UNA MAMMA DENUNCIA: ''GRADUATORIA SOLO A NOVEMBRE, CIFRE ELEVATE''

BANDO ESENZIONE TROPPO LENTO, INTANTO INDIGENTI AQUILANI PAGANO

16 Ottobre 2014 08:23

L'Aquila - Cronaca

L'AQUILA – L'alluvione di Genova e le mancate opere idrauliche, hanno dimostrato per l’ennesima volta che i tempi della burocrazia non corrispondono a quelli della vita delle persone.

In piccolo lo conferma anche ciò che accade all’Aquila, a una madre di due figli. Che avrebbe diritto, in base al suo reddito Isee, all’esenzione del pagamento della mensa scolastica e dello scuolabus.

Ma che non può fruire, assieme ad altre famiglie, di questo diritto perché il Comune dell’Aquila il bando per ottenere l’esenzione lo ha indetto solo il 1° ottobre con chiusura il 24 e la graduatoria non sarà pronta prima di novembre, dato che poi ci sarà la fase della verifica dei requisiti.





A denunciare ad AbruzzoWeb questa anomalia, una donna sfollata la progetto C.a.s.e, che preferisce rimanere anonima per tutelare i suoi figli.

A un mese dall’inizio della scuola, spiega, “non ho ancora ricevuto i blocchetti di buoni dal Comune e, come altri genitori che hanno diritto all’esenzione, devo pagare i pasti della mensa, circa 2 euro l’uno, e il trasporto scolastico, di circa 20 euro al mese”. Cifre non indifferenti per chi è disoccupato con figli a carico, e non ha fonti di reddito.

“Il costo di un blocchetto che ora devo pagare è di 51,82 euro e da diritto a 25 pasti – prosegue – Fino a novembre, se va bene, dovrò pagare solo per i pasti dei miei due figli oltre 300 euro. Per le persone in difficoltà economica come me, in una città dove non si trova uno straccio di lavoro, sono una bella somma”.

“Non capisco perché il bando non sia stato fatto prima del’inizio della scuola. E soprattutto non capisco perché abbiano bocciato la mia richiesta di esentarmi intanto dal pagamento, visto che il mio reddito non è cambiato dall’anno scorso. Nel caso non ne avessi avuto diritto, dopo i controlli, avrei rimborsato quanto non mi sarebbe spettato”.





Da quanto raccontato dalla madre in rivolta, il Comune, però, ha risposto picche, giustificandosi con il fatto che non avrebbe saputo come giustificare quell’esenzione prima di un bando e dei controlli reddituali.

Formalmente ineccepibile, se non in un punto: il bando, avrebbero suggerito il buon senso e anche la logica, andava fatto prima che iniziasse l’anno scolastico e la fruizione dei servizi da esentare.

Il caso non è ovviamente isolato. E con i dati aggiornati del Comune, si potrebbe calcolare quanto il Comune ha risparmiato semplicemente posticipando un bando e la fruizione concreta, e non solo sulla carta, di un diritto sociale. Filippo Tronca

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