BIMBI ITALIANI SONO PIU’ POVERI, SCUOLA NON RIESCE A RIDURRE IL GAP SOCIO-ECONOMICO

14 Novembre 2017 16:06

Italia -

ROMA – Aumentano in Italia i bambini che vivono in povertà assoluta. 

E non sempre la suola riesce a colmare il gap socio-economico che c'è tra loro e chi è più fortunato.

Questo l'allarme che lancia Save the Children, attraverso l'Atlante dell'infanzia a rischio “Lettera alla scuola”, presentato oggi a Roma e pubblicato da Treccani.

Nel 2016, ricorda Save the Children, un bambino su otto vive in condizioni di povertà assoluta, il 14% in più rispetto all'anno precedente. E le diseguaglianze sociali “continuano a riflettersi sul rendimento degli alunni”. 

Il tasso di ripetenze è 6 volte maggiore nelle scuole che presentano un indice socio-economico e culturale più basso: più di un quindicenne su 4 (27,4%) contro una quota di quasi uno su 23 (4,4%) negli istituti con indice alto. 





Una differenza di 23 punti percentuali, contro una media Ocse del 14,3%. 

Inoltre, tra chi proviene da un contesto svantaggiato, quasi uno su due (47%) non raggiunge il livello minimo di competenza in lettura, otto volte tanto rispetto a un coetaneo cresciuto in una famiglia agiata (6%). 

La provenienza incide anche sulla dispersione scolastica: il rischio, sottolinea Save the Children, è “elevato” tra i bambini e i ragazzi che vivono in condizioni di disagio. In generale, l'abbandono è un problema che ogni anno può riguardare “oltre 130 mila ragazzi” e “continua a essere tra le sfide maggiori per la scuola italiana”. 

Save Children, 6 su 10 fuori da attività culturali – Attività culturali e ricreative irraggiungibili per 6 bambini su 10. 

In Italia il 59,9% dei ragazzi tra i 6 e 17 anni non riesce a svolgere in un anno quattro attività culturali tra accesso a internet, lettura, sport, visite a siti archeologici e musei, partecipazione a spettacoli teatrali e concerti. 





Lo ricorda l'Atlante dell'Infanzia a rischio “Lettera alla scuola” di Save the Children, pubblicato da Treccani e presentato oggi a Roma. 

La povertà culturale si accentua tra i bambini con risorse economiche scarse o insufficienti rispetto a quelli che vivono in famiglie con risorse ottime o adeguate. 

L'accesso a internet almeno una volta nel corso dell'anno non è stato possibile per un ragazzo con risorse limitate su tre (34,8%), contro il 25% tra chi è più agiato. 

Il 58,1% non ha letto neanche un libro (contro il 48,9%), il 53,5% non ha fatto sport in modo continuativo (34,6%), il 77,9% non ha visitato monumenti e siti archeologici (63,6%), l'82,3% non ha assistito a concerti (73,3%), il 64,6% non ha visitato mostre o mostre (48,1%), il 75,6% non è mai andato a teatro (64,1%). 

Rispetto alla media nazionale del 59,9%, a livello regionale, è il Trentino – Alto Adige a raggiungere il risultato migliore, con valori tra il 41,8 e 42,8%. Fanalino di coda invece Campania, Calabria e Sicilia, con valori tra 75,5 e 78,2%. 
   
 

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