CHIESTO L'INTERVENTO DELL'ESERCITO; ARIA 'IRRESPIRABILE' NEI CENTRI ABITATI

BRUCIA ANCORA IL MONTE MORRONE, DUE CANADAIR IN AZIONE MA FRONTE ESTESO

21 Agosto 2017 09:38

L'Aquila - Cronaca

L'AQUILA – Brucia ancora il monte Morrone, alle porte di Sulmona (L'Aquila), dove sabato si è sviluppato un pauroso incendio che ha già divorato 40 ettari di pineta ed è arrivato a lambire le case della frazione di Marane. A rischio anche l'Eremo di San Pietro, la piccola chiesetta in cima al Monte Morrone, dove papa Celestino V andava a pregare quando ancora era eremita. 

Due canadair sono in azione dalle prime luci dell'alba, oltre alle squadre dei vigili del fuoco che operano da terra.

L'incendio ha un perimetro molto vasto ma viene giudicato attenuato dai vigili di Sulmona, che smentiscono le voci circolate ieri sera circa l'evacuazione di alcune abitazioni.

Il lavoro dei pompieri è stato piuttosto quello di salvaguardare stalle e maneggi, dove le fiamme si sono avvicinate.

Sempre secondo quanto riferito dai vigili di Sulmona, se le cose dovessere restare come sono, facendo gli scongiuri del caso, occorerrano almeno altri due giorni di lanci d'acqua dai mezzi aerei per spegnere l'incendio.

Insieme ai vigili sono impegnate diverse squadre di volontari, che ieri hanno raggiunto anche Passo San Leonardo, a monte di Pacentro.

Sulle cause del rogo, intanto, indagano i carabinieri forestali, che hanno già individuato il punto dove è stato appiccato il fuoco.

Non sono ancora domati neppure gli incendi nel bosco di Marano, a Magliano de' Marsi, e quello nel bosco di Magnanella, frazione di Teramo, dove i vigili del fuoco, a lavoro ormai da 7 giorni, proseguono senza sosta con le operazioni di spegnimento e di bonifica del sottobosco. Nonostante il consistente impegno di mezzi sia di terra che aerei, infatti, l'incendio in alcuni punti è di tipo sotterraneo e riaffiora in superificie, anche quando sembra spento. Dal comando provinciale del 115 stimano il completo spegnimento del rogo per il pomeriggio di oggi. (m.sig. – a.c.p.)

CHIESTO L'INTERVENTO DELL'ESERCITO

Il fuoco non dà tregua sul monte Morrone e si invoca l'arrivo dell'esercito.

Nonostante l'opera incessante dei due canadair che da questa mattina continuano a riversare migliaia di ettolitri di acqua sulla montagna in fiamme, dei vigili del fuoco, dei carabinieri della forestale e dei volontari della protezione civile, il fronte dell'incendio che dal pomeriggio di ieri sta interessando il Monte Morrone continua ad avanzare verso nord.





Un'avanzata più lenta rispetto a questa mattina a causa del vento che gira continuamente e riavviva focolai anche verso sud che sembravano ormai spenti.

Quello che preoccupa, oltre alle fiamme, è anche l'aria ormai quasi irrespirabile nei vari paesi del circondario sottostanti.

L'immagine che appare agli occhi di chiunque attraversa la Valle Peligna è di una montagna interamente in fiamme.

Vista la drammaticità della situazione il vice sindaco del Comune di Sulmona, Mariella Iommi, ha chiesto l'intervento dell'esercito.

“C'è ancora una situazione di massima allerta e abbiamo richiesto l'intervento dell'esercito e il potenziamento dei mezzi di soccorso atti allo spegnimento del fuoco che sta distruggendo il nostro Morrone da ieri pomeriggio – afferma – Attualmente il vento non facilita la situazione e siamo in stretto contatto con il presidente della Regione Luciano D'Alfonso e l'assessore regionale Andrea Gerosolimo“.

“Da ieri – prosegue il vice sindaco – è stato attivato il Coc con funzione tecnica, di protezione civile, di volontariato, di assistenza alla popolazione e alla viabilità. Si raccomanda alla popolazione massima prudenza e si richiede di evitare di recarsi sul posto e nelle strade limitrofe sia per motivi di sicurezza che per consentire ai mezzi di soccorso il pronto intervento”.

IN PERICOLO ANCHE PACENTRO E PASSO SAN LEONARDO

Le fiamme da Marane si sono propagate verso Pacentro per poi puntare verso Passo San Leonardo. In pericolo anche Campo di Giove.

Sul fronte opera una cinquantina di uomini tra vigili del fuoco e volontari di protezione civile e due canadair.

In Abruzzo incendi sono in corso anche a Castel di Sangro e nel Teramano a Valle Castellana.

CAPO DEI VIGILI A D'ALFONSO: ''E' SOTTO CONTROLLO''





In serata il prefetto Bruno Frattasi, capo dei vigili del fuoco, ha informato il presidente della Regione, Luciano D'Alfonso, di essere stato avvertito da Alessandro Paola, capo della sala operativa, del fatto che “l'incendio di Sulmona è sotto controllo.

Ci sono 50 vigili a terra e 2 Canadair, 2 elicotteri, uno vvf e l'altro dell'esercito. La zona antropizzata è fuori pericolo”.

LE REAZIONI

LICHERI (SINISTRA ITALIANA): “CI SERVE LA FORESTALE''

“Già distrutti diversi ettari di pineta nella zona di monte Mileto. Un dolore immenso queste immagini, ennesima ferita al cuore di Abruzzo in ginocchio. Serve prevenzione, servono controlli, servono risorse: Serve la Guardia Forestale”.

Così in una nota Daniele Licheri, segretario regionale di Sinistra italiana, commentando il rogo del Morrone.

“Chi la accorpata, ora, si porta sulla coscienza non solo l'ennesima inutile riforma, ma ettari di bosco in fumo in mezza Italia – prosegue – È il neoliberismo bellezza, ecco i risultati”.

“A costo di essere ripetitivi chiediamo al governo Nazionale di tornare indietro e rivedere assetto attuale come negativo è totalmente inefficace: si torni alla Guardia Forestale subito”, conclude.

BIANCHI (FORZA ITALIA): “REGIONE INVESTA, SERVE CATENA PREVENZIONE”

“La percezione che si ha dell’azione politica delle istituzioni regionali, in questa stagione di incendi, è di mera rincorsa agli eventi catastrofici e mai dell’investimento nel potenziamento di una catena efficiente di prevenzione, controllo e di sensibilizzazione culturale in territori preziosi dal punto di vista naturalistico ed imprescindibile risorsa per una Regione che ambisce ad una vocazione turistica”.

Lo afferma in una nota Elisabetta Bianchi, capogruppo di Forza Italia al Consiglio comunale di Sulmona (L'Aquila), che punta l'indice contro “una politica sommaria ed incapace di tutelare l’ambiente e di predisporre idonee misure di prevenzione strutturali che preservino il nostro habitat sia montano che marino dall’inquinamento, dall’invasione dei rifiuti abbandonati sulle spiagge e dagli incendi dei boschi”.

“È necessario – aggiunge la Bianchi – che la Regione Abruzzo, le Provincie e le città impongano, ciascuno per le proprie competenze, un rigido argine alle condotte deviate degli ecoassassini, sottraendo alle loro grinfie il nostro patrimonio naturalistico impegnando per tempo risorse utili alla cura sistematica e continuativa del nostro ambiente ed alla formazione culturale dei cittadini per rinvigorirne il senso civico ed il rispetto nei confronti del bene comune”.

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