ABRUZZO ENGINEERING: RILANCIO SBARCA IN CONSIGLIO, LOLLI ”NON E’ CARROZZONE”

di Alberto Orsini

13 Luglio 2015 20:22

Regione - Politica

L’AQUILA – Approda domani in Consiglio regionale l’ardito piano di salvataggio della società della Regione Abruzzo Engineering, con i passaggi preliminari nelle commissioni consiliari prima e quarta, Bilancio e Affari comunitari, che si riuniranno in seduta congiunta, del progetto di legge firmato dal consigliere del Partito democratico Pierpaolo Pietrucci e il successivo, possibile, ma improbabile visto il ricchissimo ordine del giorno, sbarco in aula.

L’assemblea legislativa dovrà approvare una variazione di bilancio per l’acquisizione del 30% delle quote detenuto da Selex Service Management, società del gruppo Finmeccanica, che le cederà all’ente regionale attraverso una transazione del siderale debito da oltre 30 milioni, che verrà chiuso con il pagamento di circa 5 milioni. Le opposizioni di centrodestra e del Movimento 5 stelle promettono battaglia ma lo scenario è quanto mai fluido.

Contestualmente alla transazione, il pacchetto di quote verrà ceduto alla Regione che arriverà, così, alla totale proprietà pubblica, contando il 60% che già ha e il 10% della Provincia dell’Aquila, pronta a disfarsene.

E con altri adempimenti come il “controllo analago” da azionista di maggioranza su tutti gli atti potrà rendere la società “in house” rispettando i paletti dell’Unione europea e cominciare, così, ad assegnarle commesse ad affidamento diretto.





Ovvero quello che è sempre stato impossibile fin dalla nascita nel 2006, quando Ae avrebbe dovuto portare l’Internet veloce in tutto Abruzzo, ma non ha mai avviato le commesse non essendo riconosciuta in house, causando lo stato di crisi che ha portato alla messa in liquidazione da parte del precedente presidente della Regione di centrodestra, Gianni Chiodi.

Il piano industriale di rilancio di Ae varato dalla nuova amministrazione di centrosinisrta prevede due capitoli principali: quello legato alla ricostruzione post-sisma dell’Aquila e del “cratere”, nella quale il personale della società andrà ad affiancare quello comunale nella gestione tecnica e amministrativa; e quello legato alle attività della Regione, nel quale verrà inserito personale altamente specializzato per le attività di competenza regionale.

Fumo negli occhi per le opposizioni, in particolare il centrodestra che, da sempre, con Chiodi e altri esponenti parla di “carrozzone politico” a uso e consumo del centrosinistra fin dai tempi della creazione con l’ex governatore, Ottaviano Del Turco, e l’allora presidente della Provincia dell’Aquila, Stefania Pezzopane, che si accordarono con Pierfrancesco Guarguaglini, che era al comando di Finmeccanica.

“Prima di definire Abruzzo Engineering un ‘carrozzone’, dal centrodestra si dovrebbero interrogare su come mai siamo arrivati a questa situazione e di chi sono le responsabilità accumulate negli anni”, risponde il vice presidente della Regione, Giovanni Lolli, uno dei grandi tessitori di questa operazione, alla vigilia delle prime schermaglie a palazzo dell’Emiciclo.

“Dopo la cura di quest’anno – evidenzia ai microfoni di AbruzzoWeb – non c’è un solo dipendente di Ae che guadagni più di 2 mila euro al mese. Inoltre ci sono 25 dipendenti, 4 aquilani e 21 tra Pescara e Chieti, che da alcuni mesi vengono a lavorare gratis all’Aquila per i Sal (stati di avanzamento dei lavori, ndr) non essendo stipendiati da 8 mesi e pagandosi di tasca loro la benzina. Grazie a queste 25 persone la ricostruzione non si è bloccata, prima erano in 110”.





Lolli ricorda che Ae “è una società di cui siamo proprietari per il 60% che ha un debito di 35 milioni di euro. In più – aggiunge – siamo aggrediti per 31 milioni da Selex e per 2,5 milioni dalla stessa società. La valutazione dell’Avvocatura è che queste cause le perderemmo perché ci sono volumi di carte in cui la Regione si è assunta solennemente impegni che non ha, poi, mantenuto”.

“Stiamo cercando di evitare e sulla Regione si abbatta questa botta, inoltre chiudere Abruzzo Engineering vuol dire liquidare 180 persone con un costo che abbiamo stimato in 6 milioni di euro, parte dei quali ricadono su di noi – prosegue ancora – Piuttosto che questa catastrofe, abbiamo condotto per un anno un negoziato stringente anno che sta ancora perfezionando il direttore della Regione, così da uscire da questa vicenda. Mi meraviglio chi critica dicendo che è impossibile che 35 milioni vengano transati a 5: la risposta è che la trattativa è stata fatta bene”.

Lolli parla anche del nuovo piano industriale, “occupa queste 180 persone a fare cose che non costano: la metà alla ricostruzione. per le quali ci sono risorse, gli altri in attività tipo genio civile, comunque nuove attività remunerate che la Regione deve fare, altrimenti dovresti formare persone per farle”.

Ultimo elemento virtuoso evidenziato dal vice presidente, “la composizione, 9 sono nella direzione generale e 171 in produzione. Vedete che cosa succede all’Arpa e alle altre società pubbliche e vedete se ce ne sono altre con un rapporto diretti-indiretti anche lontanamente paragonabile a questo”, conclude.

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