PROSEGUE IL BRACCIO DI FERRO TRA FI E LEGA; DI STEFANO DOPO NIET DI MARTINO LANCIA STRALI; PARLANO I PAPABILI AZZURRI; PAGANO, ''DECIDERA' IL NAZIONALE, MA SPETTA A NOI SCELTA''; GATTI SI RITIRA, SPUNTA BERGAMOTTO

CANDIDATO PRESIDENTE REGIONE: NEL CENTRODESTRA UNA POLTRONA… PER TROPPI

di Filippo Tronca

27 Giugno 2018 06:30

Regione - Politica

PESCARA – “Si sa come funziona… il centrodestra ha il vento in poppa, è il favorito per la vittoria alle regionali abruzzesi, ed è normale che la candidatura alla presidenza faccia gola a tanti…”.

Prova a sdrammatizzare, il segretario regionale di Forza Italia e parlamentare Nazario Pagano, ma in filigrana dietro le sue parole emerge la preoccupazione, per le acque sempre più agitate, nella coalizione di centro destra, in vista delle elezioni di autunno o primavera 2019, le cui tempistiche dipendono dalla rinuncia alla doppia carica del presidente e senatore Luciano D’Alfonso.

Motivi del conflitto sono il duello sempre più aspro tra la Lega e Forza Italia, nella rivendicare la scelta del candidato presidente. In secondo luogo i tanti, forse troppi pretendenti anche dentro Forza Italia, a cominciare dai big regionali citati in una nota del segretario organizzativo, onorevole Antonio Martino, di qualche giorno fa, in cui, terzo motivo di forte fibrillazione, si è posto il “niet” al protagonismo dell’ex senatore Fabrizio Di Stefano, che ha risposto per le rime, ma in una posizione sempre più isolata, che rafforza l’ipotesi, rivelata dal Corriere della Sera, di un suo passaggio alla Lega.

Per quanto riguarda il primo punto: nel direttivo di lunedi sera a Pescara Forza Italia ha ribadito forte e chiaro che la candidatura alla presidenza gli spetta di diritto, come primo partito della coalizione in Abruzzo. E il nome sarà lanciato in occasione degli Stati generali del partito fissati per il 14 luglio prossimo a Pescara “per il rilancio in grande stile di Forza Italia”, anche alla presenza di big come Antonio Tajani, presidente del Parlamento europeo, Maria Stella Gelmini, ex ministro, e la senatrice Anna Maria Bernini.

Il parlamentare e segretario regionale della Lega Giuseppe Bellachioma, però sembra fare orecchie da mercante, e insiste nel rivendicare al suo partito in ascesa, e al governo del Paese, la candidatura alla presidenza della Regione Abruzzo.

Suona come una piccata risposta a Martino e come lancio del guanto di sfida, quello che Bellachioma ha scritto su facebook, ringalluzzito dalla vittoria di Silvi, dove l’ha spuntata al ballottaggio di domenica il salviniano Andrea Scordella. Omettendo però di commentare il magro risultato di Teramo, dove la Lega ha preso un solo consigliere di opposizione, e un magro 6 per cento.

“Senza nulla togliere agli alleati, sono sempre più convinto che il prossimo governatore regionale sarà della Lega”, ha scritto senza mezzi termini Bellachioma.

A tal proposito nelle ultime ore è spuntata l'ipotesi come candidato presidente in quota Lega, quella dell'aquilano Luca Bergamotto, già capogruppo degli azzurri in Consiglio regionale e oggi editore e direttore di LaQtv, emittente televisiva dell'Aquila. Il suo nome sarebbe stato fatto non solo da Bellachioma, ma anche da Gianfranco Giuliante, storico dirigente di Alleanza nazionale, già assessore regionale del Popolo delle libertà e oggi responsabile regionale dei dipartimenti della Lega, e non sarebbe disdegnato dal neo deputato Luigi D'Eramo

L’ennesima replica a Bellachioma, dopo quella di Martino, è arrivata su questa testata innanzitutto da Pagano.

“Chi sarà il candidato del centrodestra in Abruzzo? Non è una domanda da rivolgere a me, e nemmeno a Bellachioma. La candidatura, lo voglio ripetere, sarà decisa sul tavolo romano, dai vertici dei partiti della coalizione, in base ad un ragionamento più ampio”.





Detto questo però Pagano ricorda che “il primo partito in Abruzzo, alle politiche del 4 marzo è risultato essere Forza Italia. La Lega già si è aggiudicata la maggioranza delle regioni del nord Italia dove effettivamente è il partito guida. Dunque non vedo perchè non debba valere in Abruzzo lo stesso ragionamento”.

E poi aggiunge: “il centrodestra vincerà se sarà unito, e le fughe in avanti sono portatrici di sconfitta. Tutti possono avanzare pretese ma poi serve una figura di sintesi, una scelta da fare anche con i mano i sondaggi, anche oltre il recinto dei partiti”.

Nel direttivo di lunedi è stata di fatto ribadito il “niet” anche alla fuga in avanti in Forza Italia dell’ex senatore azzurro Fabrizio Di Stefano, che lavora da mesi alla sua candidatura, con serrati incontri sul territorio, con amministratori locali e le varie forze civiche.

Un protagonismo che ha creato crescente irritazione nel partito, in quanto operazione non condivisa e “in solitaria”.

