CALCIOSCOMMESSE: EX ARBITRO DONDARINI, ”IL SISTEMA E’ DA RIFORMARE”

di Roberto Santilli

22 Maggio 2015 16:02

L'Aquila - Cronaca

L'AQUILA – “Purtroppo, questo scandalo non mi stupisce, anche perché tante società in difficoltà economiche possono ritrovarsi nei guai a causa di certi soggetti che cercano, chiamiamole così, vie 'diverse' di guadagno e potere. Ora, però, si faccia attenzione a non rendere più mediatica del necessario una storia così difficile, c'è bisogno di tempo per capire tutto. Senza dimenticare che la giustizia sportiva segue regole non ordinarie”.

Così Paolo Dondarini, ex arbitro internazionale di Serie A, sull'inchiesta che ha portato all'arresto di 50 persone, tra cui l'ormai ex responsabile unico dell'area tecnica dell'Aquila Calcio – che verrà sanzionata, non si sa ancora se in forma lieve o pesante – Ercole Di Nicola, per un grosso giro di scommesse clandestine.

Il nome di Dondarini, bolognese, oggi direttore sportivo, è uno dei tanti tirati dentro lo scandalo Calciopoli per il campionato di Serie A 2004/2005: condannato dalla Corte d'Appello Federale della Figc, fu invece prosciolto a titolo definitivo nel successivo giudizio di fronte alla Corte Federale.

Ma la sua vicenda fa riflettere per quel che riguarda il filone penale di Calciopoli per una partita, Chievo-Fiorentina, nella quale Dondarini, secondo l'accusa, avrebbe annullato un gol al Chievo nei minuti di recupero, cosa non vera.





In fase di indagini, infatti, i carabinieri confusero un possibile rigore in gol annullato e trascrissero il tutto senza correggere l'errore.

Nel giugno del 2007 la Procura della Repubblica di Napoli chiese il rinvio a giudizio io a giudizio per il reato di frode sportiva. Dopo la condanna in primo grado del rito abbreviato, Dondarini fu assolto dalla Corte di Appello di Napoli il 5 dicembre 2012 per non aver commesso il fatto.

Nel marzo di quest'anno, la Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso della Procura contro la sua assoluzione.

“Io ero completamente estraneo ai fatti – commenta Dondarini – ma in Calciopoli contava la spinta mediatica, in Italia funziona così. Quella storia mi è costata tanto, si dice che il tempo sia la miglior medicina, ma l'effetto benefico, per me, non è ancora finito”.

“Tempo fa ho incontrato un amico che fa parte di un organo di giustizia sportiva, gli ho chiesto come andassero le cose, mi ha risposto che ormai non è più giustizia, ma indisciplina sportiva. Io mi ci sono trovato dentro e dico che con l'onere della prova è a carico di chi deve difendersi, un principio ribaltato, e con dei tempi che devono essere rapidissimi per esigenze di calendario, è davvero dura difendersi”, afferma ancora Dondarini.





Sul calcioscommesse, la sua opinione è da ex arbitro. “Può darsi che abbia arbitrato in gare truccate, ma non me ne sono mai reso conto, tanta è la concentrazione 'tecnica' che un arbitro deve garantire in campo”.

“Sono convinto che ci sia bisogno di una riforma del calcio – il pensiero dell'ex arbitro – a cominciare dalla riduzione delle società e delle squadre nei campionati. Troppe società coinvolte non riescono a reggere certe categorie, questo devono capirlo in primis i presidenti, ma c'è anche un problema che riguarda quelle società che non possono accedere alle coppe europee perché non riescono ad ottenere la licenza dell'Uefa”.

Dondarini esprime infine un giudizio sulla classe arbitrale di cui lui stesso ha fatto parte.

“Nel calcio, quella degli arbitri è una delle componenti migliori, nonostante tutto. La qualità è molto elevata, ci sono ottimi professionisti”.

Commenti da Facebook

RIPRODUZIONE RISERVATA
Download in PDF©


    Ti potrebbe interessare:

    ARTICOLI PIÙ VISTI: