DOPO I GUASTI E LA CHIUSURA DELLA STAZIONE, EX DIRETTORE GETTA LA SPUGNA

”AL GRAN SASSO SERVONO NUOVI IMPIANTI” CORDESCHI, ”SENZA SOLDI, CTGS MUORE”

di Roberto Santilli

10 Febbraio 2014 08:33

L'Aquila -

L'AQUILA – Per dare un senso alla stazione sciistica di Campo Imperatore (L'Aquila), almeno per quanto riguarda la seggiovia rimasta chiusa ieri per un guasto ai morsi dei veicoli (durante una bufera di neve) serve un investimento di circa 6 milioni di euro. In pratica, ne serve una nuova.

Per non parlare dei soldi che servono per salvare l'intero Centro turistico Gran Sasso (Ctgs), sempre indebitato e alla ricerca, con polemiche politiche annesse, di privati che possano rimediare al deserto delle tasche del Comune dell'Aquila, proprietario degli impianti e ancora impantanato con un piano industriale per ora 'sospeso' in aria.





Così è per l'ex direttore tecnico del Centro turistico Gran Sasso (Ctgs), Marco Cordeschi, il quale, vista l'esperienza diretta accumulata negli anni, continua a essere un punto di riferimento nelle vicende legate a Campo Imperatore,

“Si sta cercando di capire, di ricostruire i passaggi delle revisioni degli impianti di risalita delle Fontari – afferma Cordeschi ad AbruzzoWeb, dopo averne discusso nel 2013 in Commissione di Garanzia al Comune dell'Aquila, quando era già ex direttore tecnico del Ctgs – quel che è chiaro è che l'impianto va sostituito con uno nuovo. Siamo alle solite, il problema di Campo Imperatore è l'assenza di investimenti. E al Comune dell'Aquila le perdite ogni anno ammontano a circa 1 milione di euro. Se così deve essere, tanto vale chiudere tutto. Perché continuare a veder morire questi posti con una lenta agonia?”.





“La neve quest'anno c'è, si è potuto sciare tutti i giorni da dicembre, il tempo è stato quasi sempre buono per gli sciatori, ma gli incassi di Campo Imperatore sono purtroppo magrissimi nonostante tutto questo”, lamenta Cordeschi.

“Il passaggio obbligato va fatto con i privati, mantenendo la supervisione dell'amministrazione pubblica, come 'tutela', come controllo – continua – ma dopo un progetto imprenditoriale del 2009 mai andato in porto, non c'è stato più niente di concreto. Conosco tutte le stazioni sciistiche italiane, alla fine i modelli di sviluppo sono sempre gli stessi, non ci si deve inventare nulla, sono gli investimenti a fare la differenza. Campo Imperatore – conclude Cordeschi – ha un piano regolatore approvato da 12 anni, in Italia non ce l'ha nessuno, ma è fermo ed è una cosa gravissima, questo per via del disinteresse e dell'incapacità a tutti i livelli istituzionali. O ci si dà una mossa, oppure, ripeto, è meglio chiudere tutto”.

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