IN CORSA A TERAMO, MANAGER FEDELISSIMO DI DI MAIO: LE SUE ESPERIENZE IMPRENDITORIALI, LE PARTECIPAZIONI SOCIETARIE E IL SUO RUOLO IN ENASARCO

ANTONIO ZENNARO: LE VARIE CURIOSITA’ NEL CURRICULUM DEL CANDIDATO PENTASTELLATO

di Filippo Tronca e Berardino Santilli

20 Febbraio 2018 07:00

Teramo - Politica

TERAMO – “È finito il tempo dei politici di professione, siamo al punto di svolta!”.

Parola del 34 enne risk manager ed esperto di finanza Antonio Zennaro, veneto d’origine e abruzzese d’adozione, candidato alle elezioni del 4 marzo prossimo per il Movimento 5 stelle nel collegio uninominale di Teramo per la Camera dei deputati.

Una candidatura che ha creato però malumori tra i pentastellati locali, in quanto Zennaro alle Parlamentarie aveva preso appena 2 voti, risultando in pratica il meno votato in Abruzzo.

Poi è arrivato il diktat dai maggiorenti del Movimento, che lo hanno messo in lista.

Evidentemente perché, nel curriculum del “non politico di professione” Zennaro, i vertici M5s hanno colto qualità e competenze superiori rispetto a quella di altri candidati.

Si racconta che il rampante manager abbia un rapporto di stima e di amicizia con il candidato premier Luigi Di Maio, con il quale avrebbe collaborato a scrivere il programma nella specificità economica. Una prova del fatto che sia fedelissimo dei quartieri altissimi dei pentastellati è che i candidati dell'uninominale sono stati scelti dallo stesso Di Maio e dai suoi più stretti collaboratori a prescindere dagli esiti delle parlamentarie del proporzionale.

Come nel caso del 34enne manager: una ragione in più per fare le pulci a questo curriculum in cui emergono molte curiosità degne di menzione, in nome proprio della trasparenza e della completezza d’informazione giustamente care ai pentastellati.

Zennaro, presentandosi agli elettori nella scheda pubblicata suo sito evidenzia di “lavorare da quasi dieci anni nel settore finanziario”, “l’aver maturato esperienze presso primari istituti bancari”, il ricoprire “il ruolo di manager nell’area rischi finanziari presso uno dei più importanti investitori istituzionali del Paese Fondazione Enasarco con un patrimonio finanziario di circa 7 miliardi di euro”.

Un manager giovane, competente e dalla specchiata onestà della quale non è lecito dubitare, che però non è stato accolto con le braccia aperte sulla costa teramana da altri esponenti M5s che magari ambivano ad essere candidati.

Lo storico militante di Giulianova, l'architetto Attilio Falchi, senza troppi convenevoli commenta su Facebook all'indomani dell'ufficializzazione della candidatura di Zennaro: “E così anche noi all'uninominale abbiamo uno pseudofenomeno sconosciuto, paracadutato e con i parenti celebri che ti alzano lo share”.





Zennaro però ad onor del vero non è propriamente un “paracadutato”: vive infatti da tempo con la sua famiglia a Tortoreto, ben inserito negli ambienti che contano.

La moglie è infatti figlia di uno dei fondatori della “Di Gennaro Costruzioni”, storica azienda dei fratelli Serafino e Flavio Di Gennaro, con sede a Tortoreto e attività non solo nella provincia teramana, ma in tutto l’Abruzzo.

Una società di costruzioni di punta per decine di anni che purtroppo è andata a gambe all’aria a seguito di uno sfortunato investimento per la realizzazione del complesso immobiliare “Orsini 63” a Giulianova Lido, rimasto in buona parte invenduto secondo i protagonisti a causa della crisi del mercato immobiliare.

Un fallimento che ha causato gravissime problematiche per tante imprese fornitrici, alcune delle quali hanno dovuto a loro volta chiudere i battenti.

Il rampante manager, pur facendo parte della famiglia che per decenni è stata leader nel territorio e in Abruzzo, non è riuscito ad invertire un destino nefasto.

Il fallimento è stato dichiarato ufficialmente dal Tribunale di Teramo nel luglio del 2017, con un passivo di 59, 7 milioni a fronte di un attivo di poco più di 25 milioni.

