CLIMA TESISSIMO NELLA MAGGIORANZA DI CENTROSINISTRA, IL CONSIGLIERE PIDDINO PREOCCUPATO ANCHE PER I FONDI CHE POTREBBERO FINIRE ALTROVE

ATER UNICA: IN REGIONE E’ SCONTRO PIETRUCCI A DI MATTEO, ‘L’AQUILA ORA NO’

di Roberto Santilli

28 Gennaio 2015 20:53

Regione - Politica

L’AQUILA – Clima tesissimo, non è la prima volta, in seno alla maggioranza di centrosinistra in Regione Abruzzo sul difficile tema della proposta di legge per l’unificazione delle cinque Aziende territoriali per l’edilizia residenziale (Ater) con cui si vuole portare alla nascita dell’Agenzia territoriale per l’edilizia, l’Are, una società per azioni, soluzione su cui le istituzioni nutrono speranze ma anche forti perplessità.

Ad essere molto preoccupato è il consigliere aquilano del Partito democratico Pierpaolo Pietrucci, il quale, dopo una riunione di fuoco nelle stanze regionali ha inviato una lettera all’assessore ai Lavori pubblici, di maggioranza come Pietrucci, Donato Di Matteo, e per conoscenza anche al presidente della Giunta, Luciano D’Alfonso, al vice presidente, Giovanni Lolli, e al sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente.

In sostanza, Pietrucci vede alcuni pesanti rischi per l’Ater aquilana, impantanata in una ricostruzione post-sisma piuttosto lenta e difficile, nel delicato passaggio da cinque Ater al corpo unico dell’Are.

Perché, ad esempio, spiega il consigliere regionale nella lettera, “tutti i fondi che il ministero dell’Economia e delle finanze trasferisce all’Ater di L’Aquila per la ricostruzione, sono soggetti ad una contabilità speciale. Inglobare oggi l’Ater aquilana nell’Are potrebbe comportare in primo luogo confusione sulle norme finanziarie differenti che regolano il bilancio ordinario, oltre che confusione sul reale e specifico utilizzo che di tali risorse deve farsi”.





A tal proposito, Pietrucci afferma che “dopo il sisma, abbiamo dovuto far fronte e chiedere più volte, alla precedente legislatura, dei chiarimenti sui fondi destinati alla ricostruzione, di cui ancora non si chiarisce la destinazione e che dunque non hanno avuto ricadute positive sul comprensorio. Mi riferisco ai soldi dell’assicurazione dell’ospedale ‘San Salvatore’ e ad altri la cui mancata erogazione ha fortemente penalizzato la mia città e il suo comprensorio”.

C’è poi, secondo l’esponente regionale piddino, anche un problema di risorse umane che l’avvio dell’Azienda unica necessita, ossia di “procedure e lavoro straordinari”, risorse umane che “l’Ater di L’Aquila non può spendere”.

Insomma, Pietrucci spinge affinché l’Ater del capoluogo abruzzese, per urgenze e condizioni particolari dovute all’onda lunga del terremoto del 2009, resti al di fuori dei difficili percorsi per la costruzione dell’Are.

Tra l’altro, tiene a precisare il consigliere regionale, c’è anche una questione di appartenenza territoriale da tenere in conto.





“Il senso di appartenenza dei dipendenti alla propria città – scrive l’esponente del Pd rivolgendosi a Di Matteo – la perfetta conoscenza del territorio da parte dei tecnici che è fondamentale nell’iter della progettazione e nella risoluzione dei problemi a latere della stessa, il senso di devozione del personale per l’Azienda aquilana, costituiscono un patrimonio da non contaminare anche al fine di continuare la ricostruzione con la passione e l’entusiasmo che ha caratterizzato i suoi primi step”.

In più, tra i dubbi espressi, vi sono quelli sulle differenze di peso specifico delle problematiche ordinarie delle Ater non aquilane rispetto alle straordinarie aquilane, cioè legate al post-sisma, ma anche sul ruolo che in questa storia giocherà l’Ater di Chieti, commissariata e divorata dai debiti.

“La delibera Cipe – afferma quindi Pietrucci – che stanzia i finanziamenti per la ricostruzione dell’Aquila spalma gli stessi sino al 2018/2020, per cui l’entrata dell’Ater aquilana nell’Azienda unica potrebbe e dovrebbe ragionevolmente avvenire dopo questa data”.

Infine, “la politica di collaborazione instaurata in modo stretto e personale con il sindaco e con il Comune dell’Aquila e con gli altri sindaci del Cratere sismico potrebbe essere limitata e rallentata”, visti i cambiamenti tecnici e burocratici che l’ingresso dell’Ater del capoluogo d’Abruzzo dovrebbe affrontare.

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