AREE BIANCHE: COMITATUS AQUILANO, ”DELIBERA CONGELATA IN COMUNE”

10 Gennaio 2015 13:48

L'Aquila - Politica

L’AQUILA – La delibera del Comune dell’Aquila che dopo trent’anni dà nuovi vincoli urbanistici alle cosiddette aree bianche che li avevano decaduti, chiudendo l’epoca del commissariamento selvaggio con indici urbanistici assegnati a casaccio e senza pianificazione, “a tutt’oggi non è pervenuta né alla Regione né alla Provincia per i necessari pareri/approvazioni”.

Lo denuncia l’architetto Antonio Perrotti del Comitatus Aquilanus in nota, inviata al sindaco dell’Aquila, alla sezione Urbanistica della Provincia, al servizio Urbanistica della Regione Abruzzo, alla procura della Repubblica del capoluogo, alla procura regionale della Corte dei conti, al nucleo di polizia Antimafia, ai Carabinieri e al Consiglio superiore della magistratura.

Perrotti denuncia il “reiterato atteggiamento omissivo dell’amministrazione comunale” e invita “tutte le autorità a intervenire per verificarne le ragioni e per assumere il necessario potere sostitutivo”.





LA NOTA COMPLETA

A quasi un anno dalla delibera numero 22 del 6/3/2014 con cui il Comune, con (finalmente!) un atto organico ed erga omnes dava risposta all’annoso problema della destinazione urbanistica e degli indici per le aree ove era (da tempo) decaduto il vincolo preordinato all’esproprio, ci vediamo costretti a svolgere alcune considerazioni e a denunciare le ulteriori elusioni/omissioni di questa amministrazione comunale.

Va innanzitutto evidenziato che tale delibera era giunta dopo decenni di omissioni , di “promesse filo immobiliari” e di decine di Commissariamenti (…edificatori).

Bisogna poi dire che probabilmente già allora, (a marzo 2013), ci si voleva limitare (tra le tante assenze e incompatibilità…), a presentare la delibera in Consiglio mentre, per il coraggio, il senso di responsabilità e la lungimiranza dei consiglieri Vittorini e Di Cesare che hanno garantito con la loro astensione il “numero legale”, la delibera fu regolarmente votata e adottata.





Dobbiamo in primis denunciare l’elusione sistematica dell’articolo 49 della legge regionale 70/95, che avrebbe consentito di controbattere autorevolmente ai contenziosi al Tar dei privati e che, in quella sede, consentiva di dare gli indici (molto più modesti) di cui all’articolo 4 della Legge 10/77, e le disastrose conseguenze sui bilanci comunali e sulla qualità dell’assetto urbanistico più in generale.

Dobbiamo quindi denunciare l’esclusione da tale delibera di tutte le aree destinate dal Prg ad “attrezzature generali” anche queste in un’urbanistica ortodossa, finalizzate a interventi pubblici di carattere territoriale e proprio perciò ancor più di preminente natura pubblica.

Veniamo poi a chiedere chiarimenti sul successivo consequenziale iter (articolo 10 legge regionale 18/83 e successive modifiche e integrazioni) e sulle motivazioni del grosso e immotivato ritardo in quanto a tutt’oggi tale delibera non è pervenuta né alla Regione né alla Provincia per i necessari pareri/approvazioni;

Denunciamo il reiterato atteggiamento omissivo dell’amministrazione comunale sulla questione e invitiamo tutte le autorità a intervenire per verificarne le ragioni e per assumere il necessario “potere sostitutivo” e portare a compimento tale prima necessaria azione di pianificazione organica riportandola a una maggiore coerenza con il citato art. 49 della Lr 70/95.

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