ANIMALI SEPOLTI NEL CANILE, TITOLARE DUE VOLTE A PROCESSO A SULMONA

10 Luglio 2019 12:30

L'Aquila - Cronaca

SULMONA – Sotto processo due volte per lo stesso fatto e con lo stesso capo d'imputazione: smaltimento non autorizzato di rifiuti pericolosi, in particolare carcasse di cani.  

È quanto emerge dalla chiusura delle indagini relative al ritrovamento di circa 30 animali seppelliti all'interno del canile comunale di Sulmona (L'Aquila). Un fatto che, come riporta Il Centro, è venuto alla luce in seguito all'esposto presentato nei mesi scorsi da una giovane di Sulmona che indicava il luogo esatto dove erano state seppellite le carcasse dei cani. 





Esposto che ha fatto scattare le indagini da parte dei carabinieri forestali che hanno portato il 12 giugno scorso al sequestro dell'area oggetto del presunto reato e alla denuncia della titolare dell'associazione “Code Felici”, Gabriella Tunno che gestisce il canile comunale. 

La stessa inchiesta era stata aperta nel 2015, sempre dopo una denuncia, ma dalla polizia locale.





In quest'ultimo caso, l'inchiesta si è conclusa con la citazione a giudizio di Tunno che nei giorni scorsi è comparsa davanti al giudice per rispondere degli stessi fatti che gli vengono contestati oggi. Il giudice Concetta Buccini ha disposto il rinvio dell'esame dei test al 16 dicembre prossimo, accogliendo le richieste avanzate dal pubblico ministero Aura Scarsella e dall'avvocato Vittorio Masci, difensore dell'unica imputata

“Il procedimento penale in corso è relativo agli stessi fatti ed alle stesse contestazioni di altro processo già incardinato dinanzi il Tribunale di Sulmona e non rappresenta novità alcuna – spiega al Centro l'avvocato Masci – L'equivoco può essersi generato poiché le due indagini sono state trattate da corpi di polizia giudiziaria differenti e magistrati differenti, per cui ognuno ignorava quanto già fatto dall'altro. I processi saranno riuniti, anche se nel secondo procedimento si stanno facendo indagini tese ad individuare eventuali responsabili del seppellimento delle carcasse dei cani diversi dalla Tunno, che oggi è chiamata a rispondere di tali fatti solo perché responsabile dell'associazione che ha in gestione il canile comunale”.

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