PARLA CAMILLO ROMANDINI, PRESIDENTE DELLA CORTE D'ASSISE DI CHIETI

BUSSI: SCANDALO ‘PRESSIONI’ SU SENTENZA ‘CHI PARLA SI ASSUME RESPONSABILITA’

14 Maggio 2015 09:27

Pescara - Cronaca

BUSSI- “Io avevo avvisato tutti e subito, prima del processo, che non avrebbero dovuto rivelare nulla di quanto sarebbe stato detto in camera di consiglio”.

Camillo Romandini, il presidente della Corte d’Assise che ha assolto tutti per il caso Bussi, lo ha dichiarato ieri a un giornalista del Centro dopo aver appreso le dichiarazioni shock fatte da due giudici popolari e riportate dal Fatto Quotidiano.

Dichiarazioni in cui si parla di pressioni subite, di giudici non 'sereni' nell’emettere la sentenza in merito alla megadiscarica dei veleni della Montedison di Bussi sul Tirino (Pescara).

Romandini da presidente della sezione civile, era stato incaricato per il processo di Bussi dopo la ricusazione del presidente del tribunale, Geremia Spiniello.

“Chi ha violato il segreto delle camera di consiglio se ne assume le responsabilità in tutti i sensi”, ha detto ancora Romandini.

Il caso ha destato molto stupore e sconcerto, finendo sul tavolo del Csm con il vice presidente del Giovanni Legnini, che ha dato il via a un accertamento: “Le indagini e le valutazioni sulla vicenda sono state affidate alla Prima Commissione”, ha precisato Legnini, aggiungendo che la decisione di intervenire è stata presa “dopo aver ricevuto una missiva dell’avvocato dello Stato Cristina Gerardis su quanto riferito dall’articolo”.

Il sindaco di Bussi, Salvatore Lagatta ha chiesto di “riaprire il processo subito: ci era chiaro da subito che sotto ci fosse qualcosa”.

COMMISSIONE PARLAMENTARE A PESCARA IL 27 MAGGIO





La commissione parlamentare di inchiesta sulle Attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali sarà a Pescara il 27/28 maggio prossimi per approfondire le vicende legate alla discarica dei veleni di Bussi sul Tirino (Pescara).

Secondo quando si è appreso la commissione presieduta dall’onorevole Alessandro Bratti aveva già da tempo in calendario la visita, ma dopo le rivelazioni del Fatto non si esclude una robusta tornata di audizioni con tutti i potenziali protagonisti del caso.

La Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite dei rifiuti lunedì prossimo ha in programma l’audizione delle aziende collegate alla vicenda di Bussi, ossia la Edison e la attuale proprietaria del sito industriale, la Solvay.

“Abbiamo già fatto 4 audizioni sul caso Bussi – ha spiegato Bratti (Pd) – e la decisione di venire a Pescara era già stata presa da tempo. Non rifacciamo processi, ma ricostruiamo fatti e cose. Sicuramente la vicenda è sempre stata attenzionata per la sua gravità e per il contenzioso che comporta”.

Le rivelazioni del Fatto Quotidiano sulle presunte pressioni sui giudici popolari da parte di componenti togati della Corte d’Assise di Chieti che avrebbero comportato l’assoluzione dei 19 imputati faranno quindi parte del lavoro della Commissione “riceviamo tante denuncie, ma anche tante chiacchiere. Approfitteremo della presenza per capire meglio di che si tratta”, conferma Bratti.

FORUM H2O PRESENTA ESPOSTO, “GRAVITÀ INAUDITA”

Un esposto alla procura della Repubblica di Campobasso, competente a procedere per vicende che coinvolgono la magistratura abruzzese, dopo le rivelazioni de ‘il Fatto Quotidiano’ su presunte pressioni subite dai giudici popolari della Corte d’Assise di Chieti in merito al processo sulla mega discarica dei veleni di Bussi.

A presentarlo è stato il Forum Acqua nazionale, il quale sottolinea che i fatti, “se confermati, sarebbero di gravità inaudita”.

L’esposto è stato inviato anche al Consiglio superiore della magistratura. A fare il punto della situazione, nel corso di una conferenza stampa a Pescara, è stato Augusto De Sanctis, del Forum.





Gli ambientalisti, con l’esposto, chiedono di “verificare tutti i contenuti dell’articolo e identificare i vari passaggi citati; valutare la legittimità e l’eventuale rilevanza dal punto di vista penale e/o disciplinare dei fatti eventualmente accertati e di eventuali altre situazioni che dovessero emergere in relazione all’andamento di questo processo”.

Nell’esposto si chiede inoltre di “valutare se la cena citata sia avvenuta veramente e, qualora lo fosse, se tale incontro sia compatibile con le previsioni del Codice di procedura penale circa l’organizzazione del processo” e di “verificare in ogni caso la correttezza dell’operato dei pubblici ufficiali a vario titolo coinvolti nel procedimento, sia per quanto riguarda le persone citate nell’articolo sia per quanto riguarda eventuali altri fatti che dovessero essere accertati”.

“Il Forum – ha spiegato De Sanctis – ritiene necessario diradare ogni ombra su uno dei principali processi ambientali a livello nazionale. Accertare la veridicità dei fatti e l’identità delle persone a vario titolo coinvolte non può che essere, per chi crede ed esercita o ha esercitato la giustizia in modo corretto, motivo di serenità. In un ulteriore articolo di stamattina, sempre de ‘il Fatto’, tra l’altro – ha aggiunto – una fonte avrebbe dichiarato di essere stata a conoscenza della decisione della Corte con settimane di anticipo”.

De Sanctis ha parlato di un “esposto di garanzia, per la tranquillità di tutti” e ha parlato “probabilmente del primo caso in Italia in cui dei giudici dicono di essere arrivati ad una sentenza senza aver letto le carte e in condizioni di non serenità. Bisogna capire chi sono queste persone – ha sottolineato – dato che hanno detto di essere disponibili a parlare con i magistrati”.

L’ambientalista ha infine ricordato come si tratti di un procedimento “per fatti che, secondo la pubblica accusa e l’avvocatura dello Stato, nonché secondo il massimo organo scientifico italiano per quanto attiene alla sanità pubblica, l’Istituto superiore di sanità, avrebbero coinvolto con esposizione a contaminanti cancerogeni ben 700 mila persone lungo la Valpescara e, in ogni caso, provocato un vero e proprio disastro ambientale con un danno che l’accusa e le parti civili avrebbero valutato in termini di circa due miliardi di euro”.

RAPINO (PD), “VOGLIAMO CAPIRE CHE È SUCCESSO”

“Sconcerto sulle dichiarazioni in riferimento al processo Bussi. Ora si faccia tutto il possibile in modo che i cittadini abruzzesi possano finalmente capire ciò che è accaduto nel polo chimico di Bussi e per mano di chi”, ad affermarlo è il segretario regionale del Partito democratico Marco Rapino.

“I cittadini abruzzesi ancora non accettano che non ci siano responsabili per chi ha messo in pericolo la loro salute. Ribadisco il massimo rispetto per il lavoro della Magistratura e le sentenze che emette. Oggi ci fa davvero molto male poter sospettare che il processo non sia stato svolto in maniera serena. I cittadini devono avere certezze e chiarimenti sull’accaduto”.

“Siamo certi – conclude il segretario regionale del Pd – che se c’é da intervenire, tutte le autorità competenti chiamate in causa, sapranno cosa fare. Spero che ogni dubbio e sospetto possano essere fugati quanto prima”.

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