OPERAZIONE ''TUTTI PER UNO'' DELLE FIAMME GIALLE IN MARSICA: NEI GUAI POLITICI, IMPRENDITORI, SANITARI E UN PREGIUDICATI; 3 IN CARCERE, 7 AI DOMICILIARI, 18 INDAGATI; COMANDANTE ALOIA, ''POSSIBILI SVILUPPI INCHIESTA''

ANCHE UN EX ASSESSORE REGIONALE ”CLIENTE” DEL MEDICO CHE ”VENDEVA CERTIFICATI FALSI”

di Marco Signori

24 Maggio 2018 07:51

L'Aquila - Cronaca

AVEZZANO – Il Centro di salute mentale della Asl di Avezzano (L'Aquila) trasformato in un “emporio” di certificati medici falsi, con il responsabile Angelo Gallese, dirigente della Asl provinciale, che dietro pagamento di somme di denaro dispensava documenti utili ad avanzare domande risarcitorie all'esito di incidenti stradali, istanze di congedo per malattia al proprio datore di lavoro, domande di invalidità e persino richieste di autorizzazioni o permessi per superare misure cautelari pendenti.

A scoprirlo, dopo una lunga attività d'indagine supportata da intercettazioni ambientali e filmati, la Guardia di finanza della compagnia di Avezzano insieme a quella del Comando provinciale dell'Aquila diretto dal colonnello Sergio Aloia, per il quale “non sono da escludere sviluppi ma il perimetro di futuri, eventuali, approfondimenti investigativi devono essere concordate necessarie e con l’autorità giudiziaria”.

A finire agli arresti, stamattina, oltre a Gallese, Orlando Morelli, noto pregiudicato, e Arnaldo Aratari, mentre altre sette persone tra medici, politici e imprenditori sono destinatarie di misura di custodia ai domiciliari.

Tutti devono rispondere, a vario titolo, di frode processuale, corruzione, falsità materiale e ideologica commessa da pubblici ufficiali in atto pubblico, frode assicurativa, truffa ai danni dello Stato e favoreggiamento.

Altri otto sono invece indagati a piede libero, tra cui il consigliere provinciale di Forza Italia Gianluca Alfonsi.

Tra i “clienti” di Gallese anche l'ex consigliere e assessore regionale Mario Panunzi, che grazie alle certificazioni di Gallese aveva incrementato le sue richieste risarcitorie ad una società assicurativa.

Tra le figure chiave dell'inchiesta Arnaldo Aratari, un'altra vecchia conoscenza della politica, titolare di una struttura sanitaria privata, che secondo gli investigatori era solito “ungere” i meccanismi della pubblica amministrazione per ottenere false certificazioni mediche per lui e per la moglie, Tiziana Mascitelli.

L'operazione denominata “Tutti per uno” giunge al termine di un'inchiesta partita da alcuni accertamenti preliminari svolti dalle fiamme gialle della Compagnia di Avezzano nei confronti di soggetti pubblici e privati operanti nel settore sanitario, che ruota attorno proprio alla figura dell'imprenditore.





Gallese, che nel 1994 fu candidato sindaco di Avezzano con Forza Italia contro Mario Spallone, secondo le indagini dei finanzieri avrebbe ricevuto somme di denaro per la redazione di falsi certificati: a inchiodarlo anche alcune intercettazioni ambientali e filmati registrati dagli investigatori, come quello diffuso e pubblicato in questo articolo, che hanno piazzato nel suo ufficio cimici e telecamere.

Il monitoraggio dell'ufficio di Gallese avrebbe permesso di accertare una incessante attività di vendita di certificati falsi a diversi pazienti che si avvicendavano, probabilmente anche grazie al passaparola.

La Finanza, in casa di Gallese, durante una perquisizione ha anche scoperto un locale adibito a studio medico, dove il professionista riceveva i pazienti nonostante operasse in regime intra-moenia, che impedisce lo svolgimento di attività libero professionale, e materiale come cartelle cliniche, ricettari e timbri della Asl.

Tra gli episodi illeciti scoperti dalle fiamme gialle, l'elaborazione di false certificazioni a favore di un altro medico, Gino Arioli, per evitare a quest'ultimo il trasferimento di sede, l'attestazione di patologie fittizie fornite a Orlando Morelli, che si era rivolto a Gallese per ottenere certificazioni sanitarie che lo esentassero dal presenziare ai processi a suo carico ed evitargli così situazioni “particolarmente stressanti”.

E ancora, il riconoscimento di false malattie psicosomatiche a due pubblici dipendenti, Luigi Maiello, agente di polizia penitenziaria, e Giuseppe Agostinacchio, carabiniere in congedo attualmente irreperibile perché all'estero, che hanno consentito al primo di assentarsi da lavoro per periodi prolungati e al secondo di ottenere l'esonero dalle attività lavorative pur mantenendo lo stipendio; il riconoscimento di una pensione di invalidità da parte dell'Inps per Maria Palma Di Biase, ancora una volta grazie a false certificazioni.

