ACQUA CANISTRO: PUGNO DURO DEL COMUNE, ESPROPRI TERRENI PER STABILIMENTO NORDA

di Filippo Tronca

29 Novembre 2017 07:00

L'Aquila - Cronaca

CANISTRO – Primo, i proprietari dei terreni su cui dovrà sorgere lo stabilimento della Norda a Canistro (L’Aquila) non devono tirare troppo la corda, altrimenti il Comune procederà agli espropri dei lotti; secondo, la Norda procederà all’acquisto solo dopo la concessione definitiva, da parte della Regione Abruzzo, per l’utilizzo della sorgente di acqua minerale Sant’Antonio Sponga.

Questi i due punti fermi fissati in quello che è stato definito un vero e proprio summit sulla delicata e poco chiara vicenda della concessione della preziosa acqua, andato in scena nei giorni scorsi a Canistro (L'Aquila).

Presenti il vice presidente della Regione con delega alle Attività produttive, Giovanni Lolli, gli imprenditori fratelli Pessina, editori del quotidiano l’Unità e proprietari del marchio di acqua minerale Norda, oltre a quelli della Gaudianello e Sangemini, il sindaco di Canistro, Angelo Di Paolo, e il vice, Ugo Buffone, nonché rappresentanti del comune di Civitella Roveto (L'Aquila).

Soprattutto sul clamoroso aspetto degli espropri è emerso che il Comune sta già studiando un percorso per dichiarare la pubblica utilità e procedere all’esproprio di quei terreni in cui proprietari stanno chiedendo somme ritenute fuori mercato.

Una volontà che potrebbe rendere ancora più roventi le polemiche e i dubbi su una operazione sul tappeto da mesi mentre l'acqua finisce nel fiume. Volontà che, inoltre, potrebbe sfociare in un contenzioso, dal momento che i proprietari sicuramente impugneranno il provvedimento.

La volontà di procedere agli espropri, che avrebbe del clamoroso e spaccherebbe il paese marsicano, è confermata dal vice sindaco, Ugo Buffone, che è anche proprietario di un terreno.

“L’accordo e la strategia che abbiamo delineato è che la Norda presenti innanzitutto un progetto dettagliato dei terreni necessari per lo stabilimento, specificando le particelle catastali – spiega ad AbruzzoWeb – A quel punto i Consigli comunali di Canistro e Civitella Roveto sottoscriveranno l’accordo di programma per il passaggio dei terreni al Comune di Canistro e a quel punto faremo una verifica dettagliata su ciascun lotto”.





“In particolare per quei terreni dove non è chiaro nemmeno chi sia il proprietario, e di cui gli eredi non posseggono la documentazione necessaria. Se ci saranno difficoltà insormontabili, il comune è pronto a dichiarare la pubblica utilità e procedere a eventuali esproprio dell’intero sito”, rileva.

“Mi auguro che ci sia senso di responsabilità da parte di tutti i proprietari – aggiunge Buffone – Non si possono chiedere anche 40 euro a metro quadro per un terreno che valeva 3 euro. Il futuro economico e lavorativo di questa valle dipende dal progetto industriale della Norda e noi dobbiamo favorirlo e velocizzarlo in ogni modo”.

Parla il Comune, dunque, ma non parla pubblicamente la Norda che dall’inizio di questa vicenda, dai molti punti poco chiari, non è mai intervenuta ufficialmente.

L’incontro è stato voluto dall’amministrazione comunale e dai sindacati che, nelle scorse settimane, hanno chiesto con forza a Lolli di fare chiarezza su intenzioni della Norda e sui tempi dell’avvio della produzione.

