CANISTRO: DI PAOLO, ”CONSIGLIO STATO CONFERMA, SANTA CROCE NON PUO’ GESTIRE SORGENTE SPONGA”

22 Ottobre 2019 20:44

L'Aquila - Cronaca

L'AQUILA – “Il Consiglio di Stato, con l’ordinanza numero 5252 del 17 ottobre, dice no alla pretesa avanzata dalla società Santa Croce nei riguardi della Regione Abruzzo, confermando quanto già stabilito dal Tar dell’Aquila lo scorso luglio, allorché era stata rigettata l’istanza per la gestione provvisoria della concessione mineraria della fonte Sant’Antonio-Sponga”.

Esordisce così la nota, a firma del sindaco di Canistro (L'Aquila), Angelo Di Paolo, e dell'assessore Ugo Buffone, “avvalendosi, anche in questa circostanza, del preliminare esame tecnico degli avvocati Salvatore Braghini e Renzo Lancia“.

Una nota che riferisce ancora una volta sulle controversie che coinvolgono la Regione Abruzzo e la Santa Croce, come la precedente e citata sentenza del Tar, e che non riguardano direttamente il Comune, che è da anni a ferri corti con la società di Camillo Colella. Come aveva evidenziato questa testata, provocando la  furente reazione del sindaco di Paolo.





La successiva sentenza di cui si dà notizia, del Consiglio di Stato, è solo l'ultimo episodio della  “guerra abruzzese dell'acqua”. La Santa Croce, aveva chiesto di imbottigliare in via temporanea l'acqua della sorgente Sant'Antonio Sponga, la cui concessione tre anni fa gli è stata revocata dalla Regione, su ricorso del Comune, atto che ha innescato un serrato contenzioso ancora in corso.

Questo in attesa dell'affidamento ad un nuovo player che vincerà il nuovo bando,  per il quale sono in corsa la stessa Santa Croce e Acque minerali San Benedetto Spa, che già opera nelle sorgenti di Popoli (Pescara), argomentando che la Regione  ha l'obbligo “di sfruttare e mantenere in efficienza in quanto bene pubblico”, la sorgente, ponendo file ad uno spreco che ha determinato mancati e ingentissimi incassi per l'erario. 

Del resto da quando è stata revocata la concessione della sorgente alla Santa Croce, l'acqua minerale continua a scorrere inutilizzata nel fiume Liri, 75 lavoratori sono stati licenziati dalla stessa società che non aveva più lavoro, la Regione non incassa un euro di canoni di concessioni, il bando vinto dalla Norda, salutata come salvatrice della patria dalla ex maggioranza regionale di centrosinistra e dallo stesso Comune guidato da Di Paolo,  si è risolto in un buco nell'acqua, con accuse alla stessa amministrazione marsicana che non gli avrebbe messo a disposizione un terreno ad uso industriale dove realizzare lo stabilimento e della stessa Regione denunciata con un risarcimento danni.

Ad ogni buon conto il Comune di Canistro esulta per la sentenza contraria alla Santa Croce.





“Il Sindaco ha seguito tutte le fasi della vicenda giudiziale che, pur non coinvolgendo direttamente il Comune – si premette nella nota -, con tutta evidenza incide sulle prospettive della concessione, in un momento molto delicato della procedura di affidamento, in cui, due competitori, la San Benedetto spa e la stessa Santa Croce S.r.l., sono in attesa dell’esito della gara”.

“Giuridicamente – spiegano i legali – il Consiglio di Stato, che ha anche condannato la società appellante alla refusione delle spese legali, ha ravvisato (in perfetta sintonia con il Tar dell’Aquila) che “la gestione temporanea della concessione mineraria nelle more della procedura di gara costituirebbe una deroga agli obblighi di evidenza pubblica” Insomma, bene ha agito la Regione a non assecondare la richiesta, poiché affidare la gestione temporanea alla società ex concessionaria in questo momento contrasterebbe con i principi della trasparenza e dell’imparzialità”.

E sopratutto, nella nota si sottolinea un passaggio in cui “i Supremi Giudici amministrativi, questa volta, hanno aggiunto un'importante annotazione, evidenziando che 'i pretesi tempi non determinabili di svolgimento della gara non possono essere addebitati alla Regione, in ragione del comportamento ostruzionistico della medesima società'”.

“Ora basta! il Comune attende da tre anni un nuovo concessionario – commenta dunque il sindaco Di Paolo -, ma oggi scopriamo che, tra i molteplici motivi, non è stato possibile individuarlo anche a causa dei comportamenti della società Santa Croce, giudicati 'ostruzionistici' dallo stesso Consiglio di Stato, nonché, aggiungo, a causa delle attuali incertezze della Regione nel gestire i tempi della nuova gara. A pagarne le amare conseguenze è stata, ed è, l’economia di un intero comprensorio. La Regione, dopo questa autorevole pronuncia, proceda, senza ulteriori ritardi, e si giunga finalmente ad aggiudicare la gara voltando pagina una volta per tutte. Lavoratori e famiglie, senza più tutele sociali per sopravvivere, aspettano una risposta chiara che consenta loro di riappropriarsi della dignità e della speranza”.

Commenti da Facebook

RIPRODUZIONE RISERVATA
Download in PDF©


    Ti potrebbe interessare:

    ARTICOLI PIÙ VISTI: