BIOMASSE: CANCELLATA MORATORIA REGIONALE, TUTTO DA RIFARE

19 Maggio 2014 16:50

L'Aquila - Cronaca

L'AQUILA – Cancellata lo scorso 9 maggio la moratoria per il fotovoltaico, l'eolico selvaggio e le centrali a biomasse con potenza superiore a 1 MW, approvata dal Consiglio Regionale a fine aprile, su proposta del consigliere Maurizio Acerbo che ha espresso in proposito “il più profondo disprezzo”. 

Tra le centrali a biomasse coinvolte, anche quella di Bazzano (L'Aquila) per la quale si aspetta la sentenza del Tribunale amministrativo regionale, che il prossimo 21 maggio deciderà se procedere con i lavori o bloccarli, dopo il ricorso dei comitati no biomasse. 

Se infatti la moratoria non fosse stata bloccata e il Tar si fosse pronunciato contro l'iter autorizzativo dell'impianto del capoluogo, infatti, la centrale sarebbe potuta rientrare nel blocco di sei mesi imposto alle nuove autorizzazioni. 

“L'emendamento sottoscritto da PD e Forza Italia (Giovanni D'Amico, Sospiri e altri) è stato cinicamente inserito nel provvedimento fuori sacco con cui si stanziavano fondi per Cotir e Mario Negri Sud – commenta – Approfittando della mia momentanea assenza, sono arrivato in ritardo perché impegnato in una trasmissione in tv con Chiodi, i meschini hanno cancellato una norma di importanza enorme per la salvaguardia ambientale del nostro territorio”.

“Ancora una volta si conferma che come ambientalisti e cittadini dobbiamo combattere un nemico bipartisan che da anni saccheggia la Regione Verde – prosegue – La moratoria approvata lo scorso 16 aprile era stata salutata come un esempio a livello nazionale ed era stata richiesta da tutte le associazioni ambientaliste. È sempre più chiaro che per difendere la nostra terra non ci si può certo affidare ai caravanserragli lobbistici e affaristici di Chiodi e D'Alfonso e che in Abruzzo c'è bisogno di una svolta ambientalista. Bloccheremo i lavori del Consiglio Regionale se non sarà riapprovata questa misura di tutela in apertura della prossima legislatura”. 





CHIODI: “ERA INCOSTITUZIONALE. NON E' CANCELLAZIONE DEFINITIVA”

Il presidente della Regione Gianni Chiodi ha già spiegato che non si tratta di una cancellazione definitiva ma di un atto dovuto perché l’emendamento “era incostituzionale, era stato scritta male, prevedeva costi eccessivi e avrebbe creato moltissime difficoltà soprattutto per quanto riguarda il settore delle biomasse”.

“Nessuno intende violentare il territorio, né tantomeno infliggere colpi mortali al patrimonio ambientale abruzzese – ribatte il presidente ad Acerbo – Più semplicemente, abbiamo bloccato un disegno di legge che non aveva i criteri della costituzionalità e che quindi non sarebbe mai andato a buon fine”.

La legge, secondo il presidente della Regione “prevedeva costi eccessivi e avrebbe creato moltissime difficoltà soprattutto per quanto riguarda il settore delle biomasse, dove abbiamo rilevato più di una criticità nel testo arrivato in Consiglio regionale. Il nostro obiettivo è quello di riscrivere la legge mantenendo le finalità e gli obiettivi di tutela ambientale, ma senza incorrere nella scure di impugnazioni o di giudizi di illegittimità.

“Acerbo stia tranquillo perché la salvaguardia del nostro patrimonio ambientale è sempre stata uno dei nostri obiettivi, come dimostra la netta contrarietà da noi espressa in questi cinque anni al centro oli e a tutti i progetti per la ricerca degli idrocarburi liquidi. La salvaguardia del nostro territorio è un bene irrinunciabile e lo abbiamo dimostrato nel corso di questi anni con atti e prove concrete, senza possibilità di smentite”, conclude.

D'AMICO: “NON NORME PUNITIVE MA UN RINNOVATO E RAZIONALE PIANO ENERGETICO REGIONALE”





Dello stesso parere di Chiodi anche il vicepresidente del Consiglio regionale Giovanni D’Amico (Pd) che nei giorni scorsi aveva firmato l’emendamento “Il consigliere Acerbo era informato sulla sua incostituzionalità oltre che al pericolo di danno erariale per la Regione Abruzzo – afferma – Quanto agli interessi tutelati, chi mi conosce sa che io rispondo ed ho sempre risposto esclusivamente all'interesse di tutti i cittadini abruzzesi”. 

“La norma che, nella sua forma (completa dell'articolo 14), per la quale avevo votato contro – ricorda –  sospendeva le procedure di autorizzazione alla realizzazione di impianti energetici da fonti rinnovabili sino all’adozione del Piano Regionale per le Energie Rinnovabili, ma contrastava con l'art.. 12 del Dlgs. n. 387/2003, che, impone la conclusione dei procedimenti entro il termine massimo, esso rappresenta un principio vigente in materia di produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell’energia (Corte Costituzionale 9/11/2006, n. 364)”.

“Essa inoltre vietava in maniera del tutto generica l’installazione di impianti di produzione di energia rinnovabile in alcune zone – prosegue – e perciò, oltre a trasgredire le prescrizioni vincolanti definite dall’art. 12 Dlgs. n. 387/2003 e dall’art. 17 delle Linee guida approvate con DM 10 settembre 2010, contrastava  con il diritto europeo, che favorisce la  diffusione dell'utilizzo delle fonti rinnovabili: contrasto non confutabile, in quanto già rilevato in casi analoghi dalla Corte Costituzionale”.

“Proprio il consolidamento e la notorietà delle indicazioni provenienti dalla giurisprudenza costituzionale rendono inescusabile il rifiuto di tenerne conto ed avrebbero esposto certamente la Regione, in caso di promulgazione dell'art14 proposto da Acerbo che, nella sua formulazione  assumeva una responsabilità di carattere patrimoniale nei confronti di tutti i soggetti che da essa fossero illegittimamente pregiudicati – precisa D'Amico – Pertanto, anche al fine di preservare l’Amministrazione da tali gravissime conseguenze, con la proposta di abrogazione ho esercitato il diritto e l'obbligo del legislatore di non  compiere atti destinati a danneggiare la Regione”. 

“Alcune ditte già in possesso di requisiti e autorizzazioni ci paventarono la possibilità di ricorsi e annunciarono relazioni tecniche e tematiche sull'argomento – conclude – Resto assolutamente convinto invece che sia urgente un rinnovato piano energetico regionale che coordini sostenibilità, tutela ambientale e del paesaggio, condivisione sociale, sviluppo economico. Tale piano sarà urgente nella prossima legislatura regionali, fuori da logiche punitive che non aiutano ma penalizzano ulteriormente l'intero Abruzzo”. 

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