BPER: APPROVATI RISULTATI PRELIMINARI CONSOLIDATI DI GRUPPO 2015

12 Febbraio 2016 12:08

Italia - Economia

L'AQUILA – Il consiglio di amministrazione della Banca popolare dell'Emilia Romagna (Bper), ha esaminato ed approvato i risultati individuali della banca stessa e consolidati di Gruppo al 31 dicembre 2015. L’approvazione del progetto di bilancio della banca e il bilancio consolidato relativi all’esercizio 2015 è prevista inoltre per il prossimo 1 marzo 2016.

L'utile netto complessivo del periodo pari a 29,8 milioni di euro del 2014 associato ad un approccio di ulteriore prudenza nelle politiche di accantonamento con un significativo incremento del coverage ratio passato al 44,2 per cento dal 40,7 per cento di fine 2014.

“Il risultato conseguito – si legge in una nota del gruppo – è in forte crescita rispetto al 2014 anche al netto delle poste non ricorrenti”.

Proposta di un dividendo di 10 centesimi di euro per azione (€ 2 centesimi nel 2014) per la Capogruppo Bper Banca. Commissioni nette in rilevante incremento nell'esercizio (+5,2 per cento) che compensano in buona parte la diminuzione su base annua del margine di interesse (-5 per cento), che peraltro evidenzia una leggera crescita rispetto al trimestre precedente (+0,3 per cento)

Procede l'attività di efficientamento dei costi confermata dal calo degli oneri del personale e delle spese amministrative (su base omogenea rispetto al 2014 rispettivamente -1,4 per cento e -0,9 per cento).

Continua inoltre il trend di miglioramento dell'asset quality: flussi in ingresso a sofferenze e ad inadempienze probabili in forte riduzione rispetto allo scorso anno (rispettivamente -30,8 per cento e -41,3 per cento); rettifiche nette su crediti in calo del 13,2 per cento su base annua pur a fronte di un significativo incremento del coverage ratio dei crediti deteriorati e delle sofferenze rispettivamente pari al 44,2 per cento e al 58,2 per cento (+356 bps e +161 bps da fine 2014) tra i più elevati nel confronto con i diretti competitors; crediti deteriorati netti in calo del 3,6 per cento rispetto a settembre 2015 e del 2,6 per cento da fine 2014, primo importante segnale di inversione del trend dall'inizio della crisi.

Alessandro Vandelli, amministratore delegato di Bper, al termine del consiglio di amministrazione commenta: “Sono estremamente soddisfatto del risultato conseguito nel corso di quest’anno che vede l’utile raggiungere i 220 milioni di Euro, ancorchè influenzato da rilevanti proventi ed oneri straordinari; tale utile registra un forte incremento rispetto allo scorso anno anche se considerato al netto delle voci non ricorrenti. Alla luce di questo positivo risultato economico, dell’ottima solidità patrimoniale e della fiducia nelle prospettive di crescita del Gruppo, il consiglio ha altresì approvato la proposta di distribuzione di un dividendo di 10 centesimi di Euro per azione con l’intento di confermare ai propri soci ed azionisti il ritorno ad un’adeguata e crescente remunerazione del capitale”. 

Secondo Vandelli “A rafforzare ulteriormente i fondamentali del Gruppo, contribuisce anche il continuo miglioramento della qualità del credito, con almeno tre aspetti da evidenziare: il primo è costituito dalla sensibile diminuzione dei flussi in ingresso a crediti dubbi registrato nel 2015 rispetto all’anno precedente; il secondo è il significativo incremento del livello delle coperture sui crediti deteriorati passato dal 40,7 per cento di fine 2014 a oltre il 44 per cento, una delle percentuali più elevate tra i diretti competitors; infine, particolare rilevanza assume il calo dei crediti deteriorati netti, primo importante segnale d’inversione di tendenza dall’inizio della crisi”. 

“A completare un quadro già di per sé positivo – prosegue l'amministratore delegato – concorrono segnali confortanti anche dall’attività di finanziamento alla clientela che evidenzia finalmente una crescita dello stock lordo dello 0,7 per cento per la prima volta dopo circa due anni di cali consecutivi, grazie alla forte accelerazione nelle nuove erogazioni di credito a famiglie ed imprese con un incremento di oltre il 50% rispetto allo scorso anno. In estrema sintesi, tutti questi fattori convergono nel presentare a clienti, soci ed azionisti un Gruppo bancario con una buona redditività, una solida posizione patrimoniale e profili di liquidità, leverage e presidio del credito tra i migliori del sistema bancario italiano”. 

