LA REGIONE DIROTTA RISORSE ALLE PROVINCE PER LA VIABILITA'; FEBBO ATTACCA, DEL VECCHIO DIFENDE SCELTA MA ANCHE GERARDIS CRITICA

”NESSUN OBBLIGO DEL PRIVATO A PAGARE LA BONIFICA”, E’ SCONTRO SUI FONDI PER BUSSI

di Marco Signori

29 Ottobre 2017 20:00

Regione - Cronaca

BUSSI SUL TIRINO – La Edison non ha alcun obbligo formale, ad oggi, a farsi carico della bonifica delle aree inquinate, ma soprattutto i terreni di proprietà pubblica necessitano in ogni caso di risorse per il risanamento ambientale, che di certo non saranno sborsati dal privato.

Le perplessità sul dirottamento dei fondi pubblici destinati alla bonifica della discarica abusiva Tremonti di Bussi sul Tirino (Pescara) alle Province per esigenze legate alla viabilità, da parte della giunta regionale, vengono confermate dall'ex direttore generale della Regione Abruzzo, Cristina Gerardis, che dopo la “luna di miele” con il presidente della Regione Luciano D'Alfonso ha lasciato l'incarico per andare a dirigere l'ufficio legislativo del Ministero dell'Agricoltura.

Fu lei a sottoscrivere la delibera della giunta che stanziava 18,5 milioni di euro per il risanamento ambientale di uno dei siti che compongono quella che è stata definita la più grande discarica d'Europa, scoperta dalla Forestale ormai più di dieci anni fa e oggetto di un maxi processo, lo stesso nel quale la Gerardis, da avvocato dello Stato, rappresentò la parte civile.

Per questo, più di altri, conosce a fondo la delicata questione, che vede ancora al palo anche la bonifica delle aree per le quali fu bandita la gara da quasi 50 milioni di euro il cui è iter è finito su un binario morto, con un'aggiudicazione provvisoria che, dall'aprile scorso, ancora non diventa definitiva, visto che il responsabile unico del procedimento Enrico Bentivoglio ancora non convoca la commissione aggiudicatrice, nonostante le sollecitazioni, anche pubbliche, della dirigente del Ministero dell'Ambiente Laura D'Aprile, che gestisce la delicata partita dall'agosto 2016, dopo la fine del decennale gestione commissariale.





La giunta regionale, intanto, l'11 ottobre ha deliberato di stornare 18,5 milioni di euro previsti nel Masterplan per la Tremonti, alle Province.

“Spero che questa decisione di utilizzare lo stanziamento Masterplan Abruzzo destinato alle aree del sito di Bussi ad altre finalità, pur meritevoli, non pregiudichi gli interventi di competenza degli enti, che non sono certo azzerati dalla presenza in conferenza dei servizi dell’attuale proprietario della discarica abusiva Tremonti”, fa osservare la Gerardis, che ricorda come “il sito ricomprende aree pubbliche, sulle quali certamente il privato non interverrà e che soprattutto a quelle erano destinatele le risorse”.

“Mi risulta inoltre che il progetto del privato sia ancora al vaglio del Ministero dell’Ambiente e che qualitativamente e quantitativamente abbia suscitato delle perplessità, soprattutto se confrontato con i dati assolutamente allarmanti acquisiti nel processo penale”, aggiunge la Gerardis.

Martedì, infatti, è convocata la conferenza dei servizi in cui gli enti dovranno esprimere osservazioni al progetto che, rispettando i termini dettati dal Ministero, Edison ha presentato lo scorso 15 ottobre. Un progetto che include anche l'area ex Montecatini in località Piano d'Orta, nel comune di Bolognano (Pescara), un altro sito altamente inquinato sul quale la procura della Repubblica di Pescara ha recentemente aperto un'inchiesta.





Un progetto nei confronti del quale sono stati critici gli ambientalisti, con il Forum dell'Acqua che lo ha definito “inaccettabile” perché “non è un progetto di bonifica e prevede interventi minimali sugli inquinanti, senza la rimozione della stragrande parte del materiale contaminato, la fonte di inquinamento”.

La Gerardis ricorda poi che “quello stesso soggetto privato si dichiara incolpevole, declinando ogni obbligo risarcitorio. Sul giudizio pende il suo ricorso per cassazione. Quando ho sottoscritto la delibera con quello stanziamento per Bussi ero sinceramente contenta che la Regione considerasse un suo problema quell’area così pesantemente contaminata, mettendoci 'del suo' in un documento per lo sviluppo e il risanamento del territorio (gli ecoreati nel nostro caso sono più che conclamati: ora è il tempo delle bonifiche)”.

Sull'obbligo di intervenire da parte del privato è intervenuto anche il consigliere regionale di Forza Italia Mauro Febbo, che ha ricordato come, ad oggi, non esistano né sentenze, né atti ufficiali della pubblica amministrazione che impongano alla Edison di versare alcunché per la bonifica. Tanto che né Edison, né le altre aziende private responsabili dell'inquinamento hanno, ad oggi, sborsato soldi per il risanamento.

Il presidente della Regione, Luciano D'Alfonso, ha affidato la replica al suo segretario particolare Enzo Del Vecchio, che in una nota ha spiegato come “si può discutere nel merito del piano, e la Regione si farà parte attiva affinché venga assicurato un risanamento completo del sito, ma non sul fatto che la bonifica competa all’azienda. Di conseguenza, le risorse del Masterplan che prima erano state destinate a questo scopo possono essere utilizzate per altre finalità”.

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