CARABINIERE FERITO DAVANTI PALAZZO CHIGI, FONDAZIONE CARISPAQ PREMIA LA FIGLIA

21 Novembre 2014 20:17

L'Aquila - Video

L’AQUILA – “È un grande onore ricevere questo premio, mi riempie il cuore di gioia, non tanto per me, ma per mio padre. Mio padre prima che io partissi mi ha detto che gli sarebbe piaciuto tanto essere qui, ma lo hanno ricoverato, ci sono state complicazioni ora che siamo tornati a casa. Affronteremo anche questa prova”.

Così il Cavaliere della Repubblica Martina Giangrande, figlia del maresciallo Giuseppe, il carabiniere gravemente ferito davanti a Palazzo Chigi nel giorno dell’insediamento del Governo di Enrico Letta. 





La giovane è intervenuta ieri all'Aquila per ricevere il premio solidarietà promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio della Provincia dell’Aquila. 

Nella prima edizione il premio è stato promosso d’intesa con il Comando Provinciale dei Carabinieri dell’Aquila, inserendosi nell’ambito delle Celebrazioni del Bicentenario dell’Arma. 

“Molto spesso davanti ad iniziative di questo genere mi sento in difetto, perché quello che posso dire è soltanto un immenso grazie – continua – che sicuramente è molto poco ma non ho altro modo per potermi sdebitare. Ormai sono passati quasi due anni dall'incidente di mio padre, lui purtroppo ancora non sta bene, infatti attualmente si trova ancora ricoverato nella clinica di Montecatone, dove ormai abbiamo intrapreso un lungo percorso riabilitativo. Nonostante il tempo passato posso affermare con fierezza e anche stupore che la vicinanza delle persone e dell'Arma dei Carabinieri è rimasta invariata dal primo giorno –  spiega ancora -. Per tanti può essere una cosa da poco, ma per noi, in particolare per mio padre, il riconoscimento che oggi ho ricevuto è uno di quei gesti che ti permettono ogni giorno di trovare la forza di andare avanti”.





“Non vedo l’utilità di perdonare l'attentatore di mio padre, è uno spreco di energia”, afferma poi la Giangrande. 

“Le risorse io sinceramente devo impiegarle  affinché mio padre stia bene e per riuscire ad avere una vita quantomeno tranquilla e dignitosa – spiega ancora ai giornalisti, iin riferimento all'uomo che ha gravemente ferito il padre.

“Rispetto a lui viviamo due vite distinte e separate, le persone che hanno subito le conseguenze delle sue azioni siamo noi”, conclude. 

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