“Nel contempo, sul fronte interno, procede a pieno ritmo l’attuazione delle azioni previste dal Piano industriale 2015-2017 a 12 mesi dalla sua presentazione al mercato – aggiunge inoltre – Tra le attività principali, si ricorda la firma nel mese di agosto dell’accordo sindacale per l’incentivazione all’esodo e per il Fondo di solidarietà relativo al personale, la riorganizzazione della rete distributiva con la chiusura di circa 60 filiali sulle 130 previste in arco Piano”. 

“Nell’attuale delicato contesto di mercato – conclude inoltre Vandelli – assume un particolare rilievo segnalare che è diventata operativa, dal primo gennaio 2016 in linea con i tempi previsti, la nuova società di Gruppo 'Bper Credit Management', dotata di un organico di oltre 170 risorse specializzate, a cui è stata affidata la gestione delle sofferenze. Infine, si conferma che entro il primo semestre dell’anno verrà completato il trasferimento delle filiali nel Banco di Sardegna dalla Banca di Sassari, con la trasformazione di quest’ultima nella società di 'Consumer finance” del Gruppo'”.

CONTO ECONOMICO: DATI PRINCIPALI                                                                                                                                                                           
Il margine di interesse si attesta a € 1.227,5 milioni e risulta in diminuzione del 5% rispetto al 2014, prevalentemente a causa del mutato contesto di mercato e dei tassi di interesse che hanno determinato pressioni sul rendimento dell’attivo non sufficientemente controbilanciate dal pur sensibile calo del costo della raccolta. Il confronto con il trimestre precedente mostra una lieve crescita del margine di interesse dello 0,3% in presenza di un aumento degli impieghi commerciali sia lordi che netti (+1% e 0,6%) e di una tenuta dello spread complessivo. 

Le commissioni nette, pari a € 726,7 milioni, risultano in crescita del 5,2% rispetto allo scorso anno (forte aumento del 6,3% anche nel confronto con il trimestre precedente favorito dalla consueta stagionalità di fine anno), principalmente come effetto combinato di un andamento molto positivo sulla componente commissionale relativa alla raccolta indiretta, con particolare riferimento al comparto del risparmio gestito e “bancassurance” (+42% anno su anno; 27% trimestre su trimestre) e della diminuzione delle commissioni sull’attività commerciale tradizionale, ancora condizionate dalla debole fase congiunturale. Segnali positivi provengono dall’andamento delle commissioni relative a finanziamenti e garanzie, che pur mostrando una variazione negativa del 4% anno su anno, fanno registrare il primo incremento positivo rispetto al trimestre precedente (+2,8%) dopo quasi due anni di variazioni trimestrali negative.





Il risultato netto delle attività di negoziazione (compresi i dividendi pari a € 16 milioni) si attesta a € 363,8 milioni, in crescita del 94,5% rispetto al 2014, che include rilevanti proventi straordinari  per complessivi € 243,3 milioni riferiti alla cessione di una quota del capitale dell’Istituto Centrale delle Banche Popolari Italiane (ICBPI) (€ 174,3 milioni) e all’acquisto di una quota importante del capitale di Arca Sgr che ne ha determinato il trasferimento dal portafoglio “Available for sale – Afs” a “Partecipazioni” con impatto positivo a conto economico per l’azzeramento della preesistente riserva di valutazione (€ 69 milioni); anche al netto di tali componenti, il risultato permane molto positivo a € 120,6 milioni rispetto a € 187,1 milioni del 2014 pur facendo segnare una diminuzione del 35,5% su base annua. Hanno concorso al suddetto risultato utili netti realizzati per € 79,8 milioni, plusvalenze nette per € 10,1 milioni e una componente “Fair Value Option” sulle passività finanziarie negativa per € 3,1 milioni (era negativa per € 19,7 milioni al 31 dicembre 2014) che ha ormai sostanzialmente esaurito i propri effetti. La riserva AFS relativa ai titoli governativi in portafoglio evidenzia plusvalenze per un valore (al netto delle imposte) di € 90,2 milioni (€ 97,9 milioni al 31 dicembre 2014) in aumento di oltre € 6 milioni rispetto a settembre 2015 (€ 84,1 milioni).

