2017: CIALENTE IN REGIONE LOLLI SINDACO LA ”STAFFETTA” CHE FA ARRABBIARE IL PD

di Alberto Orsini

5 Agosto 2015 08:05

Regione - Politica

L’AQUILA – Il Partito democratico aquilano prepara la staffetta Massimo CialenteGiovanni Lolli e ritorno.

È uno dei rumors politici più forti dell’estate quello che vedrebbe nel 2017, quando l’attuale sindaco dell’Aquila finirà il suo secondo mandato alla guida del Comune capoluogo, Lolli puntare a prendere il suo posto e indossare la fascia tricolore e Cialente rilevare la carica di vice presidente della Giunta regionale nonché assessore esterno di Luciano D’Alfonso.

Un piano perfetto, perfino diabolico, che dà una chiave di lettura diversa alla battaglia sul regionalismo intrapresa da qualche tempo da Cialente con le sue uscite mediatiche, in particolare sulla piazza virtuale di Facebook che spesso utilizza per esternare i suoi pensieri.

Ma anche un piano che non tiene conto di alcune variabili: in primis, il fatto che la sindacatura sia elettiva, e andrà conquistata e l’esito non è scontato, mentre la vice presidenza è di nomina diretta del governatore.





Inoltre, non è detto che la staffetta sia gradita agli altri interlocutori e del Pd stesso. Sia dal terzo ‘big’, quella Stefania Pezzopane che per decenni, con quei due, ha costituito la ‘trimurti’ che ha fatto il bello e il cattivo tempo nel centrosinistra cittadino. Salvo smarcarsi un po’ negli ultimi tempi, anche rivendicando l’appartenenza a una diversa generazione, 50 anni contro 60, tanto che da bersaniana è potuta diventare renziana.

A vedere come fumo negli occhi la “staffetta” c’è anche la componente giovane del partito, quella che, con differenziazioni, oscilla dal consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci al presidente della Gran Sasso Acqua, Americo Di Benedetto, al segretario comunale, Stefano Albano, componente della segreteria regionale come il capo di gabinetto di Cialente, Mauro Marchetti.

Quasi tutti di questi con estrema probabilità rifiuterebbero, anche prendendo posizione pubblicamente, un piano così bell’e pronto e calato dall’alto, e l’ulteriore spaccatura generazionale nel partito sarebbe formalizzata, arrivando alla frittata.

Più astutamente, come molti infatti già chiedono, si potrebbe affidare, in questo caso più onestamente scaricare, il verdetto alla base, decretando le primarie per la scelta del candidato, da vedere se di partito o allargate alla coalizione.

Anche se i “piccoli” lo hanno già ammesso: non c’è spazio per sorprese, per la consistenza elettorale l’espressione del candidato spetta al Pd e quindi le pre-consultazioni tra il prescelto dem con Sinistra ecologia libertà, Italia dei valori, quello che resta di Rifondazione-Comunisti italiani, Partito socialista e chi altri vorrà starci sono di per sé inutili.





Fare il sindaco dell’Aquila non è un mestiere semplice e dall’anno zero scoccato il 6 aprile 2009 al timone c’è stata una persona sola, Massimo Cialente, con pregi e difetti, meriti ed errori.

Lolli ha sempre detto di non volerlo sostituire, anche quando Cialente si era dimesso per gli attacchi mediatici dopo l’inchiesta “Do ut des” e l’ex sottosegretario si presentò in Comune in tshirt da montagna a sentirsi dire “Se Massimo molla, il candidato sei tu”.

La Pezzopane ad AbruzzoWeb ha dichiarato che è molto concentrata sul suo mandato da senatrice e non pensa a una candidatura a sindaco, anche se ha subito dopo aggiunto “per ora”. Pietrucci sta bene tra i banchi dell’aula dell’Emiciclo, ma hai visto mai.

Insomma, se da un lato la “staffetta” potrebbe sembrare una soluzione logica e indolorre, che oltretutto completerebbe il “cursus honorum” di entrambi (Cialente è stato in Comune, Provincia e Parlamento ma mai in Regione, Lolli in Provincia, Regione, Parlamento e perfino Governo ma mai in Municipio) dall’altro potrebbe scatenare una vera e propria guerra mondiale in seno al Pd e a cascata a tutto il centrosinistra.

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