RICOSTRUZIONE: FEBBRILE ATTESA DELLA DELIBERA CIPE PER COCOCO DEI COMUNI

di Filippo Tronca

22 Ottobre 2016 08:15

L'Aquila -

L'AQUILA – Il tempo scorre implacabile, i soldi in cassa sono finiti, ma ancora nessuna notizia dell’annunciata delibera del Comitato interministeriale per la programmazione economica (Cipe), che deve stanziare i 500 mila euro per pagare gli stipendi del secondo semestre 2016 ai 56 lavoratori con collaborazione coordinata e continuativa (Co.co.co.) che lavorano nei Comuni del “cratere” sismico del 6 aprile 2009.

Attesa febbrile anche per il testo, finora secretato, della legge di stabilità, la nuova finanziaria dove ci dovrebbero essere 1,7 milioni di euro per il 2017, la proroga per l’impiego dei 56 Co.co.co. anche per il 2018 e le relative coperture.

Secondo quanto appreso da fonti interne della Regione, il vice presidente della Giunta, Giovanni Lolli, sarebbe molto irritato perché non riesce a incontrare il sottosegretario all'Economia con delega alla Ricostruzione Paola De Micheli per invitarla a dar seguito agli impegni presi con i sindaci aquilani.





Invita alla calma, come suo solito, uno dei due coordinatori dei sindaci del “cratere”, Francesco Di Paolo, primo cittadino di Barisciano (L'Aquila), amministratore di centrosinistra, che si spartisce la funzione assieme a Sandro Ciacchi, vicino al centrodestra.

“Non ho motivo di pensare che la De Micheli, che finora è stata sempre disponibile e puntale davanti alle nostre ragionevoli richieste, non mantenga l’impegno”, si limita ad affermare Di Paolo.

Dallo scorso giugno gli stipendi dei Co.co.co. sono anticipati dai Comuni che, però, non potranno farlo ancora a lungo, visto che, come noto, le loro casse non sono certo floride, né si possono stornare i fondi destinati ai cantieri e ad altre voci della ricostruzione per questa spesa.

Neanche l’ufficio speciale per la ricostruzione (Usrc) può venire in loro aiuto, perché anche l' i fondi scarseggiano. Secondo altri calcoli, tra l'altro, non basterebbero nemmeno i 500 mila euro, visto che tutto compreso il fabbisogno sarebbe almeno il quadruplo, circa 2 milioni.





Si rischia, tirando le somme, che questi lavoratori, meno tutelati degli altri addetti alla ricostruzione assunti a tempo indeterminato con il concorsone Ripam, e impiegati nell’Usra e Usrc, rischieranno di vedersi pagate le spettanze con mesi e mesi di ritardo.

Anche l'ottimista Di Paolo non nasconde le difficoltà. “I soldi sono finiti, lo sanno tutti – spiega – gli stipendi sono stati anticipati dai Comuni e rendicontati all’Usrc, e l'ufficio speciale deve ora ricevere soldi dal governo per poi girarli alle amministrazioi. Il fattore tempo, per l’approvazione della delibera Cipe, è indubbiamente importante”, rimarca.

C’è poi la partita della legge di stabilità, e anche Di Paolo attende con ansia di poterne leggere il testo. “Mi auguro che ci sia tutto quello che era stato concordato, ovvero la proroga al 2018, i fondi per i Co.co.co. relativi all'anno prossimo e anche i fondi per i sottoservizi e per pareggiare i mancati introiti causa sisma dei comuni del cratere”, conclude.

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