Commentando l'esito del voto a Teramo, Di Stefano ha risposto per le rime a Pagano e Martino: “Non si costruiscono le vittorie con l’arroganza del mettersi in cattedra, o dell’escludere, chi come il sottoscritto evidentemente non è amato dal nuovo leader di Forza Italia Abruzzo: l'onorevole Antonio Martino”, ha sottolineato con sarcasmo Di Stefano. Rincarando poi la dose: “Il nostro elettorato non apprezza il cambio di casacca”, riferendosi al passato politico di Martino nelle file dei giovani di centrosinistra.

Infine terzo motivo di conflitto sono i tanti pretendenti alla candidatura anche in casa di Forza Italia.

A tal proposito, contattati da Abruzzoweb, fanno esercizio di doroteismo e diplomazia, non nascondendo però le personali ambizioni, parte degli azzurri “papabili”, citati nella presa di posizione di Martino, ovvero i consiglieri regionali Mauro Febbo e Lorenzo Sospiri, il sindaco di Chieti Umberto Di Primio e il vicesindaco dell’Aquila Guido Liris. Non raggiungibili telefonicamente gli ultimi due della “rosa”, i consiglieri regionali Emilio Iampieri e Paolo Gatti. Quest'ultimo però reduce dalla cocente sconfitta delle comunali di Teramo, dove il candidato del centrosinistra Gianguido D'Alberto ha ribaltato l'esito del primo turno battendo il candidato del centrodestra Giandonato Morra, ha annunciato clamorosamente di voler abbandonare per sempre la politica attiva, tirandosi dunque fuori dalla già affollata rosa dei candidati.

Tra i papabili della “lista Martino”, è particolarmente lusingato Febbo.

“Sono onorato di essere stato inserito nella lista dei possibili candidati presidente della Regione. Lo leggo come il riconoscimento del lavoro che ho svolto in questi anni, come amministratore comunale, provinciale e regionale. Credo di aver maturato un’esperienza amministrativa che in pochi possono vantare. Poi vedremo, la scelta dovrà essere comunque condivisa”.

Sulla fuga in avanti di Di Stefano, Febbo non intende rispondere: “ci sono vincoli di amicizia che non mi consentono di rilasciare dichiarazioni in merito”.

A credere in una sua candidatura c'è anche Guido Liris, a nome della “centralità aquilana” al governo della Regione.





“Agli amici della Lega dico: serve il massimo del dialogo e del dibattito, e sono convinto che si troverà un accordo, partendo però da un dato di fatto, Forza Italia in Abruzzo è il primo partito della coalizione”, spiega Liris ad Abruzzoweb.

E poi aggiunge: “Quello che andrà difeso è il protagonismo di L’Aquila città capoluogo, e della sua provincia, in continuità della battaglia che sto già conducendo al Comune. Tale ruolo deve essere ribadito anche in occasione delle prossime elezioni regionali, e dovrà essere peso molto forte”.

Alla domanda dunque se questo peso “molto forte” debba tradursi nella candidatura a presidente, Liris risponde affermativamente: “Certo che c’è anche questa ipotesi, a prescindere del nome del candidato”.

Tra i papabili parla anche Sospiri che a sorpresa afferma: “Non mi sento lusingato nell'essere stato annoverato tra i possibili candidati – taglia corto Sospiri – quello che per me conta è la piattaforma programmatica da proporre agli elettori e da condividere con gli alleati, non tanto individuare l’uomo forte. Non è tempo di uomini forti al comando, basti vedere che fine ha fatto l’esperienza di governo di Luciano D’Alfonso”.

A lavorare da un anno alla candidatura a presidente c’è infine il sindaco di Chieti, Di Primio, che è passato in Forza Italia da circa un anno, dopo una parentesi nel Nuovo centro destra. Di Primio vanta una sorta di endorsement direttamente da Silvio Berlusconi, e da mesi lavora a questa ipotesi, tessendo alleanze nel territorio e trasversalmente con tutte le forze politiche del campo civico e del centrodestra.

“Non è un mistero che ho dato la mia disponibilità a candidarmi da presidente – conferma Di Primio – questa ipotesi del resto è supportata da Silvio Berlusconi in persona. Sono convinto che serva una guida che pensi ai cittadini abruzzesi, e non alle mire personali e di carriera. Dico questo con la testa di chi fa il sindaco, e risponde da anni quotidianamente alle esigente reali dei cittadini”.

Quanto alle rivendicazioni di Bellachioma, Di Primio afferma, che “il segretario della Lega sta facendo bene il suo mestiere, non gi si può certo rimproverare il suo rivendicare una candidatura per il suo partito, si è però stabilito un criterio: chi prende più voti esprime il presidente, e questo 'chi' in Abruzzo è Forza Italia, alle politiche e anche alle amministrative, dove il mio partito si è confermato trainante. La Lega fa bene a far partecipate alla scelta, ma non può dire 'tocca a noi'”.

Alla domanda: “non teme che anche dentro Forza Italia si arriverà allo scontro?”, Di Primio risponde sicuro: “Non credo ci sarà uno scontro, ma un confronto, come è normale che sia. Le aspirazioni sono tutte legittime, l’importante però è vincere, e l’unico modo per farlo è avere una candidatura che unisce e non divide”.

Infine un commento su Di Stefano. “Ci ho parlato, entrambi stiamo facendo un percorso, se fossi io il candidato lui non avrebbe problemi ad appoggiarmi, io farei lo stesso se il candidato fosse lui”.

Anche se la seconda ipotesi, a differenza della prima, sembra oramai remota.

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