La redditività operativa  risulta pari a € 2.370,6 milioni, in aumento del 6,9% rispetto allo scorso anno (+51,1% trimestre su trimestre); al netto dei proventi straordinari sopra citati , tale voce registra una diminuzione pari al 4,1% (la variazione risulta, invece, positiva del 3,7% nel confronto trimestre su trimestre), determinata dal positivo andamento delle commissioni nette (+5,2%) e dagli altri oneri/proventi di gestione (+9,7%), in grado di controbilanciare solo parzialmente i cali del margine di interesse (-5%), del risultato della finanza (-37,6%) e dei dividendi incassati (-17,7%). 
I costi della gestione  risultano pari a € 1.367,5 milioni; su base omogena, quindi al netto degli oneri straordinari presenti nei due esercizi  e dei contributi ordinari al Fondo di garanzia dei depositi e al Fondo di risoluzione unico (€ 21,5 milioni) non presenti nel 2014, essi risultano in calo dell’1% anno su anno. Le spese per il personale ammontano a € 825,1 milioni e includono oneri straordinari, gia previsti dal Piano Industriale 2015-2017, per l’incentivazione all’esodo e per il Fondo di solidarietà, contabilizzati nell’anno per un ammontare calcolato pari a € 58,6 milioni; al netto di tali oneri non ricorrenti, le spese per il personale ammontano a € 766,4 milioni che si confrontano con € 777,0 milioni del 2014, anch’esse al netto di costi straordinari della stessa tipologia pari a € 9,6 milioni, risultando in calo dell’1,4%. Le altre spese amministrative sono pari a € 462,2 milioni e includono, in particolare: 1) il contributo straordinario al Single Resolution Fund (“Srf”) pari a € 40 milioni; 2) le spese relative ai contributi ordinari 2015 al Fondo di garanzia dei depositi “Dgs” (Deposits Guarantee Schemes) e al Single Resolution Fund (“Srf”) per un importo complessivo pari a € 21,5 milioni (di cui € 2,4 milioni allocati nel quarto trimestre e € 19,1 milioni già accertati al 30 settembre 2015 con allocazione alla voce “Accantonamenti netti ai fondi per rischi ed oneri”). Il confronto su base omogenea rispetto al 2014, evidenzia spese amministrative in calo dello 0,9%. Gli ammortamenti su attività materiali ed immateriali ammontano a € 80,2 milioni (+14% anno su anno); il quarto trimestre è stato influenzato, in particolare, da impairment su immobili di proprietà per € 10,5 milioni.

Le rettifiche nette su crediti e su altre attività si attestano a € 737,8 milioni, in diminuzione del 14% rispetto allo scorso anno. Le rettifiche riferibili al comparto del credito risultano pari a € 705,8 milioni rispetto a € 812,7 del 2014 (-13,2%): tale dato include un impairment relativo ad un’obbligazione bancaria subordinata, allocata contabilmente alla categoria “Loans e Receivables”, per l’ammontare totale dell’importo nominale di € 10 milioni (già svalutato nei primi nove mesi per € 7,8 milioni). Il costo del credito complessivo al 31 dicembre 2015 risulta pari a 162 bps in calo dai 185 bps del 2014, a fronte del quale si registra un rilevante aumento delle coperture sui crediti deteriorati salite al 44,2% dal 40,7% di fine 2014. Le rettifiche nette su altre attività ammontano a € 32 milioni in buona parte riferibili a titoli AFS per € 27,3 milioni (erano € 45,5 milioni nel 2014, du cui € 40,3 milioni riferiti Afs).  

Il livello delle coperture dei crediti deteriorati si attesta al 44,2%, in aumento di oltre 350 bps rispetto al 40,7% di fine 2014, mentre la copertura delle sofferenze risulta pari al 58,2%, in significativo incremento rispetto al 56,6% di fine 2014 (senza considerare il valore delle garanzie reali e personali); inoltre, tenuto conto delle svalutazioni dirette su crediti in sofferenza (“write-off”) ancora in essere, pari a € 1,2 miliardi, la copertura si attesta al 64,4%. La copertura delle inadempienze probabili  risulta in significativa crescita al 21,9% rispetto al livello pro-forma  di fine 2014 pari al 18,3% (+360 bps). Le coperture su prestiti scaduti risultano pari al 10%, anchesse in significativo incremento per un valore pari a 195  bps rispetto al 31 dicembre 2014.

