ANCORA TENSIONE PER I MUSULMANI NELLA MARSICA ”SINDACO DICE NO ALLA NASCITA DI UNA MOSCHEA”

di Sara Ciambotti

15 Ottobre 2013 08:07

L'Aquila - Cronaca

L’AQUILA – Non c’è posto per una moschea per la comunità islamica di San Benedetto dei Marsi (L’Aquila): a mancare sarebbe “l’autorizzazione per il cambio di destinazione d’uso di un locale del nucleo industriale”, come denuncia ad AbruzzoWeb il consigliere straniero del Comune dell’Aquila, Gamal Bouchaib, direttore del centro polivalente del capoluogo e da sempre impegnato in una campagna di integrazione sul territorio degli immigrati.

“Tutto è iniziato circa un mese fa, quando il presidente della comunità islamica della Marsica Samiri El Haj ha affittato il locale e ha fatto richiesta di destinazione d’uso”, spiega.

El Haj risiede in Italia da ormai 25 anni, è di origine marocchina ma con cittadinanza italiana. Il suo sogno, insieme a quello di molti altri, è avere una moschea dove pregare, dove riunirsi e confrontarsi con chi condivide la sua stessa situazione di immigrato e la sua stessa religione.





Dopo i raid razzisti di fine agosto, in cui sono stati aggrediti due extracomunitari: Karim Salah, 34 anni, picchiato da alcuni italiani che gli hanno preso a sassate la vettura che aveva in uso ma di proprietà di Ahmed Bouhachim, amico del primo, investito da parte di uno dei coinvolti nell’aggressione, la questione si è complicata ulteriormente.

Sia sul fronte dell’amministrazione comunale che su quello degli immigrati, tanto che, se prima poteva esserci una possibilità che si realizzasse la moschea, ora il sindaco di San Benedetto, Quirino D’Orazio, ha motivato il suo diniego dicendo che “la gente del posto non è pronta alla realizzazione di questa struttura”.

“Tre giorni fa – prosegue Bouchaib – il primo cittadino ha spiegato agli aggrediti che ci sono troppi attriti e, sebbene al momento dell’accaduto avesse cercato di sminuire, dicendo che era un episodio isolato ingigantito dalle cronache locali, ora afferma che ci sono troppi problemi sociali”.





“Non ci arrendiamo, loro torneranno a fare richiesta ma, da quanto ha detto, non ha intenzione di concedere alcuna autorizzazione”.

Sempre da quanto raccontato dal consigliere comunale aquilano, lo stesso presidente dell’associazione, El Haj, che ha un negozio ortofrutticolo e, nelle ore di punta, espone fuori dall’ingresso i suoi prodotti, “come fanno tutti i commercianti di generi alimentari freschi, in questi giorni ha ricevuto un controllo dei vigili che gli hanno intimato di non farlo più, pena una multa”. Un gesto che non contribuisce a rasserenare il clima.

“Perché il sindaco non ci vuol far pregare? – chiede in conclusione Bouchaib – Vuole risolvere i problemi del paese non permettendo alle persone di pregare? Invierò una lettera al Viminale spiegando che non è rispettato l’articolo 8 della Costituzione”, quello sulla libertà di culto.

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