DOPO STRAPPO SALVINI SI RAFFORZA IPOTESI VOTO IN AUTUNNO: PRONTO A CORRERE SINDACO BIONDI, CON RITORNO ALLE URNE A L'AQUILA; PIETRUCCI IN PISTA, LEGNINI PRONTO A TORNARE A ROMA, PSICODRAMMA M5S, SI SGOMITA PER POSTO IN LISTA NELLA LEGA

AL GOVERNO VENTI DI CRISI, IN ABRUZZO GIA’ SCALPITANO GLI ASPIRANTI CANDIDATI

10 Agosto 2019 07:46

Regione -

L'AQUILA – Altro che spensierate vacanze acciambellati al sole, in mare o in montagna, con aperitivo in mano e i telefoni cellulari finalmente spenti e silenziosi. Anche la politica abruzzese è investita dagli impetuosi venti di crisi che soffiano dal governo nazionale, dopo l'annuncio del leader della Lega e vicepremier, Matteo Salvini, confermato proprio nel comizio di Pescara di  venerdì, di voler staccare la spina al governo giallo-verde, con la prospettiva di un ritorno al voto anche ad ottobre.

E' così, inevitabilmente, tra i leader di partito abruzzesi, i parlamentari uscenti, e  quelli “aspiranti entranti”,  già si  scatena la partita delle eventuali candidature. Tanto più che in Abruzzo la crisi di governo esplode in concomitanza con quella in Regione, e nel Comune del capoluogo L'Aquila, anche in questi casi innescati da ultimatum e richieste di decisi cambi di passo e dall'insofferenza per gli alleati, da parte della Lega, primo partito in entrambe le assise.

Nel delineare i primi scenari possibili, si può partire proprio dal Comune dell'Aquila. La conseguenza del ritorno alle urne sarà quasi certamente la caduta della maggioranza di Pierluigi Biondi di Fratelli d'Italia, in quanto il sindaco, fraterno amico del leader Giorgia Meloni, già scalpita per abbandonare palazzo Fibbioni e conquistare una poltrona in Parlamento, candidato in una posizione blindata. Del resto Biondi, stanco della rissosità del centrodestra aquilano, aveva già provato in tutti i modi a candidarsi presidente della Regione, per poi essere costretto  suo malgrado a ritornare nei ranghi. Ma molti sono in Abruzzo i pretendenti ad una candidatura in Fratelli d'Italia, partito in ascesa, dato nei più recenti sondaggi  al 7,5 per cento, e che in caso di alleanza con la Lega, e vittoria alle elezioni, potrebbe essere il traghtto per incarichi di governo molto pesanti.   

La caduta del Comune, potrebbe ovviamente innescare la corsa ad un posto in lista da parte delgi uscenti di tutti gli altri partiti, rimasti senza “cadrega”, ad esempio il neo forzista Giorgio De Matteis, che da anni accarezza il sogno di coronare la sua lunga carriera politica, partita nella Dc, con un ingresso in Parlamento.





Nella partita che si gioca contemporaneamente nelle scacchiere dell'Aquila e di Roma, scalpita già un altro “cavallo di razza”: l'ex consigliere regionale del Partito democratico, non rieletto per un soffio, e mancato candidato sindaco dell'Aquila, Pierpaolo Pietrucci. Una cosa è certa, la sua intenzione non è quella di fare a vita il presidente del circolo tennis “Beppe Verna”.  Potrebbe esserci per lui una candidatura blindata al Parlamento. Oppure, ipotesi che già trova conferme nelle sempre informate voci di corridoio, si liberebbe un posto come primo dei non eletti in consiglio regionale, lasciato libero da Giovanni Legnini, pronto a candidarsi al Senato. Del resto, per l'ex sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri del governo Letta ed ex sottosegretario del ministero dell'Economia nel governo Renzi, nonché ex-vicepresidente del Consiglio superiore della Magistratura, gli sta abbastanza stretto lo scranno sui banchi dell'opposizione a palazzo dell'Emiciclo, ottenuto come candidato presidente della regione sconfitto da Marco Marsilio di Fdi.

Ma c'è ancora un'altra ipotesi per Pietrucci: la candidatura a sindaco dell'Aquila. Possibilmente senza primarie, che nel giugno 2017 hanno spaccato il centrosinistra, con l'affermazione dell'ora consigliere regionale Americo Di Benedetto, e consegnando al secondo turno la vittoria a Pierluigi Biondi.   