Gallese, destinatario di ordinanza di custodia in carcere insieme a Morelli e Aratari, ieri è stato ricoverato in una struttura sanitaria di Tivoli (Roma), dove stamattina gli è stato notificato il provvedimento ed è ora piantonato.

Tutti gli altri si trovano ai domiciliari, ad eccezione di Agostinacchio, attualmente irreperibile che probabilmente si trova all'estero.

Ai domiciliari anche il carabiniere in congedo, Carmine Macerola.

Gli indagati a piede libero, oltre ad Alfonsi, sono Paolo Di Bella, Njiac Shahini, Ida Morelli, Paola Fracassi, Guglielmo Mascitelli, padre di Tiziana, Mauro Arcangeli e Raffaele La Russa.





18 INDAGATI: 3 IN CARCERE, 7 AI DOMICILIARI E 10 A PIEDE LIBERO

Diciotto in tutto le persone indagate nell'inchiesta “Tutti per uno” che ha portato la Guardia di finanza del comando provinciale dell'Aquila e della compagnia di Avezzano a scoprire un “emporio” di false certificazioni mediche in cui era stato trasformato il Centro di salute mentale della Asl di Avezzano.

Destinatari di ordinanza di custodia cautelare in carcere tre persone, il dirigente della Asl Angelo Gallese, il pregiudicato Orlando Morelli e l'imprenditore Arnaldo Aratari, mentre altre sette sono finite ai domiciliari: Tiziana Mascitelli, moglie di Aratari, Luigi Maiello, Maria Palma Di Biase, Gino Arioli, l'ex consigliere e assessore regionale Mario Panunzi, Giuseppe Agostinacchio e Carmine Macerola.

Gli otto indagati a piede libero sono il consigliere provinciale di Forza Italia Gianluca Alfonsi, Paolo Di Bella, Njiac Shahini, Ida Morelli, Paola Fracassi, Guglielmo Mascitelli, Mauro Arcangeli e Raffaele La Russa.

LEGALE CONSIGLIERE ALFONSI, ''MIO ASSISTITO ESTRANEO AI FATTI''

“Il mio assistito Gianluca Alfonsi, è venuto casualmente a conoscenza che il suo nome viene associato a fatti e persone sottoposte a misure cautelari di vario genere ed altre indagate a piede libero che, secondo gli organi inquirenti, sarebbero responsabili a vario titolo per i numerosi reati ipotizzati, quali frode processuale, corruzione, falsità materiale ed ideologica, frode assicurativa, truffa aggravata e favoreggiamento. Nulla di più inesatto. Il signor Gianluca Alfonsi, persona di notoria specchiata onorabilità, è assolutamente estraneo ai fatti in commento”.

È quanto tiene a dichiarare Cesidio Di Salvatore, legale di Alfonsi, consgliere provinciale dell'Aquila, uno dei diciotto indagati nell'inchiesta “Tutti per uno”.

“Unica vicenda per la quale è stato iscritto nel registro degli indagati in ordine al reato ex articolo 326 del codice penale (violazione segreto d'ufficio)  – spiega Di Salvatore – presso la locale Procura della Repubblica, senza per altro ricevere la informazione di garanzia, risulterebbe commessa in Gioia dei Marsi nel mese di luglio 2017, quindi in tutt'altro contesto fattuale e temporale”.  

“Di tale iscrizione il signor Alfonsi è venuto a conoscenza soltanto in occasione della richiesta di proroga delle indagini avanzata dal pubblico ministero inquirente ed a lui notificata in data 21 marzo 2018, senza che potesse in qualsivoglia maniera comprendere di quali fatti era chiamato a rispondere, avendo comunque certezza totale di non aver mai commesso violazioni di sorta”. 

“Tanto è vero che, a mezzo del sottoscritto difensore e pur non avendo nulla da temere circa l'esito delle indagini in corso, – prosegue il legale –  ha ritenuto opportuno presentare al Gip motivata istanza di opposizione alla richiesta di proroga delle indagini presentata dal pm ed il giudice, evidentemente non ritendola infondata, ha fissato la Camera di Consiglio per il giorno 16 maggio u.s., poi rinviata all'11.7.18, in occasione della quale dovrà decidere se concedere o meno la proroga richiesta, nel quale ultimo caso, essendo ormai decorso il termine per le indagini preliminari, inviterà il pm entro il termine non superiore a gg.10, a formulare le sue richieste allo stato degli atti, ovvero presentare istanza di archiviazione o di rinvio a giudizio. In buona sostanza, risulta documentalmente comprovato che il signor Gianluca Alfonsi non ha nulla a che vedere con le persone e con gli episodi menzionati negli articoli in commento, e per quanto gli riguarda, ripone incondizionata fiducia delle decisioni sia degli organi inquirenti, che del Gip”.

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