BANCA ETRURIA: PARTI CIVILI AL PROCESSO SUL CRAC, I RISPARMIATORI SPERANO ANCORA

di Marco Signori

21 Novembre 2017 07:00

L'Aquila - Cronaca

L'AQUILA – Una settantina di obbligazionisti hanno ottenuto il rimborso dell'80 per cento delle somme andate in fumo, una decina hanno aderito all'arbitrato e i restanti hanno fatto richiesta di costituzione di parte civile nel processo in corso ad Arezzo per bancarotta fraudolenta.

L'avvocato Vanna Pizzi, difensore di circa duento clienti truffati da Banca Etruria, di cui un centinaio della sola filiale abruzzese di Pizzoli (L'Aquila) costituiti nel Comitato difesa risparmiatori, fa il punto con AbruzzoWeb in vista dell'udienza in programma nei prossimi giorni in Toscana in cui il giudice dovrà decidere se ammettere i risparmiatori come parti civili.

Tra questi ultimi ci sono coloro che non sono riusciti ad ottenere il rimborso, una decina in tutto.

Gli altri, la maggior parte, hanno sfruttato l'opportunità offerta dal governo, “che aveva dato la possibilità di accedere al rimborso dell'80 per cento delle somme perdute in obbligazioni subordinate a seguito del crack di Banca Etruria”.





Si tratta, spiega la Pizzi, di piccoli risparmiatori.

Al rimborso, infatti, ha potuto accedere soltanto chi “aveva un reddito inferiore ai 35 mila euro l'anno e un patrimonio non superiore a 100 mila euro detenuto presso la banca. Uno dei due parametri era sufficiente ad accedere al rimborso”.

“Ne deriva che coloro che hanno ottenuto il rimborso automatico hanno anche subito una perdita secca del 20 per cento, per il recupero del differenziale possono ancora oggi intraprendere la strada giudiziale civile”, fa notare l'avvocato, che ricorda come la tempistica per l'istanza si sia conclusa l'estate scorsa e che tutti gli interessati hanno già avuto l'attribuzione delle somme dovute.

“Coloro che non sono riusciti ad ottenere il rimborso perché avevano un reddito più alto o un patrimonio maggiore”, spiega la Pizzi, “hanno altre tre vie, La prima è costituita dalla possibilità che alcuni hanno avuto di presentare al giudice penale istanza di costituzione di parte civile nel procedimento per bancarotta aperto ad Arezzo, per il quale proprio in questi giorni si stanno tenendo le udienze, siamo ancora nella fase iniziale del processo, quindi il giudice deve ancora valutare e decidere sulle tremila richieste avanzate dai risparmiatori. La parte legittimata per legge a costituirsi è la Nuova Banca Etruria e si è già costituita, con il liquidatore, contro ex dirigenti del periodo 2013”.





Inoltre, sempre per costoro che c'è una seconda via per provare a ottenere il rimborso delle somme perdute, ovvero la procedura arbitrale.

“Qualora cioè ci fossero prove, sulla base della documentazione bancaria, delle mancanze di trasparenza compiute dalla Banca nei confronti del cliente, configuranti l'inadempimento dell'istituto agli oneri contrattuali, il governo ha previsto la possibilità di intentare una vera e propria causa”, dice l'avvocato, “saranno tre arbitri presso l'Anac a giudicare”.

“Sono una decina i risparmiatori di Pizzoli che hanno aderito a questa ulteriore procedura che il governo ha aperto il 12 luglio scorso, riservata a chi non avesse già presentato domanda di indennizzo automatico dell'80 per cento”, continua la Pizzi, “si avevano 4 mesi di tempo e i termini sono scaduti il 12 novembre”.

“Infine, la terza ed ultima via è costituita dalla causa civile nei confronti della banca, per il grave inadempimento contrattuale attuato dalla banca al momento della negoziazione nei titoli subordinati o nelle azioni dell’istituto, tale via è perseguibile da tutti i risparmiatori rimasti coinvolti nella nota vicenda compreso anche chi ha già ottenuto l’indennizzo dell’ottanta percento al fine di recuperare la perdita secca subita”.

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