Rimanendo nel centrosinistra sono ovviamente tanti altri i pretendenti per un posto in lista, a cominciare dagli uscenti, come i deputati Stefania Pezzopane, ora alla sua seconda legislatura in Parlamento, e l'ex consigliere regionale Camillo D'Alessandro.  Per non parlare del senatore Luciano D'Alfonso, che certo farà carte false pur di non tornare in Abruzzo, dopo essersi dimesso anzitempo da presidente  della Regione, contribuendo così a consegnare palazzo dell'Emiciclo al centrodestra. Lungo l'elenco anche degli esponenti di spicco dem in cerca di riscatto dopo aver mancato la rielezione alla Regione, come l'ex presidente del consiglio regionale Giuseppe Di Pangrazio,  o che devono lenire recenti e cocenti sconfitte elettorali, come l'ex sindaco di Pescara Marco Alessandrini, solo per fare due dei tanti esempi possibili.

C'è poi l'ex presidente vicario della Regione Giovanni Lolli, che ha saltato il giro alle elezioni regionali di febbraio, dicendo che preferiva dedicarsi alla sua passione, le camminate in montagna. Nobile e salutare attività, che però potrebbe essere già venuta a noia, a chi come Lolli è stato anche sottosegretario allo Sport.

Ad avere le mazze in mano, per la scelta delle candidature, è però ora il neosegretario avezzanese Michele Fina, della maggioranza del segretario nazionale Nicola Zingaretti, dell'area dell'ex guardiasigilli Andrea Orlando, previdentemente appoggiato anche dalla minoranza dei renziani e martiniani. Per i “grandi vecchi” del partito, i suoi continui riferimenti al rinnovamento generazionale non sono certo di buon auspicio. Potrebbe accadere intanto che un posto in lista Fina se lo riservi per sè, in nome, beninteso, del “largo ai giovani”.





Torniamo al centrodestra: nella Lega, data dai sondaggi al 36 per cento, certa è la ricandidatura degli uscenti, ovvero il rosetano Giuseppe  Bellachioma, segretario regionale del partito, e l'aquilano Luigi D’Eramo, vice coordinatore regionale, ora deputati, e il senatore Bagnai, che abruzzese non è, e potrebbe scegliere un altro collegio italiano dove correre. Ma se i  sondaggi di agosto dovessero tradursi in voti, la Lega potrebbe eleggere piu di 10 tra senatori e deputati. Ed è per questa ragione che già si scatena la corsa per un posto in lista nel partito che più di tutti gli altri ha il vento in poppa. Un pensiero c'è da scommetterci già lo stanno facendo esponenti di spicco come Gianfranco Giuliante, ex forzista, da alcuni mesi presidente della società regionale dei trasporti Tua, e Fabrizio Di Stefano, due volte parlamentare – prima senatore con il PdL, poi deputato di Forza Italia – e già consigliere regionale, entrato nella Lega ad aprile, e che può capitalizzare il suo aver fatto un passo indietro come candidato civico, evitando spaccature nel fronte del centrodestra. Improbabile invece che continuino la scalata politica gli eletti salviniani in consiglio regionale, come ad esempio, il vicepresidente di Giunta Emanuele Imprudente, campione di preferenze.

In Forza Italia la partita è a dir poco delicata, visto che il partito, sceso in base ai recenti sondaggi al 7,1 per cento, superato da Fratelli d'Italia, vive la dolorosa rottura con l'area del presiedente della Regione Liguria Giovanni Toti, che pure era stato appena designato dal leader ottuagenario Silvio Berlusconi, coordinatore nazionale per il rinnovamento e rilancio del partito.

Molto dipenderà, in termini di posti in palio, se Fi correrà in alleanza con la Lega, in un centro destra unito e compatto. Ma i tempi, inutile girarci intorno, sono di vacche magre. E per ora ad ipotecare la ricandidatura sono i due parlamentari uscenti, il segretario regionale Nazario Pagano, e il giovani imprenditore pescarese, eletto nel maggioritario nel collegio aquilano, Antonio Martino. Molti altri posti, stando ai sondaggi attuali, non sono a disposizione, nemmeno per i “paracadutati”.

Infine il Movimento 5 stelle: a tremare solo all'idea di tornare a casa dopo poco più di un anno di ribalta parlamentare, e con poche possibilità di essere rieletti, sono buona parte degli onorevoli abruzzesi, ben 7 alla Camera, e 3 al Senato. Eletti in un'altra era politica, quando M5s con il vento in poppa in Abruzzo ha preso il 39 per cento. Ora dai sondaggi è dato ad un misero 17 per cento. Si rischia insomma un bagno di sangue, e poco gioverà la deroga al limite del secondo mandato, per potersi ancora ricandidare, opportunità che in Abruzzo riguarda il senatore Gianluca Castaldi e i deputati Daniele Del Grosso, Andrea Colletti e Gianluca Vacca. Filippo Tronca

 

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