ABOLIZIONE PROVINCE: IL GOVERNO HA DECISO. SALVE CHIETI E L’AQUILA, OUT PESCARA E TERAMO

20 Luglio 2012 17:19

Regione - Politica

L’AQUILA – Alla fine anche Chieti ce l’ha fatta: manterrà la sua Provincia e farà coppia con L’Aquila.

Cadono sotto la scure del governo, invece, Pescara e Teramo, come già ampiamente annunciato.

Il Consiglio dei ministri, infatti, ha definito i criteri per il riordino delle province previsti dal decreto legge sulla spending review.

I requisiti richiesti per il salvataggio sono di avere almeno 350 mila abitanti ed estendersi su una superficie territoriale non inferiore ai 2.500 chilometri quadrati.

In prima battuta era stata ipotizzata un’ampiezza di 3 mila chilometri quadrati, circostanza che avrebbe condannato Chieti, mentre L’Aquila è stata graziata dalla previsione normativa che sono comunque salvaguardate le province sede del capoluogo di Regione.

Nei prossimi giorni il governo trasmetterà la deliberazione al Consiglio delle autonomie locali (Cal), istituito in ogni regione e composto dai rappresentanti degli enti territoriali (in mancanza, la deliberazione verrà trasmessa all’organo regionale di raccordo tra Regione ed enti locali).

La proposta finale sarà trasmessa da Cal e Regioni interessate al governo, il quale provvederà all’effettiva riduzione delle province promuovendo un nuovo atto legislativo che completerà la procedura.

Le nuove province eserciteranno le competenze in materia ambientale, di trasporto e viabilità, al contrario le altre saranno devolute ai Comuni, come stabilito dal decreto “Salva Italia”.





La soppressione delle province che corrispondono alle città metropolitane, dieci in tutto, tra cui Roma, Milano, Napoli, Venezia e Firenze, avverrà contestualmente alla creazione di queste entro il 1° gennaio 2014.

LA SITUAZIONE NEL RESTO D’ITALIA

Sulla base dei criteri di riordino delle Province approvati oggi dal governo, l’Ansa, su dati Istat, è in grado di dire che in Piemonte, su otto Province attuali, quelle salve sarebbero Torino, Cuneo e Alessandria; via le attuali Province di Vercelli, Asti, Biella, Verbano-Cusio e Novara.

In Lombardia rimarrebbero Milano, Brescia, Bergamo, Pavia mentre dovrebbero essere accorpate le attuali Province di Lecco, Lodi, Como, Monza Brianza, Mantova, Cremona, Sondrio e Varese.

Nel Veneto rimarrebbero in vita Venezia Verona e Vicenza. Accorpamento in vista per Rovigo, Belluno, Padova, Treviso.

In Liguria su quattro Province attuali ne scompaiono due, Savona e Imperia; salve Genova e La Spezia.

In Emilia Romagna sì a Bologna, Parma, Modena e Ferrara; accorpate Reggio Emilia, Ravenna, Forlì-Cesena, Rimini e Piacenza.

In Toscana, su dieci Province, si salverebbe solo Firenze: via Grosseto, Siena, Arezzo, Lucca, Massa Carrara, Pistoia, Prato, Pisa e Livorno.





In Umbria rimane solo Perugia, “salta” Terni; nelle Marche sarebbero salve Ancona Pesaro e Urbino, mentre non hanno i requisiti per sussistere Ascoli Piceno, Macerata e Fermo.

Nel Lazio rimarrebbero Roma e Frosinone, ma dovrebbero essere accorpate Latina, Rieti e Viterbo.

In Molise rimarrebbe solo la provincia di Campobasso, in Campania salve Napoli, Salerno, Caserta e Avellino, fuori solo Benevento.

In Basilicata rimarrebbe in vita la Provincia di Potenza, esclusa invece quella di Matera; in Puglia su sei Province se ne salvano solo tre: Bari, Foggia e Lecce, da accorpare Taranto, Brindisi e Barletta-Andria.

Infine in Calabria, su cinque Province, si salvano Cosenza, Reggio Calabria e Catanzaro; da accorpare Crotone e Vibo Valentia.

A queste sono da aggiungere le  Province nelle Regioni speciali: in Sicilia su nove ne rimarranno in vita solo quattro: Palermo, Agrigento, Catania e Messina. La scure si abbatterà su Caltanisetta Enna, Ragusa, Siracusa e Trapani.

In Sardegna una debacle: rimarrà solo la Provincia di Cagliari. Verranno eliminate le Province di Olbia Tempio, Medio, Ogliastra, Carbonia, Sassari, Nuoro, Oristano.

Infine in Friuli, su quattro Province iniziali, due rimangono in vita, Trieste e Udine, due vengono tagliate o meglio accorpate: Pordenone e Gorizia.

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