”SOLDI DALLE CASE FARMACEUTICHE”, 12 MEDICI RISCHIANO IL PROCESSO

29 Luglio 2016 09:36

Chieti - Cronaca

CHIETI – Telefonini, computer, tangenti e soggiorni in albergo per familiari in cambio di prescrizioni di farmaci: dalle vitamine agli integratori alimentari al latte in polvere. 

È l'ipotesi d'accusa formulata dal pm Lucia Campo che ha chiuso l'inchiesta partita due anni fa dall'arresto del neonatologo Giuseppe Sabatino, ex primario dell'ospedale di Chieti che finì ai domiciliari per violenza sessuale e corruzione. 

Secondo quanto si legge oggi sul quotidiano Il Messaggero a rischiare il processo sono in 19 tra i quali 12 medici. 





L'accusa per tutti i medici è di corruzione per l'esercizio della funzione. 

Per respnsabilità amministrativa risultano invece indagati anche colossi del settore farmaceutico come la Mellin, la Dicofarm, la Sooft Italia, e la Humana Italia. 

Secondo la procura Sabtino ha accettato indebitamente 54,900 euro ai quali si aggiunge una parte di 20 mila euro “al fine di prescrivere prodotti” 
delle 4 case farmaceutiche. 





I medici indagati con l'accusa di “corruzione per l'esercizio della funzione” sono Giuseppe Sabatino, 66 anni di Chieti, Mario Di Pietro, 62 di Bellante, Giuseppina Brandimarte, 65 di Pescara, Gaetano Silvestre, 68 di Pescara, Valerio Flacco, 68 di Francavilla, Rosa Persia, 64 dell'Aquila, Roberto Ciccocelli, 62 di Giulianova, Luigia Caprio, 64 di Pineto, Vincenzo D'Onofrio, 55 di Chieti, Maria Bambina Primavera, 59 di Castel Frentano, Giovanni Battista Castiglione, 59 di Collecorvino, Antonio Gargasole, 63 di Brindisi. 

Anche gli informatori scientifici devono rispondere di corruzione: per la Dicofarm sono sotto inchiesta Marco D'Errico, 56 anni di Roma, Luigi Leccese, 59 di Pescara, e il responsabile amministrativo Gabriele Bellia, 52 di Modica; per la Mellin Antonio De Panfilis, 54 di Pescara; per la Sooft Italia Gaetano Capobianco, 58 di Napoli, e Michele Nikpali, 51 di San Benedetto del Tronto; per la Humana Italia Sergio Di Felice, 56 di Pescara.

Le quattro società farmaceutiche, invece, devono rispondere tutte dell'illecito amministrativo previsto nel decreto legislativo numero 231 del 2001. Gli indagati sono difesi dagli avvocati Andrea Di Lizio, Mario Fazzini, Benedetto Scippa, Cesare Borgia, Pier Francesco Bruno, Ludovico De Benedictis, Marco Cozza, Rossana Semola, Giuliano Milia, Ornella Ponticelli, Fabrizio Gobbi, Piero Violante, Michele Accettella, Francesco De Minicis e Oreste Dominioni.

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