IL PRESIDENTE GENITTI: ''NON CI SIAMO FERMATI NEANCHE CON IL TERREMOTO'' IL 24 NOVEMBRE CONGRESSO NAZIONALE DI TUTTE LE STRUTTURE ITALIANE

10 ANNI DI BANCA DEGLI OCCHI; GENITTI: ”DA UNA A 50 DONAZIONI ALL’ANNO”

14 Novembre 2012 08:05

L'Aquila - Video

L’AQUILA – Scocca l’ora del decennale per la Banca degli occhi dell’Aquila, dal 2002 centro di riferimento regionale per le donazioni e i trapianti di cornea e per le membrane amniotiche, non solo per l’ Abruzzo ma anche per il Molise.

Un decennio in cui sono stati processati quasi 2 mila tessuti ed è letteralmente esploso il procurement, cioè l’approvvigionamento attraverso le donazioni. Da uno a 50 espianti di cornea l’anno, un salto epocale che ha fatto arrivare il capoluogo d’Abruzzo alla più alta media d’Europa.

Poi il terremoto del 2009, le attività spostate in un container con l’appoggio di una struttura amica romana per le operazioni che richiedono un ambiente sterile, cioè quasi tutte. Ma l’attività di eye-banking, la versione inglese, non si è mai fermata.

La Banca aquilana si festeggia con un grande evento, il congresso nazionale della Società italiana banche degli occhi (Sibo) che si svolgerà in città il prossimo 24 novembre.

Per presentare l’evento e ricordare la traversata lunga dieci anni della Banca, AbruzzoWeb ha intervistato il suo direttore, Germano Genitti.

Dieci anni sono tanti. Si ricorda i primi giorni?

Siamo stati una delle prime banche a nascere in Italia dopo quella del Veneto, che è stata la prima d’Europa. Grazie al professor Emilio Balestrazzi e a me, che allora ero un giovane medico, abbiamo cominciato a costruire questa struttura totalmente nuova. A luglio 2002 facemmo il primo espianto, è vero, dieci anni sono tanti. Il primo trapianto avvenne con cornee provenienti da Teramo, lo ricordo bene: era tutto un’emozione, una novità. Siamo stati subito insigniti con le certificazioni del Centro nazionale trapianti e la ISO 9001 2008.





Qual è il bilancio di dieci anni di attività?

Il procurement in Abruzzo è decollato. Prima arrivavamo a una donazione o due all’anno, oggi anche a 50-60. Tra il 2005 e il 2007 L’Aquila ha avuto il maggior indice di donazioni in Europa in rapporto alla popolazione e questo è un bel traguardo. In dieci anni abbiamo processato quasi 2 mila tessuti: un bel risultato, ottimo anche per L’Aquila, considerando che è stata travolta dal terremoto e che con il laboratorio siamo stati fermi un anno e mezzo. Ma il procurement è sempre proseguito.

Quanti e quali danni ha fatto il sisma?

Come tanti edifici ha reso il nostro inagibile. Io e le mie collaboratrici siamo stati fuori dal laboratorio, per quasi due anni in un container. Nonostante questo abbiamo cercato di mantenere vive le donazioni, inviando le cornee a una banca a Roma che ci supportava nella processazione. Naturalmente qui lavoriamo in regime di massima sterilità, non è che si potesse proseguire in un container l’attività di processazione, ma solo quella amministrativa e di prelievo.

Ci presenti il suo staff.

Con me lavorano una biologa e un tecnico sanitario di laboratorio biomedico, le dottoresse Maria Teresa Vicentini e Mariangela Baccante. Poi c’è lo staff intorno: le infermiere del procurement, il coordinamento regionale diretto dal professor Antonio Famulari e la dottoressa Daniela Maccarone. Il coordinamento locale con la dottoressa Grazia Di Francesco e tutti i medici oculisti di Abruzzo e Molise che poi trapiantano queste cornee nei reparti oculistici, anche fuori L’Aquila.

Una struttura del genere ha bisogno di numerose certificazioni.





Dopo quattro anni siamo riusciti ad avere anche la certificazione ISO 9001 2008 e abbiamo rinnovato quella del Centro nazionale trapianti. Faremo anche ulteriori lavori di adeguamento. E poi siamo onorati perché la Società italiana banca degli occhi, di cui sono vice presidente, ci ha dato l’onore di organizzare il congresso nazionale il 23 e 24 novembre. Sarà un’occasione per fare il punto della situazione, ma anche per dimostrare che L’Aquila vive, va avanti e consegue ottimi risultati.

Il congresso Sibo coinciderà anche con i festeggiamenti per il decimo anno.

Sarà l’occasione migliore per festeggiare il decennale, verrà anche il più grande esperto di eyebanking dall’Australia, il professor Graeme Pollock, e poi tanti altri esperti e chirurghi, Diego Ponzin, Leonardo Mastropasqua, Marco Ciancaglini, Leopoldo Spadea.

Quali sono gli scenari futuri di sviluppo di questo settore?

Vengono effettuati sempre più trapianti di cornea non a tutto spessore, cioè si va a correggere solo la porzione malata. Riusciamo a fare trapianti lamellari, cornea anteriore e posteriore, grazie all’ausilio di laser modernissimi. Sia la nostra banca che l’oculistica stanno acquistando il laser che ci permetterà di effettuare trapianti di nuova generazione.

In un futuro più o meno lontano chi non ha la vista potrà sperare di riacquistarla?

A livello di cornea, cioè la parte anteriore dell’occhio, queste cose già vengono effettuate, non solo con il trapianto ma anche con le cellule staminali, di cui siamo stati promotori con il supporto delle banche degli occhi del Veneto. Risolviamo quasi tutto. Nella parte posteriore, che poi è la pellicola fotografica dell’occhio, la retina, ci sono invece ancora studi sulle staminali per riprodurla: significa riprodurre tessuto cerebrale! Lo stato dell’arte ancora non ci risolve queste problematiche. Alberto Orsini

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