Gli accantonamenti netti ai fondi per rischi ed oneri si attestano a € 52,1 milioni (€ 38,8 milioni nel 2014) dopo la riallocazione contabile alla voce “Altre spese amministrative” dell’accertamento della stima dei contributi 2015 ai Fondi “Dgs” e “Srf” di complessivi € 19,1 milioni, effettuato nei primi nove mesi. Tale voce, inoltre, ricomprende accantonamenti straordinari pari a € 4,8 milioni riferibili alla stima dei contributi che si ritiene saranno dovuti per il Fondo di Solidarietà istituito dalla Legge di Stabilità 2016 emanata a fine anno e per lo schema volontario istituito nell’ambito del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi per far fronte al nuovo intervento per Banca Tercas, già effettuato nel 2014 e di recente identificato come aiuto di stato, ed ora rivisto nel suo complesso.

L’utile dell’operatività corrente al lordo delle imposte risulta pari a € 213,5 milioni (€ 58,2 milioni nel 2014). Le imposte sul reddito di periodo risultano positive per € 5,7 milioni (erano negative per € 28,4 milioni al 31 dicembre 2014).
L’utile netto complessivo del periodo risulta pari a € 219,2 milioni (€ 29,8 milioni nel 2014) e comprende una perdita di periodo di pertinenza di terzi pari a € 1,4 milioni (era un utile pari € 15 milioni al 31 dicembre 2014); l’utile netto di pertinenza della Capogruppo risulta pertanto pari a € 220,7 milioni (€ 14,8 milioni al 31 dicembre 2014).

STATO PATRIMONIALE: DATI PRINCIPALI                                                                                                              

La raccolta diretta da clientela (debiti verso clientela, titoli in circolazione e passività finanziarie va¬lutate al fair value) si attesta a € 47,3 miliardi in crescita del 2,3% rispetto alla fine del 2014, registrando un rilevante incremento della componente relativa ai conti correnti e depositi liberi (+1,5 €/miliardi; +5,6%) e dei pronti contro termine (+0,8 €/miliardi; +75,3%) ed un contestuale decremento dei depositi vincolati (-0,5 €/miliardi; -18,4%) e della componente obbligazionaria (-0,5 €/miliardi; -6,0%); le obbligazioni sottoscritte dalla clientela retail risultano in calo di € 2,0 miliardi, in larga parte sostituite da quelle collocate presso la clientela istituzionale in incremento di € 1,5 miliardi. La raccolta diretta è costituita per il 66,5% da conti correnti e depositi liberi e vincolati a breve scadenza. 

La raccolta indiretta da clientela, valorizzata ai prezzi di mercato, è pari a € 30,4 miliardi, in aumento del 7,7% nell’anno. In particolare, la raccolta amministrata cresce del 3,0% nell’anno e la raccolta gestita risulta in forte crescita del 13,2% da fine 2014 registrando una raccolta netta pari a € 1,8 miliardi nel periodo, in aumento di oltre il 60% rispetto allo scorso anno (€ 1,1 miliardi) . Il portafoglio premi assicurativi, non compreso nella raccolta indiretta, ammonta a € 3,8 miliardi, evidenziando una notevole crescita da inizio anno (+23,6%), pressoché totalmente riferibile al ramo vita.

I crediti verso la clientela, al netto delle rettifiche di valore, sono pari a € 43,7 miliardi che, pur evidenziando un calo dello 0,5% rispetto a fine 2014, risultano in incremento sia rispetto al dato di settembre 2015 (+0,6%) sia di giugno 2015 (+0,6%) per la prima volta dopo circa due anni di cali consecutivi; l’inversione di tendenza, che dovrà trovare conferma nei prossimi trimestri, è anche conseguenza di una certa vivacità dell’attività di prestito alla clientela che mostra dei buoni risultati della nuova produzione di impieghi nell’anno (+53,5% rispetto allo scorso anno), con un andamento particolarmente positivo nel segmento “privati” (+96,7%) e nel segmento “imprese” (+26,1%). Nell’ambito delle specifiche forme tecniche, si conferma la performance positiva del comparto relativo ai mutui residenziali che registrano una crescita degli importi delle nuove erogazioni del 73,2% rispetto al 2014. 

