DELIBERA DI GIUNTA: ''AZIENDA TOTALMENTE PUBBLICA PER INCARICHI DIRETTI'' TRATTATIVA PER CHIUDERE IL CONTENZIOSO DA 29 MILIONI E RILEVARE QUOTE

ABRUZZO ENGINEERING: SVELATO IL PIANO, REGIONE COMPRA IL 30% DA FINMECCANICA

di Alberto Orsini

23 Febbraio 2015 08:23

Regione - Politica

L’AQUILA – La Regione Abruzzo vuole comprare il 30% delle quote della società mista pubblico-privata in liquidazione Abruzzo Engineering dalla società del gruppo Finmeccanica Selex Service Management, chiudendo il contenzioso da 29 milioni di euro in corso, arrivando al 90% della proprietà, per trasformare Ae in un’azienda totalmente pubblica, alla quale assegnare commesse con affidamento diretto, allo scopo di rilanciarla.

È questa la strategia contenuta nella delibera di Giunta regionale numero 122 dello scorso 17 febbraio, i cui contenuti erano già stati anticipati per sommi capi da AbruzzoWeb, che, come si legge nel testo, “costituisce manifestazione di interesse, rinviando a successivo atto tipico l’assunzione di eventuali determinazioni di merito, appositamente istruite e dotate di sostenibilità finanziaria e giuridica”.

Il documento approvato dal governo regionale ha ufficializzato la volontà politica di dare un nuovo impulso all’azienda nata nel 2006 per portare l’Internet veloce nelle zone di montagna, ma che mai è entrata in funzione davvero.

Nel luglio 2012, infatti, l’Unione europea ha stabilito che Ae non è una società “in house” della Regione, e non può ricevere commesse dirette, proprio per la sua natura mista, impasse che ha scatenato l’impossibilità di aggiudicarsi altre commesse, una crisi di liquidità, la cassa integrazione per i 185 dipendenti e un debito milionario.

Fin qui si era proceduto per “toppe”, come la convenzione, con il Comune dell’Aquila e altri enti per impiegare 110 lavoratori Ae negli uffici della ricostruzione post-sisma, scaduta il 23 dicembre scorso anche se proprio oggi 26 dipendenti torneranno a lavoro grazie a una proroga.





E nel frattempo la precedente maggioranza di centrodestra, capeggiata dal governatore, Gianni Chiodi, puntava a chiudere definitivamente la società, definita un “carrozzone politico” e messa in liquidazione il 2 dicembre 2010.

Il successore, Luciano D’Alfonso, ha tuttavia deciso di invertire la rotta e la delibera è il primo atto concreto.

Le quote, a oggi, sono controllate al 60% dalla Regione, al 30% appunto da Finmeccanica, attraverso Selex Service Management, e al 10% dalla Provincia dell’Aquila che, però, con una lettera del presidente, Antonio Del Corvo, tra le polemiche ha annunciato la volontà di recedere e a quel punto potrebbe lasciare il 100% del pacchetto a palazzo Silone.

Nel testo si ricorda il protocollo d’intesa del 2006 tra Regione, Provincia e Finmeccanica, la delibera di Giunta n° 714 del 2007, quando era ancora presidente Ottaviano Del Turco, amico del padre padrone dell’azienda di Stato Pierfrancesco Guarguaglini, che dava atto che le strutture regionali assicurassero “l’affidamento, mediante conferimento diretto”, delle commesse, le varie delibere successive che appunto assegnavano una serie di lavori ad Ae.

Tra questi, il miglioramento della disponibilità della Information and communication techonolgy (Ict) nelle zone di montagna, il potenziamento delle reti immateriali a banda larga, il supporto alla struttura regionale di Protezione civile, l’osservatorio dell’edilizia scolastica regionale, l’aggiornamento del Sistema informativo territoriale, censimento di disponibilità idriche e verifica dell’utilizzazione dei pozzi, e così via.

Un altro compito di Abruzzo Engineering è divenuto tristemente famoso: la “analisi del patrimonio residenziale pubblico finalizzata alla definizione dei parametri di base per l’elaborazione degli scenari di danno a seguito di evento sismico”, il rapporto sulla vulnerabilità degli edifici entrato nel processo alla commissione Grandi rischi, gli esperti condannati e poi assolti nei primi due gradi di giudizio per aver rassicurato gli aquilani prima del terremoto del 6 aprile 2009.





Ma a fronte di tutte queste mansioni programmate, rileva l’ultima delibera di Giunta, “gli incarichi previsti non furono mai conferiti, in quanto l’Unione europea, non riconoscendo Ae come società in house della Regione Abruzzo (per la carenza del prerequisito costituito dalla titolarità del capitale pubblico e ciò in ragione del fatto che il socio Selex avrebbe in parte capitale privato e circolante sul mercato azionario), quest’ultima risultava impossibilitata a procedere con affidamenti diretti di servizi e prestazioni”.

Questo ha portato alla crisi di commesse “senza la possibilità di conseguirne altre sul libero mercato, stante la sua configurazione giuridica di società tributaria di diritti esclusivi dell’ente Regione”, l’avvio della liquidazione e il contenzioso con Selex, che nel novembre 2012 ha citato in giudizio l'amministrazione con una richiesta risarcitoria di 29 milioni di euro per inadempienza del piano industriale.

Un contenzioso per il quale, e qui arriva il bello, “sono in corto trattative di bonario componimento” con la società di Finmeccanica “che porterebbe la Regione Abruzzo a valutare di rilevare la quota di partecipazione societaria di Selex”.

Questo allo scopo di “garantire in capo all’ente il totale controllo del capitale pubblico necessario per la sua configurazione come società in house, che la renderebbe destinataria di affidamenti diretti di servizi e prestazioni, superando, in tal modo, le eccezioni mosse dall’Unione europea”.

Il futuro che l’attuale Giunta vede per Ae è fatto di commesse “relative a progetti di informatizzazione dei servizi territoriali e ambientali, creando un’interconnessione di informazioni e dati che possano salvaguardare l’ambiente nella sua interezza e valorizzare l’economia locale con immediati benefìci in termini di conoscenza del territorio”.

Fin qui la cornice, che andrà normata con atti più specifici una volta perfezionato l’acquisto delle quote. E ora si attende la risposta di Selex.

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