MOTIVAZIONI SENTENZA CONDANNA IMPRENDITORI BARATTELLI E MARINELLI PER COMMESSA RICOSTRUZIONE; NON ANCORA FISSATO APPELLO; IMPUTATI RINUNCIANO A PRESCRIZIONE

APPALTO CAMPOMIZZI: TRIBUNALE, ”OPERAZIONE TRUFFALDINA, FALSE FATTURAZIONI LAVORI ALTRUI”

12 Dicembre 2018 06:35

Regione -

L'AQUILA – Avrebbero fatturato lavori altrui compiendo una “operazione truffaldina finalizzata a ottenere un profitto illecito rappresentando come propria un'attività svolta da un altro soggetto imprenditoriale”.

Sono le responsabilità penali di cui si sarebbero resi esponsabili, secondo i giudici, gli imprenditori aquilani Ettore Barattelli ed Enzo Romano Marinelli, attraverso il Consorzio Federico II (sciolto nel frattempo), nell'ambito dell’appalto di circa 11 milioni di euro vinto e svolto nell'immediato post-terremoto del 2009 per la trasformazione dei locali della ex caserma Campomizzi, alla periferia ovest dell'Aquila, in alloggi dove ospitare sfollati e, in seguito, studenti.

I magistrati lo scrivono nelle motivazioni della sentenza di primo grado mentre si è in attesa che venga fissato il processo di appello, quando comunque dovrebbe già esserci la prescrizione per fatti avvenuti nel 2009.

Del resto alcune accuse oggetto del processo di primo grado sono state dichiarate prescritte. Gli imputati hanno fatto ricorso per avere l’assoluzione piena.

Nell'aprile scorso, dunque, al termine di una complessa e delicata inchiesta durata anni, Barattelli e Marinelli sono stati condannati (con i benefici di legge) rispettivamente alla pena di 1 anno e 6 mesi e di 2 anni di reclusione, oltre al divieto delle loro due società F.lli Ettore e Carlo Barattelli e Marinelli ed Equizi, a contrattare con la pubblica amministrazione per 2 anni.

Un uragano che ha comportato circa due mesi dopo, anche le dimissioni di Barattelli dalla presidenza provinciale dell'Associazione costruttori dell’Aquila, nonché da una delega nazionale, conquistate da appena un anno.





Nella sentenza emessa dal Tribunale del capoluogo abruzzese in composizione collegiale, il presidente estensore Adolfo Di Zenzo, (Daria Lombardi e Marfisa Luciani a latere), si ripercorrono i mesi successivi al sisma e si ricorda anche l'incontro “avvenuto in data 12 maggio 2009, a palazzo Chigi, tra il sottosegretario Gianni Letta e alcuni imprenditori, tra i quali Barattelli e Fusi Riccardo (quest'ultimo proposto da Denis Verdini – all’epoca parlamentare e vertice del Pdl, oltre che uomo vicinissimo a Berlusconi ndr – ), in cui Barattelli ha 'rappresentato', con la sua presenza, di essere disposto e intenzionato a partecipare come soggetto attivo alla ricostruzione di L'Aquila”.

L'iter processuale è iniziato con il rinvio a giudizio dell'11 novembre 2015 per Barattelli, Marinelli e altre nove persone, tutte poi assolte, tra funzionari e tecnici del Provveditorato interregionale alle opere pubbliche Lazio-Abruzzo-Sardegna.

Nelle motivazioni, il collegio pone l'accento “non sulla fase di aggiudicazione dell'appalto, ma sulla successiva fase esecutiva”.

I giudici rilevano come “l'intromissione anomala dei due imprenditori nell'opera di immediata ricostruzione di L'Aquila, finalizzata a fronteggiare le emergenze del post-sisma, sia stata remunerata non soltanto attraverso la possibilità di riprendere la loro attività imprenditoriale, ma altresì attraverso la possibilità di aumentare i profitti attraverso la duplicazione della fatturazione per lavori eseguiti da un'altra ditta, la Edilcentro Servizi”.

Sempre secondo il collegio, “è evidente che tale attività di rappresentazione di lavori eseguiti da altri come 'propri' costituisca condotta in grado di integrare i parametri normativi della fattispecie ex art. 640 bis c.p.”, cioè il reato di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.

A detta del tribunale, con la sua ditta, Barattelli avrebbe “operato una sorta di 'appropriazione' di tali lavori e ne ha conseguito un profitto illecito truffando il Provveditorato alle opere pubbliche”.





I giudici di primo grado hanno infatti dimostrato l'esistenza di false fatturazioni, visto che in esse è stata “espressamente prevista la 'sabbiatura e zincatura della copertura', che non è stata certamente eseguita dalla impresa F.lli Barattelli”.

“In questo modo”, chiariscono i giudici, “le due società chiamate in causa avrebbero ottenuto un profitto non dovuto”, in un caso nella misura di 1 milione 451 mila euro e in un'altra di circa 96 mila.

“Se c'è un dato pacifico che è emerso dal processo”, si legge nella motivazione, “è che l'aggiudicazione della gara a favore della Marinelli ed Equizi è avvenuta il 31 agosto 2009 ed è inevitabile che risulti fondata che la medisima ditta per impegnarsi nella misura di 220 mila euro dovesse essere certa di aggiudicarsi la gara della Campomizzi. A ciò si sono aggiunte altre circostanze in grado di rappresentare come Marinelli e Barattelli fossero presenti nella fase preparatoria dei lavori della caserma per tutto agosto 2009, a dimostrazione di un loro saldo coinvolgimento nell'opera ricostruttiva. Tali dati permettono una sentenza di estinzione del reato per prescrizione non essendo emersa una prova solida di assenza di responsabilità”.

“L'unica contestazione di questo procedimento”, chiariscono ancora i giudici, “che ha determinato la condanna di Barattelli è stata il risultato di una attività di indagine che si è incentrata non sulla fase di aggiudicazioe dell'appalto ma sulla successiva fase esecutiva finalizzata a ottenere un profitto illecito rappresentando come propria un’attività svolta dalla Edilcentro”.

A essere assolti, invece, l'ex provveditore Giovanni Guglielmi, l'ex provveditore aggiunto Giancarlo Santariga, i funzionari del Provveditorato Claudio Quartaroli, Filippo Di Giacomo, Luigi Zaccagno, Giuliano Genitti, l'ex dirigente del Provveditorato Carlo Clementi, l’imprenditore Giulio Vittorini, terzo socio del consorzio Federico II, e il collaudatore Giovanni Benevieri.

“Nessun elemento probatorio”, scrivono ancora i giudici riferendosi ai dirigenti del Provveditorato, “ha dimostrato che l'affidamento fosse diretto a favorire queste imprese”.

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