L’ammontare dei crediti deteriorati netti (sofferenze, inadempienze probabili e scaduti) è di € 6,4 miliardi, in significativo calo anno su anno (-2,6%) facendo segnare la prima rilevante diminuzione dello stock dall’inizio della crisi a conferma di un’inversione del trend del deterioramento della qualità del credito. Nel dettaglio, la componente di sofferenze è pari a € 3,0 miliardi (+5,5% da fine anno) con un livello di copertura del 58,2% (56,5% al 31 dicembre 2014; +161 bps), le inadempienze probabili  nette sono pari a € 3,1 miliardi in forte calo dell’11,1% da fine 2014 con un livello di copertura del 21,9% (18,3% al 31 dicembre 2014; +360 bps) e i crediti scaduti netti sono pari a € 0,3 miliardi (+32,9% dalla fine dello scorso anno) con una copertura pari al 10%. Tali voci presentano tutte, come già detto, buoni livelli di copertura evidenziando un coverage ratio complessivo del 44,2% rispetto al 40,7% della fine dello scorso anno, senza considerare il valore delle garanzie reali e personali.  

La posizione interbancaria netta risulta negativa per € 4,4 miliardi rispetto a € 4,8 miliardi di fine 2014 ed è determinata dallo sbilancio tra i crediti verso banche di € 1,1 miliardi e i debiti della stessa na¬tura pari a € 5,5 miliardi. L’ammontare complessivo del rifinanziamento con la Banca Centrale Europea risulta pari a € 3 miliardi, di cui € 1 miliardo riconducibili a finanziamenti a breve termine e € 2 miliardi all’operazione “TLTRO” (“Targeted Longer Term Refinancing Operations”). Gli strumenti finanziari, utilizzabili come collaterale per operazioni di rifinanziamento sul mercato, ammontano a € 11,9 miliardi al netto dell’haircut, di cui € 5,2 miliardi disponibili. 

Le attività finanziarie ammontano complessivamente a € 11,5 miliardi, in incremento del 12,2% rispetto alla fine del 2014, e sono pari al 18,9% del totale attivo. I titoli di debito rappresentano il 92,5% del portafoglio complessivo ed ammontano a € 10,7 miliardi: di essi, € 6,7 miliardi sono riferiti a titoli governativi, in massima parte rappresentati da titoli di Stato italiani, mentre € 3,2 miliardi sono riferiti a banche ed enti sovranazionali. 

A fronte delle attività disponibili per la vendita (AFS) pari a € 8 miliardi, sono complessivamente presenti riserve da valutazione positive per € 161,8 milioni, al netto della relativa componente fiscale, come risultanza della sommatoria di riserve positive riferite ai titoli di debito, titoli di capitale e OICR per un valore di € 182,6 milioni e di riserve negative per € 20,8 milioni. Inoltre, relativamente al portafoglio delle attività finanziarie detenute fino a scadenza (“HTM”) pari a € 2,7 miliardi, la differenza tra il fair value ed il valore di bilancio, al netto della relativa componente fiscale, risulta positiva (“riserva implicita netta”) per € 130 milioni.





I mezzi patrimoniali complessivi al 31 dicembre 2015 ammontano a € 5,7 miliardi (+2,6% rispetto a fine 2014), con una quota di patrimonio di pertinenza di terzi pari ad € 0,6 miliardi. Il patrimonio netto consolidato del Gruppo, che include il risultato del periodo, si attesta a € 5 miliardi, in incremento del 3,2% da fine 2014.
Capital ratios                                                                                                                                                                                 
I ratios patrimoniali, ancora determinati sulla base della metodologia standard per i requisiti sul rischio di credito e di mercato e calcolati pro-forma , si evidenziano come segue: “Common Equity Tier 1 ratio (Phased in)” pari all’11,54% (11,62% al 30 settembre 2015 e 11,26% al 31 dicembre 2014). In regime di piena applicazione (Fully Phased), l’indice è stimato pari all’11,21%; “Tier 1 ratio (Phased in)” pari all’11,65% (11,71% al 30 settembre 2015 e 11,29% al 31 dicembre 2014); “Own Funds ratio (Phased in)” pari al 12,80% (13,10% al 30 settembre 2015 e 12,24% al 31 dicembre 2014).                                                                                                                                                                          
Il Gruppo è presente in diciotto regioni italiane con 1.216 sportelli bancari, oltre alla Sede in Lussemburgo di BPER (Europe) International s.a., in diminuzione di 57 sportelli nel periodo (erano 1.273 alla fine del 2014) in attuazione del Piano industriale 2015-17 che prevede la chiusura di circa 130 filiali nel triennio.
I dipendenti del Gruppo sono pari a 11.447 unità, in calo di 146 unità nell’anno (erano 11.593 a fine 2014).

