AMITERNUM VISSE FINO ALLA FONDAZIONE DELL’AQUILA: LA SCOPERTA NEGLI SCAVI

di Marianna Galeota

24 Febbraio 2016 13:10

L'Aquila - Cultura

L'AQUILA – L'antica città di Amiternum fondata dai Sabini è sopravvissuta fino al periodo tardo antico e alto medievale e al momento della fondazione dell'Aquila. 

La scoperta che riscrive una pagina importante della storia del territorio è scaturita dall'ultima campagna di scavi conclusa a settembre scorso ed è stata presentata oggi in conferenza stampa a Palazzo Fibbioni dal professor Fabio Redi, docente ordinario di Archeologia Medievale dell’ateneo aquilano, dal sindaco, Massimo Cialente, e dal vicesindaco Nicola Trifuoggi.

Di questa sopravvivenza che va ben oltre la fase di crisi delle invasioni barbariche rimangono una basilica a tre navate del VII secolo, e battisteri risalenti al VI e V secolo rinvenuti su una precedente domus imperiale con mosaici con affreschi.  





Il Comune dell'Aquila contribuirà con una cifra prevista in bilancio di 25 mila euro alle fasi successive degli scavi ai quali seguiranno come ha spiegato il sindaco Cialente “altri stanziamenti annuali per il pieno recupero e per la valorizzaione dell'area archeologica”. 

“I reperti sono stati ritrovati in tre campagne di scavo differenti della durata di un mese per ognuna – ha detto Redi – Purtroppo abbiamo operato con 4 spiccioli fino ad ora e con pochi mezzi e professionalità. Con il contributo del Comune potremo impegnarci maggiormente e lavorare almeno tre mesi all'anno con 25 archeologi aquilani, italiani ed europei”. 

“Chiederemo oggi stesso al governo di dare l'autorizzazione al ministero a procedere con gli scavi – ha detto Cialente – Poi oltre ai nostri soldi, cercheremo anche sponsor”. 

Amiternum non morì, quindi, con le invasioni barbariche, “ma si modificò, ridattandosi, tanto che abbiamo la fase di cristianizzazione della città con l’edificazione di chiese, cattedrali e battisteri”, ha spiegato Redi.





“Risalendo indietro abbiamo trovato delle tombe del 1200, quindi di ridosso alla fondazione dell’Aquila, scavate e poi riempite con pietre – ha proseguito – La fase più recente che risale al periodo longobardo, dopo l’uccisione di San Cetteo, vescovo di Amiternum, ha invece restituito la cattedrale a tre navate di cui abbiamo trovato i basamenti delle colonne”. 

Tra i reperti, anche una struttura del periodo carolingio, un recinto corale con frammenti di sculture a treccia tipiche dell’VII-IX secolo.

Sulla viabilità intorno all'area archeologica, dopo l'allarme lanciato da Archeoclub, Associazione Culturale di Rievocazione Storica Compagnia Rosso d'Aquila, Associazione Panta Rei, Circolo Legambiente Abruzzo, Fondo Ambiente Italiano, Gruppo Aquilano di Azione Civica Jemo 'nnanzi, Italia Nostra e Pro Natura ha aggiunto: “La strada che volevo fare la Provincia a servizio della zona alta di Preturo non si farà perché tropo impattante sull'area. Ne realizzeremo invece una che partendo dalla rotatoria di San Vittorino, passerà a nord del teatro romano. Con una variante la strada attuale diventerebbe strada pedonale, con una pista ciclabile e potremmo realizzare così un parco archeologico che arrivi fino a Preturo”. 

“Grazie all'aiuto del Comune e in collaborazione con la Soprintendenza archeologica e con la Unica troveremo forme adatte per estendere la ricerca e per lavorare insieme – ha concluso Redi – Loro da archeologi classici, noi da archeologici medievali, lavoreremo in un'area piu vasta per contestualizzare le dinamiche insediative della città”. 

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