La nutrita assemblea dei creditori si era opposta all’ipotesi del concordato, in quanto, secondo quanto si è appreso, i creditori non privilegiati avrebbero avuto solo una piccolissima parte delle loro spettanze, poco più del 3 per cento.

Nel suo curriculum online, Zennaro come detto menziona il suo essere manager nell’area rischi finanziari della Fondazione Enasarco, l'ente previdenziale degli agenti di commercio.

Un ruolo, il suo, alle strette dipendenze della presidenza dell'ente, contro cui si è scatenata la battaglia proprio dei parlamentari del Movimento cinque stelle, che ne invocano il commissariamento.

Una richiesta partita dopo una serie di interrogazioni presentate alla Camera dalla deputata Roberta Lombardi, e ribadita con forza in sede di commissione bicamerale di controllo sugli enti previdenziali, evidenziando che “l’Enasarco ha scommesso i soldi delle pensioni degli iscritti nella roulette russa della finanza spericolata e dei derivati. Ha provato a coprire i buchi con artifici contabili e con una gestione del patrimonio immobiliare che ha calpestato le prerogative degli inquilini”. Ad opporsi con forza all'ipotesi di commissariamento sono stati però Confcommercio e Confindustria ed i sindacati con in prima linea la Uil, secondo i quali invece Enasarco ha una solida tenuta finanziaria tale da assicurare l'erogazione delle pensioni attuali e di quelle future.

Tra gli “inquilini”, del patrimonio immobiliare di Enasarco va menzionato anche Raffaele Marra, ex potentissimo assistente della sindaca pentastellata di Roma Virginia Raggi.





Marra è sotto inchiesta, con accuse tutte da dimostrare, per acquisto proprio dalla Fondazione Enasarco, di un appartamento in via dei Prati Fiscali ad un prezzo fortemente scontato e, ipotizza la Procura di Roma, con i soldi di una presunta tangente pagata dal costruttore Sergio Scarpellini.

Il collegio dei sindaci Enasarco a marzo 2017 ha anche inviato un esposto alla Corte dei Conti per l’accertamento del danno erariale.

Tra le attività imprenditoriale passate e presenti di Antonio Zennaro spiccano poi partecipazioni in due società: l’Adria Investimenti srl di Tortona, una start up innovativa nel settore rifiuti e trattamento fanghi al fine di utilizzo per produzione fertilizzanti e riutilizzo acque reflue, e nella Platinum real estate srl di Chioggia, società si occupa di costruzione, acquisto, permuta e locazione di locali uso civile, commerciale e industriale.

Per quanto riguarda l’Adria investimenti, la società, con 260 mila euro di capitale, è stata costituita il 19 ottobre del 2017 e curiosamente è stata liquidata dallo stesso Zennaro in qualità di amministratore unico, il 26 gennaio del 2018, ossia due giorni prima dell’ufficializzazione della sua candidatura.

L’80,77 per cento delle quote è intestato a “Monte dei Paschi fiduciaria spa”, che fa parte del gruppo Monte dei Paschi di Siena, precipitata nel baratro di debiti miliardari, e salvata con 5,4 miliardi di soldi pubblici.

Un crack, ha più volte accusato il Movimento 5 stelle, “causato da gravi responsabilità della politica nel gestire le risorse e il patrimonio della fondazione e della banca più antica del mondo”, considerata “il bancomat a disposizione del partito democratico toscano”.

Non è dato sapere, però, chi sia il mandante intestatario della partecipazione dell’80,7 per centro di “Monte dei Paschi fiduciaria spa”, nella ora liquidata Adria investimenti.

Il resto delle quote, il 15,38 per cento, pari a 40 mila euro, era dell’Aztrading srl, società al 99 per cento di Antonio Zennaro, e il 3,85 per cento, pari a 10 mila euro, in capo a Produzione biofertilizzanti srl.

La famiglia di Zennaro ha poi partecipazioni pari al 6,7 per cento nella Platinum Real Estate Srl.

Entrando nel dettaglio, il presidente del Cda è Damiano Zennaro, padre di Antonio, amministratore anche della Adria investimenti.

La Platinum Real Estate ha un’unità locale produttiva a San Giovanni Teatino, in provincia di Chieti.

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