BPER L’AQUILA: TOGNI, ‘PROTAGONISTI’; SERAFINI IN DIREZIONE ADRIATICA

20 Novembre 2014 14:33

L'Aquila - Economia

L'AQUILA – “Nell’era digitale non conta dove sia una sede territoriale. A muoversi sono le informazioni, non le persone. Anche per questo resteremo la banca degli aquilani, seppure la sede della nuova Direzione territoriale adriatica sarà a Lanciano”.

Ad affermarlo è Fabrizio Togni, direttore generale della Banca popolare Emilia Romagna (Bper), che ha assorbito la vecchia Cassa di Risparmio della Provincia dell’Aquila.

Togni ha incontrato oggi all’Aquila, nella sede di via Pescara, le varie associazioni di categoria nel capoluogo abruzzese per  illustrare il nuovo assetto della banca sul territorio. 

Ed è stata l'occasione per presentare Guido Serafini, neo responsabile della Direzione territoriale adriatica. Serafini, nato ad Atessa (Chieti), classe 1958, ha iniziato la sua carriera professionale nella Banca Popolare di Lanciano e Sulmona ed ha già ricoperto il ruolo di direttore territoriale della Bper a Lanciano (Chieti).





Togni ha tenuto a precisare che lo spostamento della sede centrale per l’Abruzzo da L’Aquila a Lanciano, in provincia di Chieti, “non porterà nessun cambiamento in termini occupazionali, di servizio al cittadino e di attività creditizia. A riprova di questo a L’Aquila sarà localizzato il Comitato territoriale della direzione adriatica”.

“Abbiamo ritenuto opportuno – le parole di Togni – concentrare la sede operativa di raccordo delle nostre 110 filiali in Abruzzo Marche e alto Molise a Lanciano perché è una città più baricentrica, rispetto al nostro bacino di utenza. L’Aquila – sottolinea però Togni – rimane la sede del Comitato territoriale, ovvero del Consiglio di amministrazione. I trasferimenti di personale da L’Aquila a Lanciano sono stati solo su base volontaria e si contano sulle dita di una mano. E intendiamo intensificare la nostra presenza su questo territorio”.

Presente al tavolo Tarcisio Fornaciari, direttore territoriale dell’Aquila, pronto a diventare direttore territoriale Emilia-Centro, una delle nove direzioni in cui sarà organizzata la nuova rete distributiva della Bper.

“Confermo che non ci sarà nessuno spostamento di persone, ora la tecnologia ci consente di spostare il lavoro con la rete informatica. A Lanciano e L’aquila tra l’altro saranno decentrate attività che venivano svolte nella sede centrale”, ha affermato Serafini.





“Una banca – ha aggiunto – è un’azienda tra le altre, che svolge al sua attività di credito in un territorio. Oggi ci affacciamo sulla costa adriatico guardando agli operatori turistici del mare, ma non per questo non continuiamo a guardare con enorme interesse agli operatori del turismo della neve, siamo presenti nel settore vitivinicolo e ma anche in quello degli ortaggi nel Fucino, in provincia dell’Aquila”.

Intorno al tavolo ad ascoltare il direttore generale Togni, e ad apprezzarne infine le sue rassicurazioni, i rappresentanti di tutti i gangli vitali dell’economia aquilana, ovvero Stefano Fabrizi, direttore Confagricoltura L’Aquila, Luciano Mari Fiamma, presidente di Apindustria L'Aquila, Americo Di Benedetto, presidente ordine dottori commercialisti L’aquila, Agostino Del Re, direttore Cna L’Aquila, Lorenzo Santilli, presidente Camera di commercio L’Aquila, Celso Cioni, direttore Confcommercio Abruzzo, Elio Masciovecchio, presidente ordine degli ingegneri L'Aquila, Pasquale Cavasinni, direttore Cna Avezzano.

“E’ stato un atto di attenzione e correttezza – commenta la termine dell’incontro Lorenzo Santilli – illustrare alle associazioni di categoria la nuova organizzazione territoriale della Bper. La dislocazione della sede centrale ritengo sia un falso problema, l’importante è che ciò serva a garantire alla banca maggior efficienza a beneficio anche dell’accesso al credito sul territorio aquilano che avremo modo di verificare”.

“L’assetto territoriale della Bper – concorda Cioni – riguarda una loro legittima ed esclusiva scelta imprenditoriale. Il problema che va risolto è la sofferenza delle piccole imprese segnalate alla centrale rischi, a cui sono chiuse le porte del credito”. Filippo Tronca

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