D'ALFONSO E LOLLI A COLLOQUIO CON L'AMMINISTRATORE DI SELEX VELTRONI

ABRUZZO ENGINEERING: ACCORDO VICINO, ‘SI TRANSA DEBITO E QUOTE ALLA REGIONE’

di Alberto Orsini

4 Marzo 2015 08:31

Regione - Politica

L’AQUILA – La rinuncia al contenzioso con la Regione Abruzzo e la cessione del 30% delle quote della società Abruzzo Engineering in cambio del pagamento di una buona parte del debito stimato in 35 milioni di euro che aveva portato alle carte bollate.

Questo l’accordo di massima trovato ieri a Roma dal presidente della Regione, Luciano D’Alfonso, e dal vice presidente nonché assessore alle Attività produttive, Giovanni Lolli, che hanno incontrato Massimiliano Veltroni, amministratore delegato della società del gruppo Finmeccanica Selex Service Management, attualmente azionista di minoranza di Ae.

La società mista pubblico-privata è nata nel 2006 per portare l’Internet veloce in tutto Abruzzo ma non è mai entrata in funzione davvero, e ora è in liquidazione e gravata da un debito milionario che mette in pericolo i 185 dipendenti, a dispetto delle commesse, come quella degli uffici della ricostruzione post-sisma dell’Aquila, che ne impiegano una parte.

Un vertice, quello nella sede della Regione in via Piave, nell’ambito della trattativa per salvare la società anticipata da AbruzzoWeb e varata in una delibera di Giunta dello scorso 17 febbraio.





Sia per l’ente pubblico che per la Selex il problema ora è il quantum da liquidare, punto sul quale le parti si rivedranno, ma anche, per la sola Regione, dove diavolo reperire le risorse, visto che, di fondi in cassa, non ce ne sono granché.

“Sono fiducioso, stiamo lavorando bene”, è la valutazione del governatore, che per il resto, non da oggi, si affida ciecamente a Lolli, “è il delegato alla loquacità su questo tema”, ribadisce. E Lolli a questo giornale illustra per filo e per segno la situazione.

“Non abbiamo chiuso, ma stiamo ragionando. Abruzzo Engineering ha un debito, il creditore in grandissima parte è Selex, per circa 35 milioni. Loro nei nostri confronti hanno intentato una causa di risarcimento, per il debito che ritengono determinato dalla Regione, visto che Gianni Chiodi non ha fatto fronte ad alcuni impegni”.

L’ex governatore, d’altronde, ha sempre considerato Ae un “carrozzone politico”, mettendolo in liquidazione nel dicembre 2010 con l’intento dichiarato di chiudere i battenti.





Il cambio di maggioranza ha ribaltato i termini della questione e ora si punta al rilancio, facendo diventare Abruzzo Engineering una società “in house”, ovvero che possa ricevere commesse ad affidamento diretto dalla Regione.

E questo stando dentro i paletti posti dalla Commissione europea, ovvero la totale proprietà pubblica (con il nuovo assetto, 90% Regione, 10% Provincia dell’Aquila) e il “controllo analogo” dell’azionista di maggioranza su ogni atto aziendale, che fin qui è sempre mancato.

Un bel sogno. Ma prima bisogna fare i conti con Selex. “Se la causa va avanti non siamo ben messi – ammette Lolli – Di qui la trattativa per un accordo e ritirare la causa. Riduciamo il debito e chiudiamo, ma nell’accordo c’è anche il passaggio di quote”.

Dove trovare le risorse? “Le nostre sono limitate, con i fondi europei è impossibile pagare debiti – chiarisce Lolli – Non si dimentichi il problema di stilare un piano industriale, Abruzzo Engineering deve servire a fare delle cose, servizi essenziali. Ci dovremo inventare qualcosa”.

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