”RIMANDIAMO DI PANGRAZIO A COLTIVARE LE PATATE”, E’ BUFERA SUL GRILLINO PIETRO SMARGIASSI

19 Maggio 2017 10:31

L'Aquila - Politica

AVEZZANO – “Voi vi dovete far perdonare, voi avete una colpa grave, questo popolo, questa città. Voi siete quelli che hanno eletto Peppe Di Pangrazio, non ve lo perdoneremo mai. Soltanto votando Francesco e facendolo votare la coscienza vi verrà lavata altrimenti sarà macchiata per sempre, ricordatelo. Il tempo è cambiato. Tra due anni la Regione la prendiamo in mano noi e gente come Peppe Di Pangrazio la rimandiamo a coltivare le patate ad Avezzano, se la Regione è nostra, se lo Stato sarà nostro, se ad Avezzano vince il Movimento 5 Stelle queste persone dovranno cambiare città perché noi parliamo solo con persone oneste”.

Così il consigliere regionale del Movimento cinque stelle, Pietro Smargiassi, durante una cena elettorale a sostegno del candidato sindaco di Avezzano (L'Aquila) Francesco Eligi.

Il video dell'intervento, pubblicato in Rete, è subito diventato virale. Con le parole dell'esponente grillino che hanno suscitato un generalizzato sdegno, da destra a sinistra.





“È inaccettabile è sconcertante il contenuto di un discorso pubblico del consigliere regionale del movimento 5 stelle Pietro Smargiassi, tra l’altro diffuso in rete volontariamente con un filmato, nel quale si offendono senza limiti di educazione, dignità e senso della responsabilità i cittadini, le istituzionale e tutti i candidati alle elezioni comunali di Avezzano. In un discorso farneticante in cui si usano espressioni di chiaro stampo autoritario/di cultura fascista, del tipo 'se lo stato sarà nostro', ovvero, 'se vinciamo noi dovranno cambiare città anche i cittadini che non votano i 5 stelle', 'mandiamoli al diavolo tutti', il consigliere Smargiassi offende soprattutto i cittadini di Avezzano e della Marsica nella loro libertà civile e politica. Poiché tale discorso è tenuto nella veste di consigliere regionale, rappresentante di tutti i cittadini abruzzesi, voglio denunciare, oltre l’ispirazione di 'cultura fascista', la grave lesione alla carica che Smargiassi ricopre”, tuona in una nota Giovanni Ceglie, coordinatore del circolo del Partito democratico di Avezzano.

“Per quel che riguarda le coltivazioni agricole nel fucino voglio solo colmare l’ignoranza dell’oratore, ricordando che la nostra agricoltura del fucino rappresenta un eccellenza europea e un motore trainante dell’economia abruzzese – aggiunge – Soprattutto voglio ricordare, se mai il consigliere Smargiassi avesse avuto notizia, di uno scrittore marsicano famoso nel mondo, Ignazio Silone,  e che i Cafoni di Fontamara sono un segno incancellabile della civiltà, dell’educazione e della dignità  passata e futura di tutto il popolo marsicano e dell’intero Abruzzo. Di tale civiltà purtroppo il movimento in questione non saprà mai colmare gli abissi di incultura ed ignoranza che contraddistinguono un tanto oratore e un tanto discorso”.

“A nome di tutti i cittadini di Avezzano e della Marsica mi sento orgoglioso – conclude Ceglie – di appartenere a quel popolo di zappatori della terra che sicuramente sapranno lasciare ai margini della società civile una talfatta di rappresentante regionale e orgoglioso del Presidente del Consiglio regionale che rappresenta l’Abruzzo e la nostra città”.

“Ieri abbiamo assistito all'apice del delirio pentastellato: un consigliere regionale che offende e minaccia cittadini e candidati di Avezzano e la Marsica intera, con termini ai limiti della decenza. 'Se vinciamo noi dovranno cambiare città', ma Smargiassi ha capito che si tratta di elezioni democratiche o pensa di essere in guerra? Offendere i quasi 600 candidati con il termine 'feccia', poi, lascia allibiti e la dice lunga su quale sia il loro approccio ad una campagna elettorale, ma ancor più sulla loro educazione. Vergognoso, poi, che abbia utilizzato l’espressione 'a cogliere le patate' con quel tono”, dice in una nota il coordinatore di Noi con Salvini, Tiziano Genovese.





“Il lavoro manuale non ha mai spaventato gli abitanti del Fucino e tantomeno può essere usato in tono dispregiativo come ha fatto Smargiassi – aggiunge – Ma la cosa più grave è che l’intero entourage pentastellato, anziché indignarsi per affermazioni simili, lo abbia persino applaudito. A cominciare dal candidato sindaco del movimento, un pluri-candidato in cerca di gloria, che alle comunali del 2010 nel suo paese prese 48 voti e in quelle del 2015 appena 35”.

“E che oggi, pur di arrivare alla poltrona di sindaco, passa sull'onore e la storia del suo stesso popolo. Se non verrà eletto nemmeno questa volta ce lo ritroveremo alle regionali? Stessa cosa per Pierluigi Ruscitti, che oggi applaude Smargiassi, ma che nel 2012 era candidato con Di Pangrazio, quindi né più né meno della 'feccia' che oggi invece tanto critica e offende. Mi viene in mente che forse l’idea di dover cambiare città proviene proprio dal fatto che all'epoca rimase così deluso della sua non elezione, che decise di cambiare aria per un po'. Vogliamo poi parlare dei lavori alla sede elettorale? Hanno pubblicato le foto su Facebook ma non sanno nemmeno che anche per lavori di quel genere c’è tutta una documentazione da presentare al Comune e l'obbligo di dotazioni antinfortunistiche che nelle foto non ci sono”.

“O pensano che le regole per il movimento non valgano? Un autogol clamoroso, che la dice lunga sulla loro capacità di rispettare le leggi e di amministrare una sede elettorale, figuriamoci una città. Se questo è il nuovo volto della politica, sono sempre più fiero di appartenere ad una politica sempre più in via d’estinzione, che si batte per difendere il proprio territorio e che da' l'esempio rispettando per prima le regole della società civile”, conclude Genovesi.

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