BANCHE E USURA: PARLA LEGALE FINDOMESTIC, ”SENTENZA TRIBUNALE SULMONA E’ ISOLATA”

di Eleonora Marchini

16 Gennaio 2018 07:00

L'Aquila - Cronaca

L’AQUILA – Banche, società finanziarie e tassi di interesse usurari applicati nella concessione di mutui e prestiti: sarebbero meno del previsto i contenziosi in Abruzzo e quasi nessuno risolto a sfavore degli istituti di credito, cause intentate dai clienti che contestano, tra le altre cose, tassi applicati superiori alla soglia dell’usura. 

Nelle scorse settimane aveva fatto scalpore una sentenza emessa dal Tribunale di Sulmona (L’Aquila) che riconosceva a una cliente della Findomestic Banca Spa il tasso di usura applicato dalla società del gruppo bancario internazionale Bnl- Bnp Paribas nel calcolo degli interessi previsti per la concessione di un prestito di circa 60 mila euro. 

Il tribunale si è così espresso contro Findomestic e la cliente dovrà restituire solo la quota residua del capitale, senza gli interessi.

Una vicenda raccontata da questo giornale con la testimonianza dei consulenti tecnici di parte che hanno spiegato come spesso, nel conteggio degli interessi da applicare su prestiti e mutui, sia “facile incorrere in situazioni poco trasparenti per chi ricorre allo strumento del credito al consumo, poiché non verrebbero conteggiate nel computo le spese accessorie”.

In difesa dell’operato di Findomestic Banca spa è intervenuto l’avvocato Lucio Leopardi, legale della società finanziaria da lungo tempo, che ha precisato alcuni aspetti della sentenza e fornito ulteriori dettagli anche sulla diffusione delle cause che, secondo quanto illustrato dallo stesso avvocato, per la quasi totalità dei casi riguardano “opposizioni a decreti ingiuntivi, dovuti a insolvenza dei clienti”. 





“Dal 2011, le opposizioni a decreti ingiuntivi di Findomestic Banca Spa, in Abruzzo, che contestavano anche l’eccezione di superamento del tasso di soglia di usura, sono state in numero di 29 su 87 richieste di ingiunzioni – ha riepilogato il legale ad AbruzzoWeb – E solo per tre di queste è stata disposta una perizia tecnica effettuata da un consulente, le opposizioni sono state tutte rigettate e risolte a favore di Findomestic. Sulla questione tasso di interesse, in particolare, solo la causa della cliente di Sulmona è stata considerata sfavorevole su questo punto, oltretutto per una perizia effettuata inizialmente a favore di Findomestic e successivamente modificata a favore della cliente, pur basandosi sugli stessi identici dati a disposizione del perito”. 

Una questione giocata sul filo del dettaglio tecnico, cosa frequente in tema di diritto bancario, anche se “ le normative e le indicazioni provenienti dalla Banca D’Italia in tema di tassi usurari sono chiare”, ha aggiunto Leopardi. 

Nel caso in questione “La cliente non ha fatto causa alla banca, ma ha fatto opposizione a un decreto ingiuntivo emesso nel 2011 dal tribunale di Sulmona e fra le varie motivazioni ha eccepito anche l’entità degli interessi convenzionali applicati – ha spiegato – Durante questa causa sono cambiati ben quattro giudici dal 2011 ad oggi, ci sono state due perizie fatte dallo stesso perito la prima delle quali era positiva per Findomestic, mentre la seconda è risultata negativa: i parametri di valutazione considerati erano identici”.

“Tanto che nessuno si spiega come sia potuta accadere una cosa di questo genere”, ha detto ancora.

Dopo un tentativo andato a vuoto, proposto dal primo giudice incaricato del processo, di giungere a una transazione che potesse chiudere la vicenda e “una richiesta avanzata da Findomestic di ottenere una terza perizia con un consulente diverso”, la sentenza ha “confermato il decreto ingiuntivo, oltre interessi e rivalutazione di legge, dal momento della notifica”. 

Secondo il legale, quindi, “a differenza di quanto affermato dal consulente di parte, questa è la prima sentenza che riconosce il superamento della soglia del tasso di usura. Stiamo parlando di una cliente che del suo debito ha pagato una percentuale irrisoria, un caso in cui il danno subito dalla stessa, eventualmente esistesse, si dovrà dimostrare in sede opportuna. Findomestic concede finanziamenti da vent’anni. Io la rappresento per le zone dell’Aquila, Avezzano, Teramo, Sulmona e non ho mai avuto sentenze negative in riferimento al superamento della soglia di usura”.





Si tratterebbe dunque di una sentenza “isolata con una perizia prima a favore di Findomestic, poi contro ma basata sugli stessi dati a disposizione del perito, un contenzioso che riguarda un prestito per una cifra elevata a suo tempo concessa e per la quale è stato pagata solo una minima parte, e non è stata accettata la proposta di saldo e stralcio avanzata dalla finanziaria per chiudere la partita. Anche senza il conteggio degli interessi si è a poco meno del capitale iniziale da dover restituire. Perché la cliente – ha sottolineato ancora l’avvocato Leopardi – comunque dovrà restituire il capitale iniziale. E a suo carico sono state poste anche le spese di consulenza”. 

Insomma, una sentenza dai contorni sfumati che da un lato vede il giudice tener conto della nuova perizia sfavorevole alla finanziaria, dall’altro lo stesso giudice non reinviare gli atti alla procura della Repubblica, come si procede di solito per i casi di usura, e addossare le spese di perizia alla cliente.

“Stiamo parlando di cause che sono per la maggior parte opposizioni a decreti ingiuntivi, avviate nel tentativo di prendere tempo – ha detto a tal proposito il legale della Findomestic – e sulle poche per le quali c’è stata anche una perizia, specifica, sono state tutte rigettate le opposizioni,non se ne conta nessuna che abbia dato ragione al debitore. Proprio perché ci si tiene a un livello più basso, in fatto di tassi, per evitare questo tipo di problemi. E stiamo parlando di un settore in cui i contenziosi bancari, questo sì, significano cifre importanti. Per una finanziaria che ha centinaia di migliaia di clienti è controproducente comportarsi in modo tale da attirarsi la possibilità di qualche migliaio di cause”.

Forse, come ha  fatto notare sempre il legale, il tutto potrebbe rientrare in una sorta di “moda”, quella delle cause per i risarcimenti, che negli ultimi anni ha visto il nascere di numerosi centri di assistenza specializzata “che invogliano i clienti con la prospettiva di ottenere un guadagno senza anticipare spese”. 

““Findomestic si attiene alle norme, in fatto di tassi, stabilite con chiarezza nelle circolari della Banca D’Italia e anche per questo è al primo posto per il finanziamento del credito al consumo in Italia. I numeri del contenzioso in rapporto al numero di clienti seguiti rimangono nell’ambito del normale rischio d’impresa e della crisi generale e sono fisiologici e mai patologici”, ha concluso Leopardi. 

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