”SE IL POPOLO IMPICCA I BANCHIERI”: BUFERA SU POST CONSIGLIERE REGIONALE, LA LEGA PRENDE LE DISTANZE

4 Dicembre 2019 21:36

Regione - Politica

L'AQUILA – “Fino a quando il popolo non impicca i banchieri”, e ancora, “questo si chiama alto tradimento agli interessi nazionali, in tempo di guerra era punito con la fucilazione alle spalle”.





Hanno creato più di qualche polemica le frasi che il consigliere regionale abruzzese e sindaco di Ovindoli, Simone Angelosante, della Lega, ha affidato a un post su Facebook. 

Parole che hanno portato la Lega a prendere “nettamente le distanze” e a pubblicare in gran fretta una nota in cui il coordinatore regionale del carroccio, Luigi D'Eramo, precisa: “pur confermando i giudizi negativi già espressi in sede parlamentare sul Mes, la Lega non ritiene quelle affermazioni consone a un dibattito che, se pur aspro, deve sempre essere confinato nell'alveo della civiltà e del rispetto”. 





Il post in questione, pubblicato lo scorso 29 novembre, è ancora su Facebook: “Il Mes o fondo salva stati, è uno strumento che serve a salvare le Nazioni che rischiano il fallimento. Il problema è che per ottenerlo, queste Nazioni devono aver rispettato i parametri economici europei – si legge sul profilo di Angelosante – In sintesi in caso di fallimento, ll’Italia non potrebbe accedere al MES perché ha un debito pubblico elevato e fuori dai citati parametri, mentre ad esempio la Germania ne può fare uso per salvare le sue banche che sono in difficoltà manifesta. In sintesi l’Italia di Conte ha firmato senza autorizzazione del Parlamento sovrano, un trattato che serve alla Germania impegnando l’Italia a versare 125 miliardi che non potrà mai avere indietro. Questo si chiama ALTO TRADIMENTO agli interessi nazionali. In tempo di guerra era punito con la fucilazione alle spalle”.

La scelta dei termini utilizzati, piuttosto decisi, ha scatenato il dibattito fino ad arrivare alle cronache nazionali, tanto che Repubblica scrive: “Simone Angelosante, professione medico, 55 anni, un passato in Alleanza Nazionale e poi la folgorazione leghista, era già noto alle cronache per due episodi: aver gonfiato il proprio curriculum in campagna elettorale (si definiva direttore sanitario di una clinica, ma non era vero) ed essere entrato in polemica con Roberto Vecchioni, colpevole di aver cantato Bella ciao durante un suo concerto nella cittadina di cui è sindaco”.

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