ARTIGIANATO: IN ABRUZZO PERSE ALTRE 373 IMPRESE, MA MEGLIO DEL 2017

3 Maggio 2018 12:31

Regione - Economia

L'AQUILA – Imprese artigiane d'Abruzzo a picco tra le regioni italiane.

Emerge da uno studio realizzato per la Cna Abruzzo dall'economista Aldo Ronci sull'andamento del primo trimestre del 2018.





A marzo risultano perse altre 373 micro imprese.

Penalizzato soprattutto il settore costruzioni.

Una flessione arrivata al quinto anno consecutivo, “e con un decremento percentuale – come spiega lo stesso curatore dell'indagine – dell'1,21%: valore superiore allo 0,82% italiano. A voler vedere il bicchiere mezzo pieno, tuttavia, va detto che questa flessione è però inferiore allo stesso periodo degli anni precedenti: lo scorso anno, ad esempio, la caduta era stata di 405 unità”.





“La crisi abruzzese – dice il presidente regionale della Cna, Savino Saraceni – è sottolineata, nonostante i numerosi annunci da parte della Regione, dalla mancanza totale di sostegno pubblico al settore, a cominciare dal credito. Sostegno che invece ha consentito in altri territori a questo comparto di riprendersi. Se non si esce da questa condizione, se la Regione non avvia rapidamente politiche di sostegno concrete ed efficaci, da estendere all'insieme dell'economia abruzzese, la situazione è destinata solo a peggiorare”.

Il bollettino tracciato dallo studio di Ronci indica che tra le province i decrementi maggiori (tutti percentualmente superiori alla media nazionale) sono stati registrati a Chieti (-109), i più bassi a Pescara (-62); con L'Aquila (-103) e Teramo (-98) nel mezzo.

Quanto ai settori, la crisi dell'artigianato continua a spalmarsi in tutte le attività produttive: la flessione più consistente resta appannaggio dell'edilizia (-172), seguita dall'industria manifatturiera (-65), dalla ristorazione (-32), dai trasporti (-31), dai servizi per la persona (-12), dalle riparazioni di auto e apparecchi per la casa (-8) e dal settore dei servizi alle imprese (-2).

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