BUSSI OMAGGIA LA MAESTRA UCCISA DAL CLORO 64 ANNI FA PER SALVARE I SUOI ALUNNI

di Marco Signori

8 Febbraio 2018 07:00

Pescara - Cronaca

BUSSI SUL TIRINO – Erano le 9.30 del 19 gennaio 1954, la maestra Lola Di Stefano stava facendo lezione, quando una sirena segnalò un incidente ai vicinissimi stabilimenti chimici di Bussi Officine (Pescara).

Con una fermezza di spirito, due alla volta, la donna prese per mano tutti i piccoli allievi e li portò fuori.

Una nube di cloro, fuoriuscito da una cisterna della Montecatini, avvolse in poco tempo l'intera zona.





La maestra con dei fazzoletti tappò la bocca ai bimbi portandoli in salvo, senza però pensare a se stessa.

Ricoverata all'ospedale di Sulmona, morì dieci giorni dopo per le inalazioni del gas letale che le avevano compromesso i polmoni.

Oggi, a 64 anni da quel drammatico incidente, la comunità bussese, per volontà del sindaco Salvatore Lagatta, che per un destino beffardo è il nipote di Lola Di Stefano, le rende omaggio con una statua che verrà inaugurata sabato prossimo nei pressi della scuola “Giovanni Pascoli”.

Un omaggio con il quale il Comune tiene fede a un impegno assunto dalle autorità locali subito dopo la tragedia.





A Lola Di Stefano il ministero dell'Istruzione riconobbe la benemerenza di I Classe e il presidente della Repubblica la Medaglia d'oro al valor civile.

Quattro tonnellate di cloro, quel 19 gennaio di oltre mezzo secolo fa, uccisero una giovane insegnante, avviando una stagione di industrializzazione che per decenni ha dato lavoro e sviluppo alla Val Pescara, finita nel 2007 con la scoperta di quella che è stata definita la discarica dei veleni più grande d'Europa.

Un'area che oggi, a undici anni di distanza ancora aspetta di essere bonificata.

A Lola Di Stefano sono state intitolate scuole, oltre che a Bussi, a Sulmona e Roma.

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