LA CAPOGRUPPO BANCA POPOLARE DELL'EMILIA ROMAGNA                                                                             

Il bilancio d’esercizio della Banca al 31 dicembre 2015, contestualmente approvato in via preliminare dal Consiglio di Amministrazione, evidenzia i valori patrimoniali ed economici di seguito riportati (inclusi proventi e oneri straordinari di diversa natura), direttamente confrontati con quelli dell’esercizio 2014.
Stato patrimoniale:la raccolta diretta è di € 34,8 miliardi (+1,2%); la raccolta indiretta risulta valorizzata in € 26,8 miliardi (+6,3%);   
i crediti netti verso clientela sono pari ad € 33,9 miliardi (-1,1%), con una componente di crediti deteriorati pari a € 4,3 miliardi (-3,3%), che rappresentano il 12,7% del totale (12,9%) e il cui livello di copertura è pari al 46,1% (41,9%); la quota rappresentata dalle sofferenze è pari a € 1,9 miliardi (+3,8%) che rappresenta il 5,6% del totale dei crediti netti, con un livello di copertura pari al 60,9% (58,6%); il patrimonio netto, comprensivo del risultato di periodo, è pari € 4,8 miliardi (2,6%).

Per quanto riguarda il conto economico: il margine di interesse si attesta a € 898,2 milioni (-3,8%); le commissioni nette risultano pari a € 545,6 milioni (6,0%); il margine d'intermediazione è di € 1.717,2 milioni (+7,3%); il risultato netto della gestione finanziaria si attesta a € 1.132,1 milioni (+22,2%);
i costi operativi, che comprendono in positivo i proventi di gestione, sono pari a € 973,5 milioni (+9,4%); il risultato dell’esercizio, al lordo delle imposte, è positivo per € 153,7 milioni (€ 28,7 milioni); Il risultato netto di esercizio, considerata l’incidenza positiva del carico fiscale pari a € 8,2 milioni, determina un utile d’esercizio pari a € 162 milioni (€ 15,4 milioni).

PROPOSTA DI DESTINAZIONE DELL'UTILE D'ESERCIZIO DELLA BPER                                                                  

Il consiglio ha approvato la proposta di destinazione dell’utile di esercizio realizzato dalla Banca (per un ammontare pari a € 161.962.354), con la distribuzione di un dividendo unitario in contanti pari a 0,10 Euro per ciascuna delle 481.308.435 azioni rappresentative del Capitale sociale (al netto di quelle che saranno detenute in portafoglio alla data di stacco cedola: n. 455.458 al 31 dicembre 2015), per un ammontare complessivo pari a € 48.130.843,50.
L’esigibilità del dividendo, che sarà sottoposto all’approvazione dell’Assemblea dei Soci, è fissata secondo il calendario di Borsa Italiana S.p.A., a far tempo dal 25 maggio 2016. Ai fini della quotazione del titolo, il suo stacco avrà luogo lunedì 23 maggio 2016, mentre la record date è fissata per martedì 24 maggio 2016.  

PREVEDIBILE EVOLUZIONE DELLA GESTIONE                                                                                                      

Secondo la nota della Bper, “la ripresa dell’economia italiana, incominciata lo scorso anno, sembra poter continuare anche nel 2016. I primi segnali di miglioramento del trend dei finanziamenti si sono concretizzati, sia con riferimento al comparto dei privati sia a quello delle imprese. Nel 2016, la dinamica degli impieghi alla clientela dovrebbe migliorare e consolidarsi anche grazie a fattori economici e di politica monetaria particolarmente favorevoli”. 

“Il livello ancora molto contenuto dei tassi di mercato e l’elevata competitività sull’attività tradizionale di finanziamento alla clientela continueranno ad esercitare pressione sul rendimento dell’attivo, anche se con intensità in graduale riduzione – si legge nella nota – Al contempo, le azioni di repricing del passivo consentiranno un ulteriore calo del costo della raccolta volto a contenere le pressioni sul margine. Un contributo positivo ai ricavi è atteso dalla componente commissionale, specie per ciò che riguarda il comparto dell’asset management”. 

“I costi del personale sono attesi in lieve calo, mentre le spese amministrative recepiranno gli effetti relativi all’attuazione dei progetti del piano industriale – conclude la nota – Il forte rallentamento dei flussi di nuovi crediti problematici registrato nel corso dell’esercizio appena concluso dovrebbe continuare anche nel 2016, contribuendo a migliorare sensibilmente il costo del credito rispetto al 2015. L’insieme di questi fattori dovrebbe sostenere le prospettive di redditività ordinaria del Gruppo per l’anno in corso. 

 

 

 

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