Secondo alcuni dei partecipanti, è venuta fuori la volontà della Norda che, dopo l’assegnazione provvisoria del 22 marzo scorso, non ha ancora il via libera definitivo. La società ha per prima cosa ribadito di voler stringere i tempi per attuare un piano industriale, da cui dipende la rinascita dell’industria dell’acqua minerale nel centro marsicano, anche in seguito al fatto che l’ex concessionario, la società Santa Croce dell’imprenditore molisano Camillo Colella, ha interrotto la produzione e licenziato i 75 dipendenti dopo che si è vista revocare la concessione detenuta dal 2008, mantenendo comunque il marchio e soprattutto lo storico stabilimento.

E la Santa Croce ha da tempo ingaggiato una guerra senza quartiere contro Regione e Comune, contestando anche la concessione assegnata alla concorrente Norda. A complicare ancor di più la vicenda ci si è messa la recentissima sentenza del Tar che ha accolto il ricorso dell’azienda contro la decisione della Regione che aveva revocato la concessione di un altra sorgente di Canistro, la “Fiuggino”, negando a Colella l’imbottigliamento dell’acqua minerale.

Nella riunione si è entrato innanzitutto nel merito di uno degli scogli che la Norda si è trovata davanti: l'acquisizione dei terreni per realizzare un nuovo stabilimento, con un importante investimento di circa 20 milioni di euro, su un’area lambita dal fiume Liri, ampia complessivamente 75 mila metri quadrati, tra Canistro e Civitella Roveto. Un passaggio obbligato, visto che lo stabilimento esistente, distante una settantina di metri, dall’altra parte del fiume, è di proprietà di Colella, che non ha nessuna intenzione di venderlo né affittarlo, e lo stesso discorso vale per il marchio Santa Croce.

Parte dei 15 proprietari dei terreni, incontrati la prima volta da Norda a metà settembre, stan comunque chiedendo cifre ben superiori all’offerta di 10-15 euro a metro quadrato, oltre i quali la Norda non vuole andare, per terreni agricoli dal valore di 3 euro al metro quadrato.





Secondo quanto appreso, ci sono eredi che chiederebbero alla Norda si sostenere anche il passaggio di proprietà, “pretendendo ugualmente cifre iperboliche – come detto dal vice sindaco Buffone – anche superiori ai 40 euro al metro quadrato, con pratiche legali per di più a carico della Norda”.

Su indicazione dello stesso Comune di Canistro, la società, spazientita, ha cominciato anche a valutare l’ipotesi di due siti alternativi: uno nello stesso comune, l’altro in quello del confinante Capistrello (L'Aquila).

Un'impasse che ha creato forte nervosismo a Canistro, in primis tra i lavoratori disoccupati che dovranno essere riassorbiti, nella misura di 50 unità come minimo, secondo quanto previsto nel piano industriale.

Il Comune ha, così, assicurato alla Norda che non esclude il pugno duro: interverrà con espropri, che la legge consente, se le cifre richieste dai proprietari saranno ritenute troppo alte e speculative.

Altro punto fermo condiviso nel corso della riunione è che la Norda procederà all’acquisto dei terreni solo dopo la concessione definitiva, a sua volta vincolata alla delicata partita, in mano alla Regione, della Valutazione di impatto ambientale (Via) sul progetto presentato dall’azienda.

La società dei fratelli Pessina ha deliberatamente avviato una Verifica di assoggettabilità (Va), procedura diversa e non conforme alla più complessa Via. Ma gli uffici della Regione su questo punto sono stati irremovibili, visto che l’obbligo di avviare una procedura di Via è scritto a chiare lettere sul bando, e quello precedente, vinto dalla Santa Croce, è stato annullato dal Tar proprio perché non era prevista la Via.

La Norda è, comunque, altrettanto irremovibile e ha fatto anch'essa ricorso al Tar, per vedersi confermata la possibilità di una procedura più semplice e veloce, quella rappresentata dalla Verifica di assoggettabilità.

La posizione della Norda, a ogni buon conto, è ferma: senza concessione definitiva andrebbe tutto a monte, e non avrebbe dunque senso acquistare i terreni.

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