusto lasciar vibrare i messaggi di questo libro: scritti con passione amicale e con autorevolezza fraterna; come una lezione di vita, distillata in anni di sofferenza espiatrice e di ricerca perseverante della sapienza che non delude. Si deve constatare che più forte di ogni eclisse di senso è la ricomparsa del sole della fede, che fuga le ombre della notte e rischiara, con il bagliore della speranza, gli orizzonti dell'avvenire, inaugurando, con l'aurora della fiducia, una nuova e promettente stagione di vita”, aggiunge.





“Condivido, perciò, pienamente la seguente annotazione: Il premio di questo tipo di speranza non è una libertà demolita o dimissionaria, come avviene nel nichilismo, o una libertà ingenua e avventata, come succede nel narcisismo, ma una libertà motivata e impegnata a rispondere all'amore di Dio con l'amore, senza fermarsi dinanzi ai propri limiti o agli insuccessi”, chiarisce.

“Non posso citare tutti gli autori di questo testo, ma ogni frase rappresenta un sentiero importante per esplorare il mistero del cuore umano, in cui si riflette sempre qualche raggio della bellezza di Dio. Per questo vorrei raggiungere l'intero team editoriale (collaboratori e redattori) con un grazie sentito e convinto”, continua.

“La Vergine di Nazareth, l'umile Ancella del Signore, ci insegni l'arte di accogliere con cura e di meditare con amore tutte le parole che lo Spirito ha scritto nella mente e nel cuore di questi nostri compagni di viaggio. Queste pagine ce le fanno conoscere, consegnandoci brani di storia che ci arricchiscono e ci responsabilizzano. Si tratta di talenti esistenzialiche la Provvidenza ci affida perché servano al nostro miglioramento e al bene comune: che è bene di tutti e di ciascuno”, conclude.

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